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L’Isis rade al suolo il più antico monastero cristiano in Iraq

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a mosul

L’Isis rade al suolo il più antico monastero cristiano in Iraq

L'Isis ha raso al suolo il monastero di Sant’Elia in Iraq, il più antico di tutto il Paese, costruito 1.400 anni fa. L'agenzia Associated Press, che ha dato in esclusiva la notizia, riferisce di avere potuto accertare la distruzione del complesso attraverso fotografie satellitari commissionate alla società DigitalGlobe.

Il monastero, chiamato in arabo Dair Mar Elia è dedicato al monaco cristiano assiro Sant’Elia, che aveva costruito i luogo sacro fra il 582 e il 590 dopo Cristo su una collina che sovrasta Mosul. L'edificio era già in gran parte senza tetto, ma erano ancora visibili 25 stanze e una cappella. Secondo esperti che hanno visionato le immagini, le antiche mura di pietra «sono state letteralmente polverizzate», con l'uso di bulldozer e forse di esplosivi, probabilmente tra l'agosto e il settembre 2014.

Nel 1743 il sito era stato teatro di un altra tragedia legata alle persecuzioni dei cristiani, quando ben 150 monaci furono massacrati per il loro rifiuto di convertirsi all'Islam imposto da un generale persiano. Per i restanti due secoli il monastero è stato meta di pellegrinaggi, anche dopo essere stato inglobato all'interno di un campo di addestramento dell'esercito iracheno, ampliato in seguito dall'esercito statunitense, che a partire dal 2003 iniziò ad utilizzarlo come base. Dopo la denuncia di una serie di danneggiamenti delle antiche mura da parte degli stessi militari Usa - i soldati della 101ma Divisione aviotrasportata avevano ricoperto le pareti di disegni e vi avevano inciso il simbolo dell'aquila - il governo di Washington aveva imposto all'esercito di attuare un programma di conservazione del sito.

Conquistata dall'Isis nel giugno 2014, Mosul e gran parte della provincia di Ninive hanno assistito negli ultimi 19 mesi, oltre ai massacri di civili, anche a una serie di distruzioni di monumenti antichi, sia archeologici come il sito di Nimrud e Hatra, che legati alla cristianità, come la Chiesa Verde, o la tomba del profeta Giona, venerata anche dagli sciiti. Secondo alcune stime sarebbero almeno 100 i siti religiosi e archeologici distrutti dal sedicente Califfato fra Iraq e Siria, tra cui l’antica città di Palmira.

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