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PRIMARIE USA

Hillary contro Donald a Novembre? Strategie e stratagemmi pensando al dopo Super Martedì

Reuters
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New York - Le urne per il grande appuntamento elettorale del Super Martedì sono ancora aperte. In alcuni stati dell'East Coast stanno per chiudere ma fino alle prime ore dell'alba ora italiana non avremo risultati dettagliati, soprattutto non avremo risultati complessivi ad esempio con Texas e Alaska inclusi, fino al mattino (Segui il liveblog). Ma sappiamo chi sono i due vincitori attesi, Hillary Clinton per il partito democratico, Donald Trump per quello repubblicano (forse proprio con l'eccezione del Texas). Avremo un Hillary contro Donald dunque? Chi la spunterà se davvero andrà a finire così? Quali strategie adottare per debellare l'avversario? Quali scheletri negli armadi si possono scoprire o ripescare per far partire una campagna negativa? E' di questo che si già si parla ai quartieri generali elettorali di entrambi.

Trump sembra impermeabile a qualunque attacco. Sarà possibile trovare qualcosa che lo incastri, imbarazzandolo davvero? Ci sarà uno scandalo sessuale davvero grave? E se ci fosse, in quel periodo era sposato o scapolo? Nel caso di Hillary, sarà consigliabile rispolverare il suicidio di Vincent Foster, vice consigliere del Presidente, molto vicino alla coppia presidenziale? O si rischierà un boomerang? Il suicidio di Foster fu uno scandalo che travolse l'avvio del primo mandato di Bill Clinton. E ci furono innuendo di vario genere, con pettegolezzi mai provati sui motivi che avevano indotto Foster a suicidarsi. Sapeva troppo su certe transazioni finanziarie? Fu un omicidio di stato invece di un suicidio? Aveva scoperto qualcosa che lo aveva turbato profondamente al punto da spingerlo a un gesto estremo? Parliamo di fatti del 1993. Ma non si sa mai, forse potrà davvero emergere qualcosa di nuovo.

Di certo da mercoledì la partita elettorale americana cambierà marcia. Si ragionerà su base nazionale, non più locale, si faranno le prove generali per lo scontro post nomination e si cerca già oggi di identificare il concorrente più probabile con cui ci si confronterà per mettere a punto strategie di comunicazione mirate. Le ipotesi per attaccare Trump ad esempio sono studiate nel dettaglio ai quartieri generali di Brooklyn di Hillary Clinton. E il lavoro è già in una fase avanzata. Ci sono anche due scuole di pensiero. C'è chi dice che se il candidato repubblicano sarà davvero Trump, Hillary non avrà bisogno di giocare sporco perchè vincerà senza problemi. Potrà permettersi di restare al di sopra delle parti e concentrarsi sulle tematiche. Sappiamo però che Bill Clinton non la pensa così. Già quando lo intervistammo a settembre era convinto che Trump non andava sottovalutato. Non solo ha avuto ragione, ma oggi l'ex Presidente teme che questo candidato fuori da qualunque logica possa essere una seria minaccia per la vittoria della moglie:” La corsa sarà comunque molto stretta, ma di certo non possiamo lasciare nulla di intentato contro Trump perché ha dimostrato di sapere leggere nel modo più efficace per il suo messaggio l'umore degli americani” ha detto qualche giorno fa l'ex Presidente in un talk show televisivo.

Siamo ancora nell'ipotetico ovviamente. In campo democratico la certezza è che la nomination alla convenzione di Filadelfia andrà a Hillary. In quello repubblicano c'è ovviamente un forte consenso su Trump. Ma fra i due chi rischia di più è Trump. E' vero che Hillary potrebbe avere incidenti di percorso, ad esempio una incriminazione dell'FBI per lo scandalo delle email, ma il suo percorso verso la nomination appare certo. Trump invece ha contro l'establishment del partito che cercherà di far di sì che da qui ai prossimi appuntamenti elettorali le sue ali siano tarpate. Potrebbe essere oggetto di rivelazioni imbarazzanti di vario genere. Si dice ad esempio che abbia mentito sul suo patrimonio o sulle sue tasse :” altro che dieci miliardi di dollari – mi dice una persona che lo conosce bene – stiamo parlando di una frazione di quella cifra, le sue sono finzioni contabili”. C'è anche attesa per un nuovo libro sugli scandali sessuali di Jeffrey Epstein, suo grande amico, condannato per aver avuto relazioni sessuali con minorenni. Stiamo parlando per intenderci dello stesso personaggio che ha creato non poco imbarazzo per la Casa Reale britannica quando si seppe che il Principe Andrew era suo compagno di avventure. Donald, faceva parte dello stesso giro.

Questi stessi elementi e molti altri, sono oggi al vaglio delle due squadre elettorali. Perché oggi ciascuna delle squadre non solo è convinta di vincere ma è convinta di sapere che vincerà in campo opposto. Trump contro Clinton insomma, con tutte le ramificazioni del caso. Supponendo che andrà a finire così, come del resto suggeriscono i risultati di ieri, dobbiamo dare atto a Bill Clinton: ha ragione di preoccuparsi seriamente di Trump, se arriverà alla nomination vorrà dire che è riuscito a prevalere contro l'establishment del suo partito che da qui ad allora avrà cercato di fare di tutto per bloccargli la strada. Semmai, nell'ultima volata verso novembre, sarà ancora più forte. Dunque non solo tematiche e piattaforme, ma anche “dirt” per tutti, “sporcizie”, come si dice da queste parti.

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