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Padoan: debito in calo, sfrutteremo i margini

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Politica economica

Padoan: debito in calo, sfrutteremo i margini

Nessun allarme per le conclusioni dell’Eurogruppo sull’Italia e altri sei Paesi considerati “a rischio” per il non rispetto di alcune regole, in primis quella sul debito nel 2015 e nel 2016. E neppure per la missiva in arrivo da Bruxelles. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, resta ottimista. E non soltanto perché il clima con la commissione Ue «è sicuramente migliorato», come conferma lo stesso commissario per gli Affari economici, Pierre Moscovici. Ma soprattutto perché «il debito continuerà a scendere», ribadisce il ministro che aggiunge: «Ci sono alcuni margini di aggiustamento che andranno sfruttati».

Un andamento che è stato di fatto formalmente riscontrato dall’Eurogruppo. E Padoan la fa notare al termine della riunione: «È molto positivo che l’Eurogruppo abbia preso atto di una dinamica che vede il debito pubblico stabilizzato già nel 2015 e in diminuzione a partire dal 2016». Quanto all’eventuale missiva, «fa parte della procedura standard, non sono preoccupato, me lo aspettavo», afferma il ministro. Che sottolinea: «Vorrei dirlo con chiarezza: non c’è niente di nuovo sulla lettera».

Il ministero dell’Economia evidenzia anche che l’Eurogruppo «ha ricordato che - secondo la Commissione - l’Italia rispetta i requisiti per il riconoscimento della flessibilità relativa a riforme e investimenti». Per il Governo italiano, insomma, anche se il confronto con Bruxelles prosegue serrato per trovare un compromesso in vista della definitiva valutazione dei conti italiani attesa a maggio, quella di ieri non è da considerare una riunione dall’esito negativo.

«Il confronto» con gli altri Stati membri dell’Eurozona sul monitoraggio delle politiche di bilancio e «con la Commissione è continuo e costruttivo», dice Padoan. D’altra parte lo «scostamento significativo» del deficit strutturale rilevato da Bruxelles, che si deteriora dello 0,7% nel 2016 anziché migliorare, faceva già parte dei rilievi della Commissione a novembre. E già all’epoca Bruxelles chiese al nostro Paese di intervenire in corso d’anno per evitare che la deviazione porti a un richiamo formale. Non a caso Padoan fa notare che «lo statement adottato oggi (ieri, ndr) replica quello adottato lo scorso novembre in occasione della valutazione dei bilanci programmatici degli Stati membri effettuata dalla Commissione».

Il pressing di Bruxelles non farà cambiare al Governo la rotta intrapresa, che punta a stimolare la ripresa e l’occupazione rispettando gli impegni europei sulla riduzione del debito e il contenimento del deficit. «Il nostro obiettivo - afferma il ministro dell’Economia - è di continuare sulla strada che abbiamo imboccato da tempo: da un lato il sostegno alla creazione di occupazione attraverso investimenti in riforme che cambiano in modo strutturale le potenzialità del nostro Paese, dall’altro una gestione responsabile delle finanze pubbliche con l’obiettivo di ridurre progressivamente il debito». Obiettivo confermato dal quadro 2015 fornito dall’Istat il 1° marzo scorso: crescita del Pil dello 0,8% e deficit al 2,6 per cento. Dati dai quali, per il Mef, si evince che il Governo ha saputo mantenere la fiscal distance.

In ogni caso per il nostro Governo la strategia del solo rigore non può essere più seguita. E il miglioramento del clima con Bruxelles testimonierebbe che su questo versante passi in avanti si stanno compiendo. Resta da trovare un’intesa su debito e flessibilità. Anche perché Bruxelles - alla luce del forte rischio di deviazione rispetto all’obiettivo di medio periodo considerato quasi certo anche con un via libera a tutta la flessibilità richiesta dall’Italia per il 2016 - continua a spingere per alcuni aggiustamenti già nell’anno in corso. Ma per Padoan l’atteggiamento tenuto ieri dall’Eurogruppo non è da considerare di tipo straordinario ma in linea con quello dell’autunno scorso.