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Draghi: assicurare l’adeguata applicazione del bail-in

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DISCORSO AL PARLAMENTO EUROPEO

Draghi: assicurare l’adeguata applicazione del bail-in

Occorre prendersi cura della fiducia dei correntisti. Il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi ha lanciato oggi, nell’annuale dibattito al Parlamento europeo sul bilancio dell’autorità monetaria, un messaggio preciso sui problemi del settore bancario: bisogna applicare con coerenza le regole sul bail-in - quelle che coinvolgono le obbligazioni non garantite e i conti correnti superiori ai 100mila euro nei salvataggi delle banche - e occorre assicurare «che la fiducia nella sicurezza dei depositi sia ugualmente alta in tutti i paesi membri dell’area euro creando uno Schema europeo di garanzia sui depositi».

L’accenno di Draghi - una evidente risposta alle richieste della Banca d’Italia di rivedere le regole sui salvataggi per ridurne l’impatto sulla fiducia dei risparmiatori - fa parte di un’analisi delle «sfide politiche» che Eurolandia deve affrontare. Tra queste, le turbolenze del settore finanziario che richiedono - secondo Draghi - il completamento dell’unione bancaria: occorre quindi «un ulteriore lavoro normativo per armonizzare le nostre regole sulla vigilanza e per assicurare un’applicazione coerente» delle regole sul bail in. Bisogna anche rafforzare la credibilità del Single Resolution Fund per i salvataggi bancari. Per proteggere la stabilità del settore bancario, ha infine spiegato, occorrono «misure per la riduzione dei rischi e per la condivisione dei rischi», che sono «due facce della stessa medaglia».

Il presidente della Bce è intervenuto anche sulla questione del Brexit, la possibile uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea che sarà oggetto di un referendum l’anno prossimo. È uno dei fattori di incertezza politica che gravano su Eurolandia, negativi anche per l’economia: «Una soluzione che ancori la Gran Bretagna in modo fermo all’interno della Ue - ha detto - e permetta nello stesso tempo a Eurolandia di integrarsi ulteriormente aumenterebbe la fiducia». Le altre sfide, secondo Draghi, riguardano la debole crescita mondiale, «bassa secondo gli standard storici», con le conseguenti difficoltà dei paesi emergenti, vulnerabili a improvvisi deflussi finanziari; e le politiche fiscali che, nel rispetto del Patto di Stabilità, devono sostenere meglio la ripresa. «Questo potrebbe significare una maggior efficienza dei servizi del settore pubblico e un sistema di tassazione che sia maggiormente compatibile con la crescita».

La Banca centrale europea continuerà intanto a svolgere la sua parte. Draghi ha ricordato le recenti nuove misure di politica monetaria, prese a dicembre, e ha ripetuto che a marzo il programma di acquisti di titoli finanziari potrebbe essere ulteriormente rafforzato per affrontare la persistenza dell’attuale situazione di bassa inflazione. Occorre, ha aggiunto, «un’analisi attenta» dei canali attraverso cui i fattori che tengono bassa l’inflazione possono influenzare i prezzi futuri e il livello dei salari, la cui crescita è stata più lenta del previsto.

La probabile necessità di un rafforzamento delle misure non significa che il quantitative easing non funzioni: in risposta al dibattito in Parlamento, Draghi ha spiegato che - secondo i calcoli dello staff della Bce - in assenza di acquisti di titoli la crescita di Eurolandia sarebbe stata più bassa di un punto percentuale nel biennio 2016-2017 e l’inflazione sarebbe stata negativa nel 2015. I progressi hanno coinvolto anche, e in certi casi soprattutto, le piccole e medie imprese anche se la Bce, ha aggiunto Draghi, non è ancora soddisfatta.

Draghi ha sottolineato infine la necessità di tornare ad agire a livello europeo. «Siamo indubbiamento in un momento in cui la coesione dell’Europa è sotto esame. Molte delle sfide che dobbiamo affrontare sono Europee o anche globali per natura, e queste sfide richiedono una forte risposta europea», è stato l’incipit del suo discorso. «Cittadini e mercati - è stata invece la conclusione - sono troppo spesso insicuri sulla nostra capacità di agire insieme in uno spirito di responsabilità condivisa. Dobbiamo mostrare loro che si sbagliano».

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