L’Austria «in caso estremo» potrebbe chiudere completamente il Brennero. Lo ha detto il ministro della Difesa austriaco Hans Peter Doskozil durante una riunione del suo partito, il socialdemocratico Spoe, a Innsbruck. «Se l’Italia continuasse a far passare i profughi e non prendesse indietro i respinti con il Tirolo trasformato in “sala d’attesa”, chiederemo all’Italia di poter controllare noi anche sul suo territorio. Pronti, nel caso più estremo, a chiudere i confini», ha ribadito. La soluzione, per Doskozil è una sola: «Proseguire con gli annunciati controlli di confine e la creazione di nuove misure legislative» ha proseguito riferendosi all’inasprimento del diritto d’asilo in Austria che scatterà il prossimo primo giugno con l’introduzione di un tetto massimo di 37.500 all’annno contro gli 80mila dell’anno scorso.
Il problema è che già nei primi tre mesi dell’anno le domande di asilo sono state 17mila e dunque il tetto sarà raggiunto a breve. Per questo, già nei giorni scorsi, l’Austria ha avviato i lavori per la costruzione di una barriera lunga 250 metri che permetterà di fare maggiori e più specifici controlli al confine con lo scopo appunto di limitare, in caso di necessità, l’accesso dei migranti provenienti dall’Italia. Bloccare il Brennero significa rallentare la via di accesso principale tra Italia e Nord Europa dove transitano ben 140 miliardi di euro di interscambio all’anno e in generale i collegamenti tra Nord e Sud Europa. La mossa austriaca è l’ottava “reintroduzione temporanea” di controlli ai confini interni nell'area Schengen dopo Norvegia, Danimarca, Belgio, Francia, Svezia, Germania, Austria con l'Ungheria e Slovenia e ora con l'Italia.
Inoltre quella al Brennero non è l’unica barriera che l'Austria sta costruendo: la sua azione di chiusura si sposta anche a est, nel Burgenland, al confine con l’Ungheria.Pronta la reazione dell’Italia con le parole del premier Matteo Renzi e il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. «Non è un caso se proprio nelle ore in cui io ero a Teheran, il ministro degli Esteri Gentiloni era il primo politico straniero a incontrare il nuovo governo Al-Serraj a Tripoli portando aiuti materiali e politici alle istituzioni libiche. Puntiamo molto sul Governo di Al-Serraj per riportare la pace in Libia, per combattere il terrorismo e l’estremismo e anche per ridurre il flusso migratorio evitando il rischio delle tragedie del mare», ha scritto il premier Matteo Renzi nella e-news.
Per il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, se l’ipotesi di bloccare la frontiera da parte dell’Austria fosse una decisione concreta, «sarebbe grave perché significa dimenticare che i problemi vanno affrontati insieme» e sarebbe «un brutto segnale per l’Europa». «Vediamo di che si tratta, nel senso che se si tratta solo di parole e gesti simbolici penso che non ci saranno conseguenze sul terreno alla frontiera, se invece ci saranno davvero muri sarebbe molto grave», ha continuato Gentiloni.
«Questo significa dimenticare che questi problemi - ha proseguito il numero uno della politica estera italiana - vanno affrontati insieme e non certo, come ha ricordato ieri il presidente della Repubblica, erigendo barriere. Non è ancora chiaro se si tratti di annunci o decisioni concrete. Abbiamo sempre collaborato con l’Austria e mi auguro che si tratti solo di annunci simbolici e non di un blocco vero e proprio che sarebbe non solo negativo per la nostra economia ma anche un brutto segnale per l'Europa», ha concluso Gentiloni. Non è chiaro se l’Austria si muova autonomamente o se abbia l’appoggio discreto di qualche altro partner europeo che non vuole esporsi direttamente.
Quanto alla Commissione europea valuterà le misure adottate dall’Austria al passo del Brennero una volta che avrà ricevuto da Vienna le informazioni richieste. «La data delle elezioni è totalmente irrilevante per le nostre valutazioni» ma non per i politici austriaci che vedono avvicinarsi la data delle elezioni presidenziali con ansia: il 24 aprile si vota per il rinnovo del presidente della Repubblica al primo turno: secondo i sondaggi i due candidati che potrebbero accedere al secondo turno potrebbe essere il Verde Alexander Van der Bellen e il liberalnazionale, erede politico di Joerg Haider, Norbert Hofer, esludendo per la prima volta sia i popolari che i socialdemocratici, i due partiti storici austriaci. Un terremoto politico per l’Austria.