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Migranti, Merkel auspica soluzione comune Ue: «Ci vuole tempo ma…

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discorso al Bundestag

Migranti, Merkel auspica soluzione comune Ue: «Ci vuole tempo ma ne vale la pena»

FRANCOFORTE - Davanti a un Parlamento tedesco sempre più scettico, il cancelliere Angerla Merkel ha insistito per la ricerca di una soluzione europea per il problema dei rifugiati, alla vigilia del vertice dell'Unione europea.

«Spesso ci vuole tempo, ma ne vale la pena», ha detto il cancelliere. Diverse decine di deputati del suo partito, la Cdu e di quello bavarese gemello, la Csu, contestano la linea della signora Merkel, chiedendo che la Germania adotti misure unilaterali per controllare le frontiere e metta un tetto al numero dei nuovi arrivi, che lo scorso anno ha superato il milione di persone.

«Anzi tutto - ha sostenuto il capo del Governo di Berlino - dobbiamo trovare una posizione comune su come proteggere le frontiere esterne della Ue». Ieri, l'Austria ha annunciato l'introduzione di nuovi controlli alle proprie frontiere, accentuando la posizione di isolamento della signora Merkel. I Paesi dell'est, riuniti nel gruppo di Visegrad - Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia e Ungheria - hanno ribadito a loro volta la linea dura contro i nuovi arrivi.

Il cancelliere tedesco punta a una soluzione che veda la partecipazione attiva della Turchia, a favore della quale la Ue ha stanziato 3 miliardi di euro per l'accoglienza dei profughi provenienti da Siria e Irak settentrionale e riduca i flussi verso l'Europa occidentale. Questo, ha detto la signora Merkel, non le impedisce di sollevare con il Governo di Ankara il problema della libertà di stampa e del trattamento della minoranza curda.

Nel suo discorso al Bundestag, che come richiesto dalla Corte costituzionale, precede ogni partecipazione del Governo tedesco ai vertici europei, il cancelliere si è soffermata anche sulla situazione in Siria, che ha definito «inaccettabile» e ha ripetuto la sua richiesta perché venga creata una sorta di “no-fly zone”. La signora Merkel ha anche condannato le azioni della Russia e delle forze governative siriane del presidente Bashar al-Assad, dicendo che non rispettano lo spirito della risoluzione adottata nel dicembre scorso dalle Nazioni Unite.

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