Mondo

Turchia, secondo attentato in 24 ore contro i militari: almeno 6…

  • Abbonati
  • Accedi
ESPLOSIONE NELLA ZONA CURDA

Turchia, secondo attentato in 24 ore contro i militari: almeno 6 morti

Altro giorno di violenze in Turchia, dopo l’attentato kamikaze di ieri sera ad Ankara. Un'esplosione ha infatti colpito un convoglio militare a Diyarbakir, principale città curda nel sud-est della Turchia, nel distretto di Lice, dove da mesi sono in corso scontri tra esercito e Pkk. Lo riporta il sito di Haberturk. Ci sarebbero almeno sei soldati morti. Il convoglio stava percorrendo la strada che collega Diyarbakir e Bingol, nel sud-est a maggioranza curda, dove da mesi sono in corso scontri tra esercito e Pkk. A colpire il convoglio militare è stata una mina, fatta detonare a distanza alle 9:40 ora locale da sospetti membri del Pkk. Attacchi del genere contro i soldati sono stati compiuti diverse volte negli ultimi mesi nel sud-est della Turchia, dopo che la scorsa estate è riesploso il conflitto tra Ankara e i combattenti curdi.

Identificato l’attentatore di Ankara

Nel frattempo, le autorità turche avrebbero identificato l'attentatore suicida che ieri sera, a bordo di un'autobomba, si è fatto saltare in aria vicino a un bus carico di militari ad Ankara, uccidendo almeno 28 persone e ferendone oltre 60. Lo riporta l'agenzia locale Iha, che cita fonti della sicurezza secondo le quali si tratta del siriano Salih Necar, entrato in Turchia con i rifugiati.

Si indaga per cercare di capire a quale gruppo fosse affiliato il siriano. L'attentato sarebbe stato eseguito con un'auto noleggiata a Izmir (Smirne), ma poi rubata dall'attentatore, che sarebbe stato identificato dalla polizia scientifica attraverso le impronte digitali che erano state registrate dai servizi di immigrazione durante il suo recente ingresso in territorio turco. Secondo i due quotidiani Yeni Safak, vicino al governo, e Sozcu, di opposizione, la polizia ritiene che fosse vicino alle Unità di Protezione del popolo, Ypg, le milizie che sono il braccio armato del Partito dell'Unione, Pyd, il principale partito curdo della Siria. Nessuna di queste informazioni è stata confermata da fonti ufficiali.

Quattordici arresti. Davutoglu: i responsabili sono il Pkk e le milizie curde in Siria
Per l'attacco di ieri ad Ankara «sono state arrestate 14 persone e ci saranno altri arresti». Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha anche sottolineato come l'attacco di Ankara «mostrerà alla comunità internazionale che avevamo ragione sui forti legami tra il Pkk e le milizie curdo-siriane» dell'Ypg. Per Ankara l'Ypg è «un'organizzazione terroristica», mentre gli Usa non la riconoscono come tale. In mattinata il premier Ahmet Davutoglu aveva detto che «l'attacco è stato compiuto dal Pkk insieme con una persona entrata in Turchia dalla Siria».«Spero - ha aggiunto ancora - che gli alleati realizzino che Ypg è un braccio del Pkk e ci aspettiamo che mostrino piena solidarietà» Il premier turco ha anche incaricato il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu di fornire ai membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu le prove, che Ankara ritiene di avere, del coinvolgimento dei curdi-siriani dell'Ypg nell'attacco di ieri. Il governo turco ha infatti convocato gli ambasciatori dei Paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

I curdi negano responsabilità

Il Pkk da parte sua ha smentito ogni coinvolgimento nell'attentato di Ankara: «Non sappiamo chi l'abbia commesso, ma potrebbe trattarsi di una rappresaglia per i massacri turchi nel Kurdistan» ha dichiarato uno dei dirigenti dell'organizzazione, Cemil Bayik.
Dal canto suo, Saleh Muslim, leader del Partito dell'Unione democratica (Pyd), il cui braccio armato sono le Unità di protezione popolare (Ypg), ha negato che il suo gruppo abbia responsabilità per l'attentato di ieri sera ad Ankara. «Non siamo responsabili dell'attentato di Ankara, nessuna nostra unità è coinvolta e ha niente a che fare con le esplosioni», ha detto Muslim.

L’aviazione turca colpisce obiettivi del Pkk
Per ritorsione, l'aviazione militare turca ha colpito alcuni obiettivi del Partito Curdo dei Lavoratori (Pkk) nel nord dell'Iraq: lo hanno reso noto fonti delle forze armate turche. Stando a fonti militari i bombardamenti hanno colpito un gruppo di una sessantina di miliziani nel settore di Haftanin, non lontano dalla frontiera siriana; il campo di Haftatnin è una delle principali basi di sostegno del Pkk nell'Iraq settentrionale. I raid sono stati confermati dal premier turco Ahmet Davutoglu, che ha parlato di circa «70 obiettivi colpiti» nel corso di bombardamenti iniziati intorno alle 21:30 locali di ieri, circa 3 ore dopo l'attentato di Ankara.

Stato di allerta ad Istanbul
«Stato di massima allerta» a Istanbul il giorno dopo l'attentato di ieri nel centro di Ankara. A riferirlo è il quotidiano filogovernativo turco «Daily Sabah» che cita il prefetto della città sul Bosforo, Waseb Shaheen. «Siamo al massimo livello di attenzione e di allerta e questo in base a nostre esperienze precedenti per analoghi fatti e sulla base di informazioni di intelligence giunteci», ha detto il prefetto, il quale ha invitato i cittadini «a mantenere la calma e non arrendersi al panico perché eè quello che vogliono i terroristi».

© Riproduzione riservata