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scoop del new york times

L’ex sindaco di New York Bloomberg punta un miliardo per la corsa alla Casa Bianca

Michael Bloomberg, miliardario ed ex sindaco di New York dal 2002 al 2013, sta pensando di candidarsi alle presidenziali americane di novembre. Lo scrive il New York Times, citando consiglieri e alleati dell'ex sindaco di New York a cui Bloomberg avrebbe chiesto di mettere a punto i piani per una campagna da indipendente nella corsa alla Casa Bianca. Secondo il Nyt, Bloomberg, 73 anni, avrebbe detto ad amici e alleati di essere pronto a spendere almeno un miliardo della propria fortuna in un’eventuale campagna elettorale, e si è dato tempo fino all'inizio di marzo per decidere se candidarsi o no. Ma ha già commissionato un sondaggio a dicembre per sondare la distanza da Trump e Clinton e pensa di commissionarne un altro dopo le primarie del New Hampshire in programma il 9 febbraio.

Un indipendente non ha mai vinto le elezioni americane, ci provò un altro miliardario Ross Perot nel 1992 ma si fermò al 19% dei voti. Bloomberg, vicino naturalmente a Wall Street ma con idee liberal (è a favore dell’aborto e per il controllo delle armi), pensa di candidarsi alle primarie che iniziano fra poche settimane se i repubblicani sceglieranno Trump o il senatore del Texas Ted Cruz e i democratici voteranno per il senatore del Vermont Bernie Sanders che quindi dovrebbe riuscire a sconfiggere la favorita Hillary Clinton. Bloomberg è stato prima democratico, poi repubblicano e dal 2007 candidato come independente. Le persone a lui vicine sostengono che è «irritato» dal dominio di Trump fra i repubblicani e dagli inciampi di Clinton fra i democratici a favore del candidato più a sinistra Sanders.

Non è la prima volta che Bloomberg pensa alla Casa Bianca e alla formazione di un terzo partito ma sinora non è mai andato fino in fondo perché convinto che un indipendente non potesse mai vincere la corsa alla presidenza. Sembra che le sue aspirazioni siano tornate presidenziali «per una serie di eventi inaspettati». In effetti solo poco tempo fa pochi pensavano che il miliardario Trump potesse continuare a raccogliere consensi e molti lo liquidavano come fenomeno che si sarebbe presto sgonfiato.

Invece le primarie stanno per iniziare - il primo caucus, l’assemblea elettiva in cui si votano i delegati che poi scelgono i candidati, si terrà il primo febbraio in Iowa - e Trump ha gettato un tale scompiglio in casa repubblicana che la battaglia per la nomination è più incerta che mai. In campo democratico Sanders ha raggiunto Clinton nei sondaggi per l’Iowa.

Quella di Bloomberg sembra ancora un’intenzione ma lo stato dei lavori è avanzato se, riporta sempre il New York Times, la squadra che sta lavorando per l’ex sindaco che andava a lavoro in metrò, ha messo a punto una serie di dettagliati discorsi corredati da un’intensa campagna pubblicitaria in tv che presenterebbe il nuovo candidato all’elettorato come un tecnocate che risolve i problemi e un businessman che si è fatto da solo, conosce l’economia, ha guidato un’amministrazione bipartisan a New York per un lungo periodo - un bilancio di quell’esperienza complessivamente positivo, visto che il miliardario è stato sindaco della città per undici anni. Una candidatura sembra ora più probabile se le primarie sposteranno la competizione troppo a destra (Trump) o troppo a sinistra (Sanders); Bloomberg però non sembra neanche troppo entusiasta di Clinton. Si ricordano critiche pubbliche del miliardario - per le sbandate a sinistra della candidata democratica sulla scuola - e giudizi privati secondo cui la moglie di Bill Clinton è un politico viziato, di non limpida onestà, la cui reputazione ha rsentito dello scandalo delle email.



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