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Il Papa chiede perdono agli indios del Chapas: «Il mondo ha bisogno…

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il viaggio di francesco in messico

Il Papa chiede perdono agli indios del Chapas: «Il mondo ha bisogno di voi»

SAN CRISTOBAL DE LA CASAS (MESSICO) - Una folla immensa di “indigeni” accoglie Francesco, primo Papa a salire fin quassù, nel cuore del Chiapas, la povera regione meridionale del Messico. Una vera periferia, che ha sofferto e patisce ancora le discriminazioni, economiche, sociali, culturali. «Molte volte, in modo sistematico e strutturale, i vostri popoli sono stati incompresi ed esclusi dalla società. Alcuni hanno considerato inferiori i loro valori, la loro cultura e le loro tradizioni. Altri, ammaliati dal potere, dal denaro e dalle leggi del mercato, li hanno spogliati delle loro terre o hanno realizzato opere che le inquinavano. Che tristezza!», dice il Papa nell'omelia. «Quanto farebbe bene a tutti noi fare un esame di coscienza e imparare a dire: perdono! Perdono fratelli! Il mondo di oggi, spogliato dalla cultura dello scarto, ha bisogno di voi!».

Il Papa quindi ancora una volta chiede perdono ai popoli che hanno sofferto e aggiunge: «I giovani di oggi, esposti a una cultura che tenta di sopprimere tutte le ricchezze e le caratteristiche culturali inseguendo un mondo omogeneo, hanno bisogno che non si perda la saggezza dei loro anziani! Il mondo di oggi, preso dal pragmatismo, ha bisogno di reimparare il valore della gratuità!».

E da queste terre ripropone la sfida ambientale: «Non possiamo più far finta di niente di fronte a una delle maggiori crisi ambientali della storia. In questo voi avete molto da insegnarci».

Lo sfruttamento e la discriminazione pagata dal Chiapas generò nel 1983 l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, che fu all'origine dell'insurrezione del gennaio 1994, nel giorno dell'entrata in vigore del Nafta: San Cristobal divenne il luogo simbolo di questa protesta dove il «Subcomandante» Marcos lesse la prima dichiarazione rivendicando i diritti per le popolazioni indigene. Ci furono scontri ma nessun bagno di sangue, come sarebbe potuto accadere se i riflettori dei media mondiali non avessero puntato la luce sul Chiapas che oggi, almeno per oggi, è di nuovo sotto gli occhi di tutti.

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