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Christie appoggia Trump, colpo di scena nelle primarie repubblicane

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verso la casa bianca

Christie appoggia Trump, colpo di scena alle primarie repubblicane

NEW YORK - Donald Trump ha trovato il primo grande “sponsor” per il suo sogno di conquistare la Casa Bianca tra i leader politici repubblicani: il governatore del New Jersey ed x candidato presidenziale Chris Christie.

Christie, che si è ritirato dalla campagna per la Casa Bianca dopo un deludente risultato nelle primarie del New Hampshire, con la sua scelta potrebbe ambire a emergere quale candidato alla vicepresidenza sotto Trump. Di sicuro garantisce ancora maggior credibilità alle chance del ricco costruttore e personalità televisiva newyorchese di strappare la nomination repubblicana alla vigilia di un appuntamento cruciale, quello del Super Tuesday, del Super Martedì delle primarie. In quell'occasione, la prossima settimana, si esprimeranno contemporaneamente ben undici stati americani - dal Texas al Massachusetts, dall'Alabama al Minnesota - e verrà assegnata quasi la metà dei delegati necessari a diventare il prescelto dal partito. Finora Trump ha vinto tre primarie e caucus, in New Hampshire, South Carolina e Nevada (dove ha ottenuto quasi il 50% dei consensi) perdendo solo e di stretta misura la prima sfida in Iowa.

“La persona migliore per sconfiggere Hillary Clinton a novembre è indubbiamente Donald Trump”, ha detto Christie facendo esplicito riferimento alla performance durante il dibattito avvenuto giovedì sera tra i restanti aspiranti alla nomination repubblicana. E ha definito Trump “un buon amico”, affermando di essere contento “di essere nella sua squadra” e diessere pronto ad aiutarlo “in qualunque modo”.

Trump, a suo avviso, “sta riscrivendo il manuale della politica americana”. E i democratici, compresa la favorita alla nomination che oggi è alle prese con una dura battaglia con lo sfidante Bernie Sanders, “non saprebbero cosa aspettarsi”.

Nel dibattito di giovedì sera a Houston in Texas, l'ultimo prima del Super Martedì, Trump ha subìto per la prima volta i duri attacchi dei due principali rivali rimasti in gara, i senatori Marco Rubio e Ted Cruz. Gli assalti sono tuttavia apparsi scarsamente efficaci stando alle prime reazioni tra gli elettori e Trump li ha respinti con altrettanta durezza. Molti osservatori hanno giudicato che siano arrivati malamente e troppo tardi, dopo mesi di sottovalutazione del “fenomeno Trump” nella errata convinzione da parte dei vertici del partito, che oggi appaiono schierati con il giovane senatore della Florida Rubio, che si spegnesse da solo. Durante il Super Martedì la posta in gioco è elevata per Rubio ma soprattutto per Cruz, fattosi portavoce della destra religiosa: il senatore texano se verrà sconfitto nel suo stato d'origine da Trump potrebbe essere costretto a sua volta a ritirarsi. E sulla strada di Trump potrebbe restare solo Rubio.

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