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La Ue ferma la Germania sui titoli di Stato delle banche

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RIUNIONE ECOFIN ad Amsterdam

La Ue ferma la Germania sui titoli di Stato delle banche

  • –con articoli di Alessandro Merli e Carlo Bastasin

Discussa e per adesso neutralizzata in seno all'Ecofin la proposta olandese - spinta soprattutto dalla Germania, ma anche da Finlandia e Svezia - per imporre un tetto ai titoli di Stato acquistabili alle banche allo scopo di spezzare il collegamento fra bilanci degli istituti di credito (e assicurativi) e rischio sovrano. La richiesta è stata avanzata per discutere di sistema unico di garanzia dei depositi, in pratica di completamento dell’Unione bancaria, che entro il 2024 vedrebbe “mutualizzate” le risorse nazionali dei singoli fondi di garanzia.

Posizione, quella nord-europea, avversata chiaramente dall’Italia, che fra i Paesi dell’Ue subirebbe le conseguenze più negative, vista l’esposizione di banche e assicurazioni al debito sovrano. Tuttavia la stabilità dell’intero eurosistema sarebbe compromessa, facendo ripartire una fase di grave incertezza. Alla discussione, ad Amsterdam, non ha partecipato il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble (ha parlato però il banchiere centrale Jens Weidmann). Ma quel che conta è che una forzatura su si è rivelata impossibile.

«Non mi pare ci sia una posizione comune, è partita una conversazione fruttuosa, tranquilla, senza contrapposizioni; sono emerse posizioni, e prima di cambiare il sistema attuale, bisogna approfondire le alternative ed enfatizzare che tra il 2011 e oggi molto è stato fatto sul piano regolamentare», ha commentato il Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco al termine dell’Ecofin. La discussione sui rischi che le banche corrono possedendo titoli di Stato, secondo Visco, non deve essere legata all'avanzamento dell'Unione bancaria. Quest’ultima «deve andare avanti e, in parallelo, nell'ambito del comitato di Basilea si deve trovare una soluzione globale alla questione del rischio legato ai titoli pubblici». Il ministro italiano Pier Carlo Padoan si è espresso con un tweet: «Oggi dibattito importante a #Ecofin di Amsterdam. Posizione italiana su tetto a titoli di Stato è perentoria: no».

Posizione tutt’altro che isolata e che era stata appoggiata, giovedì, dal vicepresidente della Bce, Vitor Constancio. Oggi poi «almeno 13 ministri dell'Ecofin (incluso Padoan, ndr) si sono pronunciati a favore del fatto che sul trattamento delle esposizioni delle banche al debito sovrano occorre muoversi all'interno del contesto di Basilea, non fuori e non prima», ha riferito il presidente della commissione europarlamentare Roberto Gualtieri, che ha partecipato alla riunione Ecofin. «Si tratta di un approccio all'insegna della saggezza». Strada peraltro già segnata, al fine di evitare distorsioni alla concorrenza, anche dal Rapporto dei 5 presidenti sul futuro dell’Unione monetaria, firmato ovviamente anche dal numero uno dell’Eurotower, Mario Draghi.

Il commissario europeo ai mercati finanziari, Jonathan Hill, ha sostenuto come Visco che «è importante portare avanti» la discussione sul trattamento delle esposizioni al debito sovrano delle banche ma «nell'ambito del Comitato di Basilea, non penso che abbia senso procedere unilateralmente».

Leggermente diversa la versione del presidente dell'Ecofin, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, secondo il quale «alcuni ministri hanno sottolineato l'importanza di agire a livello globale, con i nostri partner nel comitato di Basilea, altri hanno sostenuto che nella zona euro ci sono argomenti per andare avanti anche separatamente se necessario». Dijsselbloem ha aggiunto che «si tratta di una questione che non deve essere trattata rapidamente, da attuare dal giorno alla notte, ma che va gestita nel lungo periodo, penso ci sia la possibilità di procedere parallelamente al Comitato di Basilea e in Europa».

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