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Strage di Parigi, Salah Abdeslam: «Non ne potevo…

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identificato un altro jihadista

Strage di Parigi, Salah Abdeslam: «Non ne potevo più». Sventato attacco Isis a Istanbul

L’arresto di Salah Abdeslam. (Reuters)
L’arresto di Salah Abdeslam. (Reuters)

L’unico terrorista che nella tragica notte di Parigi non si era fatto esplodere, dopo quattro mesi non voleva più neanche fuggire. La latitanza era diventata più insopportabile della cattura. «Sono contento che sia finita. Non ne potevo più...» dice Salah Abdeslam, il super-ricercato della strage del 13 novembre che ha provocato 130 morti, subito dopo l'arresto tre giorni fa, secondo quanto racconta il quotidiano fiammingo Het Nieuwsblad. Anche il suo avvocato, Sven Mary, ha riferito a Radio 1, la radio pubblica, che il suo assistito si è sentito «sollevato» che la «caccia fosse finita».

Sven Mary ha infine affermato che Salah «coopererà», ha aggiunto «Lo fa da sabato»; «Non ha mai detto che farà l'informatore» ma «potrà fornire informazioni preziose tanto ai poliziotti quanto ai giudici e agli avvocati». Poi l’avvocato si lascia andare a una battuta «Ora vale tanto oro quanto pesa» per le informazioni che il giovane 26enne può dare sulla rete di jihadisti fra Siria ed Europa, mentre la rete televisivaiTélé diffondeva le immagini esclusive dell'intervento delle forze speciali a Molenbeek.

La polizia belga intanto ha identificato il secondo sospetto terrorista in fuga, oltre ad Abrini, che si nascondeva finora dietro l'identità di Soufiane Kayal. Si tratta di Najim Laachraoui, per il quale è stato emesso un mandato d'arresto. Laachraoui, nato il 18 maggio 1991 era partito per la Siria a febbraio 2013. Era con Salah in una Mercedes in affitto, quando furono fermati il 9 settembre 2015 alla frontiera tra Ungheria e Austria assieme a Mohammed Belkaid, l'uomo ucciso nel blitz della polizia a Forest martedì scorso.

Così come l'Isis li aveva addestrati a costruire bombe e giubbotti esplosivi, i terroristi di Parigi avevano anche acquisito tattiche che gli consentirono di comunicare e pianificare gli attacchi nelle settimane precedenti e fino agli ultimi istanti prima di agire il 13 novembre, senza essere intercettati: l'uso di cellulari usa e getta, nessuna chat o e-mail memorizzata, e la capacità di criptare e decriptare messaggi telematici in codice. Lo rivela un rapporto di 55 pagine degli investigatori francesi di cui il New York Times ha ottenuto una copia e ne pubblica una sintesi. Secondo il rapporto e le interviste con i funzionari, scrive il Nyt, nessuna e-mail o altra comunicazione elettronica è stata trovata durante le indagini. Gli attentatori usavano solo telefoni nuovi - alcuni attivati appena pochi minuti prima delle stragi - che avrebbero poi gettato quasi subito. Dai racconti dei testimoni, citati dal rapporto francese, emergono inoltre nuovi dettagli raccapriccianti su quella sera. Uno dei kamikaze, l'ex autista di bus Samy Amimour, si infilò nella buca dell'orchestra del teatro e cominciò a suonare lo xilofono “ridendo sadicamente”

Intanto sale l’allerta per un attacco Isis in Gran Bretagna e Turchia. A Londra il Sunday Times ha rivelato ieri che si temono fino a dieci attentati simultanei, pochi giorni fa il capo dell'antiterrorismo di Scotland Yard, Mark Rowley, ha avvisato del rischio di attacchi «enormi e spettacolari». Stavolta a evocare la minaccia è una fonte anonima del governo di Sua Maestà. La polizia e le forze speciali, informa questa gola profonda, sono allertate ormai in permanenza. E la soglia della paura va oltre quanto si fosse immaginato in passato. «Noi eravamo pronti a tre attacchi simultanei, ma Parigi ci ha mostrato che dobbiamo prevederne anche di più, a reagire se qualcuno provasse a pianificarne sette, otto, nove o anche 10» in rapida successione, avverte la fonte, il timore è legato in particolare al ritorno di jihadisti britannici unitisi all'Isis in Siria.

Isis che progettava un attacco in grande stile come a Parigi per il derby di Istanbul tra Galatasaray e Fenerbahce, rinviato ieri sera per una “seria” minaccia di attacchi terroristici. Lo riferiscono fonti di intelligence turche, secondo cui il piano sventato prevedeva che un kamikaze si sarebbe fatto saltare in aria allo stadio al termine della partita, causando il panico tra la folla, su cui poi sarebbe stato aperto il fuoco.
La polizia turca è alla caccia di tre persone presentate come membri del gruppo dello Stato islamico e potenziali kamikaze. Secondo fonti della polizia, citate dall'agenzia stampa Dogan, le autorià hanno ricevuto delle soffiate secondo cui tre cittadini turchi averebbero ricevuto l'ordine di compiere degli attentati suicidi in luoghi pubblici molto frequentati, in particolare a Istanbul.

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