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Stragi Bruxelles, caccia al secondo uomo nel metrò. Salah era…

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abdelslam chiede estradizione in francia

Stragi Bruxelles, caccia al secondo uomo nel metrò. Salah era pronto a colpire ancora

Lapresse
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Cinque terroristi di cui tre morti e due di cui non si sa più nulla. A due giorni dagli attacchi di Bruxelles che hanno provocato 32 vittime - ma 61 feriti sono gravissimi - è questo il dato con cui la polizia si deve confrontare. In particolare si è scoperto che c’era un secondo uomo durante l'attacco kamikaze alla metro, un uomo che accompagnava Khalid el Bakraoui: è quanto risulta all'emittente Rtbf. Khalid El Bakraoui -il 27enne fratello di Ibrahim, il kamikaze nell'aeroporto di Zaventem, si è fatto esplodere in un vagone della metro all'altezza della stazione di Maalbeek, a poche centinaia di metri dalle istituzioni comunitarie, causando almeno 20 morti e più di cento feriti. Ma secondo Rtbf, insieme a lui, la mattina di martedì scorso, c'era anche un altro uomo che ha partecipato alla strage: è stato ripreso dalle telecamere di vigilanza con una grande borsa. Dell’uomo è stato diffuso un identikit: si tratta di una persona con un berretto chiaro, sopracciglia marcate e viso allungato. È attivamente ricercato, si legge sui media belgi. L'identità è ancora sconosciuta e non vi è certezza sulla sua sorte.

Salah Abdeslam chiede l’estradizione in Francia
Sul fronte delle indagini per gli attentati di novembre a Parigi, arriva la notizia che dopo aver fornito qualche informazione agli inquirenti belgi, Salah Abdeslam, l'unico terrorista sopravvissuto del commando del 13 novembre, dopo gli attentati di Bruxelles «è rimasto muto». Il suo avvocato dice che Abdeslam «non sapeva» degli attentati, e adesso non si oppone all’estradizione in Francia. Il 26enne ex super latitante aveva cominciato a collaborare dopo il suo arresto, quando l'avvocato lo aveva descritto come pronto a rispondere a tutte le domande: aveva confermato di aver partecipato agli attentati del 13 novembre a Parigi, aveva confessato che si voleva fare «esplodere allo Stadio de France» ma che poi aveva fatto «marcia indietro». Ma oggi si scopre anche che Salah Abdeslam, così come Amine Choukri e Mohammed Belkaid (i primi due arrestati e il terzo ucciso prima degli attacchi del 22 marzo) avrebbero dovuto parteciparvi per fare una carneficina come a Parigi, attaccando la città simultaneamente in più punti.

61 feriti gravi
Sessantuno dei 300 feriti negli attentati di Bruxelles sono «in gravi condizioni». Lo dichiara il ministro della Salute belga Maggie De Block. «Le ferite più gravi sono le ustioni provocate da una forte esplosione e dalle schegge di metallo» ha spiegato il ministro.

Fra gli obiettivi la centrale nucleare di Liegi
Tra gli obiettivi dei fratelli Bakraoui, due dei tre kamikaze in azione a Bruxelles, c'era la centrale nucleare di Liegi. Lo sostiene il quotidiano belga Le Dernere Heure, secondo cui i due kamikaze (Ibrahim si è fatto esplodere a Zaventem; Khalid nella metro di Maelbeek) sono i due che rubarono la telecamera nascosta nella casa del direttore del programma di ricerca e sviluppo nucleare belga. Il video fu trafugato poco dopo gli attacchi di Parigi e questo confermerebbe il collegamento tra gli attentati in Francia, Belgio e Siria. Il video, che dura una decina di ore, fu sequestrato a dicembre a casa di uno dei sospetti degli attentati, Mohamed Bakkali. E il 17 febbraio, per garantire la sicurezza, le autorità belghe decisero di schierare 140 militari attorno alla centrale.

La telecamera era stata piazzata dai jihadsti proprio davanti l'abitazione del tecnico, evidentemente per studiarne i movimenti; e, secondo gli inquirenti, furono proprio i due fratelli ad andare a recuperarla. Secondo il sito belga, di solito molto informato, successivamente i terroristi - sentendosi evidentemente braccati- cambiarono obiettivo.

La vita a Bruxelles cerca di tornare normale
Nel frattempo, a più di 48 ore dagli attentati, Bruxelles cerca di tornare lentamente alla normalità. Oggi, scuole e negozi saranno aperti ma i trasporti, soprattutto la metro, funzioneranno ancora a singhiozzo. L’aeroporto colpito dall’attacco rimarrà chiuso fino a domenica.

La società dei trasporti fa sapere che i mezzi in superficie, cioè bus e tram, funzioneranno quasi tutti, mentre la metro eseguirà un orario ridotto (7-18.30) e molte linee e stazioni continuano ad essere chiuse. Anche alcune stazioni ferroviarie, non principali, restano chiuse. Il traffico di auto in città è abbastanza denso, perché in molti hanno rinunciato a usare i trasporti pubblici per spostarsi. Nel frattempo, però continuano gli allarmi in altre zone del Paese. Nella mattinata di giovedì, è stata evacuata la stazione di Lovanio, a circa una ventina di chilometri da Bruxelles. Lo comunica la società ferroviaria belga, precisando che la «circolazione è interrotta per ordine della polizia». Poco prima era stata evacuata la stazione di Mons, per un falso allarme poi rientrato.

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