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opposizione sotto tiro

Turchia, Cumhuriyet: l’esercito ha «gestito il confine» con l’Isis

«Hanno gestito il confine con un emiro dell'Isis». Con questo titolo il quotidiano turco di opposizione laica Cumhuriyet ha lanciato il suo ultimo scoop sulle presunte infiltrazioni dello Stato islamico alla frontiera turco-siriana, denunciando stavolta un diretto coinvolgimento di membri dell'esercito di Ankara. Da quasi 3 mesi il direttore Can Dundar e il caporedattore Erdem Gul sono in prigione per un'inchiesta su un passaggio di camion di armi dalla Turchia alla Siria con l'aiuto dei servizi segreti di Ankara.

Lo scoop si basa su alcune intercettazioni telefoniche risalenti al novembre 2014 ed emerse durante un'inchiesta della procura di Ankara - poi passata per competenza territoriale a quella di Gaziantep, alla frontiera con la Siria - in cui alcuni ufficiali dialogano amichevolmente con Mustafa Demir, un jihadista turco considerato il 'responsabile' della gestione del confine per conto dello Stato islamico.

Dalle conversazioni si evincono contatti frequenti che avrebbero permesso il passaggio di combattenti e anche di materiale esplosivo usato poi in attentati compiuti in Turchia. Tra i 27 indagati nell'inchiesta risulta anche Ilhami Bali, considerato la mente del doppio attacco kamikaze del 10 ottobre scorso a un corteo pacifista curdo alla stazione di Ankara, in cui morirono 102 persone.

Ma in Turchia le ambiguità del potere non si limitano alle vischiosità dei rapporti con il sedicente Stato islamico. Anche la politica offre materiale per riflettere sulla piega presa dalla gestione del presidente Recep Tayyip Erdogan. Rei di aver criticato in diverse occasioni la linea di partito dettata dal capo dello Stato, due esponenti illustri del Partito Giustizia e Sviluppo (Akp), al governo, sono stati cancellati dalla lista ufficiale dei suoi cofondatori. È successo ad Abdullah Gul, presidente della Repubblica fino ad agosto 2014, quando gli è subentrato Erdogan, e a Yasar Yakis, ex deputato e ministro degli Esteri. I due sono tra i veterani dell'Akp, che hanno contribuito a fondare nel 2001 insieme a Erdogan.

Gul è anche stato premier del primo esecutivo dell'Akp e ha modificato la norma costituzionale che impediva a Erdogan di ricoprire cariche di governo a causa di una condanna per incitamento all'odio religioso, spianando così la strada alla sua inarrestabile ascesa politica. Ma negli ultimi mesi del suo mandato da presidente, quando Erdogan era premier, Gul ha preso posizione contro la repressione delle proteste antigovernative di Parco Gezi e contro la persecuzione dei seguaci dell'imam Fethullah Gulen.

Yakis ha invece criticato di recente la «oltraggiosa interferenza turca» negli affari siriani, oltre alla repressione delle manifestazioni antigovernative. E così il nome dei due politici è sparito dalla lista dei cofondatori dell'Akp pubblicata sul sito del partito. Non c'è una motivazione ufficiale della decisione.

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