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Pronto il piano del Pentagono per la Libia: ondata di raid contro…

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rivelazione del new york times

Pronto il piano del Pentagono per la Libia: ondata di raid contro l’Isis

Il piano del Pentagono per attaccare l’Isis in Libia è ora sul tavolo di Barack Obama alla Casa Bianca, perchè sia valutato dai maggiori consultenti per la sicurezza nazionale del presidente. Tra le ipotesi formulate, quella di bombardare i campi di addestramento, i centri di comando, i depositi di munizioni e altri obiettivi militari nel Paese africano, rivela il New York Times. Nel piano si parla di raid aerei contro trenta o quaranta obiettivi in quattro aree della Libia, per assestare un duro colpo all'Isis, aprendo la strada alle milizie sostenute dall'Occidente, che combatterebbero sul terreno gli estremisti islamici. Nel piano del Pentagono, inoltre, gli alleati dell’America dovrebbero condurre ulteriori attacchi aerei per sostenere la battaglia sul terreno contro le cellule del Califfato.

L'opzione militare made in Usa è stata presentata direttamente dal segretario alla Difesa, Ashton Carter, alla Casa Bianca in un incontro avvenuto il 22 febbraio. Al momento, il piano di attacco non è stato ancora approvato, visto che l'amministrazione statunitense spinge sull'iniziativa diplomatica per la formazione di un governo di unità nazionale in Libia. Ovviamente se dovessero essere minacciati cittadini o interessi statunitensi, Washington sarebbe comunque pronta a condurre raid limitati contro precisi obiettivi, come successo lo scorso mese nella parte occidentale del Paese.

Il quotidiano newyorkese riferisce anche di preoccupazioni da parte del Dipartimento di Stato riguardo al piano di raid messo a punto dal Pentagono: i funzionari della diplomazia Usa temono che bombardamenti indiscriminati e non coordinati possano mettere a rischio il tentativo, guidato dalle Nazioni Unite, di formare un governo di unità nazionale in Libia, che è considerato il primo obiettivo da raggiungere, e in fretta, per evitare di far crescere eccessivamente il potere e la forza dell'Isis nel Paese.

Eppure le varie fazioni libiche non riescono ancora a trovare un’intesa: dopo il nulla di fatto di ieri, anche oggi, per mancanza del numero legale, il Parlamento di Tobruk non ha potuto riunirsi per votare la fiducia al governo di unità nazionale libico del premier designato Fayez al Sarraj. Un tentativo di votare la fiducia era fallito anche la settimana scorsa e da metà febbraio vi sono stati altri tentativi infruttuosi da parte della presidenza dell’assemblea di mettere al voto il varo dell'esecutivo unitario.

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