«Siano in stato di allerta, non di allarme. La crescita ha perso spinta». Il direttore del Fondo monetario, Christine Lagarde, sollecita le autorità di politica economica ad agire assieme per affrontare la sfida di una ripresa che resta «troppo lenta, troppo fragile» e nella quale i rischi stanno aumentando.
In un discorso alla università Goethe di Francoforte, la signora Lagarde ha osservato che “non siamo in crisi”, ma che sono cresciuti i rischi a causa dell'eredità della crisi globale nei Paesi avanzati, delle vulnerabilità nei Paesi emergenti, del rallentamento del commercio globale, dell'aumento della volatilità dei mercati e dei rischi per la stabilità finanziaria. A questi si sommano rischi geopolitici, come il terrorismo, le epidemie, i rifugiati.
Si tratta dei temi che i 185 Paesi membri dell'Fmi dovranno affrontare la prossima settimana alle riunioni di primavera a Washington. In quella occasione, il Fondo monetario ridurrà con ogni probabilità le sue previsioni sulla crescita mindiale. Il passaggio del testimone della crescita fra i Paesi emergenti e i Paesi avanzati non è avvenuto.
Il direttore del Fondo monetario sollecita un'azione su tre fronti: alla politica monetaria, la quale ha sostenuto finora quasi da sola l'azione di stimolo devono aggiungersi la politica di bilancio e le riforme struturali. Sulla poitica fiscale, la signora Lagarde ha sottolineato che alcuni Paesi hanno spazio per manovre espnsive e dovrebbero usarlo. Un richiamo alla Germania, che l'Fmi ha ripetuto in più occasioni, ma che finora non è stato recepito. Sulle riforme strutturali, vanno accelerati e messi in atto gli impegni presi a livello di G-20, sui quali praticamente tutti i Paesi sono in grave ritardo. Ma tutti i Paesi devono anche prepararsi all'eventualità che i rischi al ribasso si materializzino.
Ancora una volta, il direttore del Fondo ha sollecitato maggiore cooperazione e sopratutto ha insistito che va evitato a ogni costo il ricorso al protezionismo, una tentazione riemersa recentemente i Europa, ma in particolare nella campagna presidenziale negli Stati Uniti, e che in passato ha avuto conseguenze “tragiche”.Le aspettative dei mercati di un'azione concreta alle riunioni della prossima settimana tuttavia sono modeste.
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