Un attacco alla amministrazione Obama che «non è amico di Israele», «una politica estera condivisa da tutti gli americani al di là del partito», una dichiarazione di guerra all’Islam radicale. Così Donald Trump dal Mayflower Hotel di Washington parla nel suo primo atteso discorso di politica estera dopo la vittoria ieri in cinque stati che lo avvicina sempre più alla nomination repubblicana. «Il nostro dominio militare non dovrebbe essere messo in discussione da nessuno» dice. «Se eletto presidente non esiterò a dispiegare la forza militare se non vi fossero alternative», anche se l’America «continuerà a giocare il suo ruolo da peacemaker, deve tornare a essere rispettata, deve tornare grande ed affidabile». Confessa: «Al contrario di altri candidati, la guerra e l’aggressione non sono i miei primi istinti».
«La nostra politica estera è un completo e totale disastro» dice. «Prima l'America: sarà questo il tema principale della mia amministrazione» assicura. «Sostituirò l'andare a caso con uno scopo» «e il caos con la pace». La politica estera deve essere «più razionale» come quella che ha permesso agli Usa di vincere la Guerra Fredda. Il miliardario ha ricordato che quando Obama è andato a Cuba non lo ha accolto nessun presidente, e la stessa cosa è accaduta quando è andato in Arabia Saudita, non c’era nessuno ad aspettarlo all’aeroporto. «Noi siamo una nazione umanitaria ma la politica di Obama e Clinton «è stata solo confusione».
In Medio Oriente, The Donald vuole lavorare per la «stabilità della regione e non per un radicale cambiamento». Sostiene che Obama non ha mai risolto il problema dell’Islam radicale e promette che «l’Isis ha i giorni contati». «Le nostre azioni in Iraq, Libia e Siria hanno aiutato l'Isis». L'Isis - osserva - guadagna milioni a settimana «vendendo petrolio libico perché non lo blocchiamo: noi non bombardiamo». Obama lascia «debolezza, confusione e scompiglio. Un disastro»: l’attuale presidente - è l’accusa di Trump - ha reso il Medio Oriente ancora più caotico «e non abbiamo fatto nulla per difendere la religione cristiana». Obama, inoltre, non ha fatto niente di fronte alla Nord Corea che arricchiva il suo arsenale nucleare. Mentre «l'arsenale nucleare americano ha disperatamente bisogno di essere modernizzato e rinnovato».
Capitolo alleati. «Hanno goduto dell’ombrello di difesa garantito dagli Stati Uniti ma non hanno dato il giusto contributo. Devono pagare il costo di questa difesa. Se non lo fanno li abbandoneremo a loro stessi, non abbiamo scelta».
Con Russia e Cina «vi sono forti differenze - dice Trump - ma non dobbiamo vederli per forza come avversari. Dobbiamo trovare terreni comuni su reciproci interessi». «Allentare le tensioni con la Russia è assolutamente possibile, da una posizione di forza.
«La Cina rispetta la forza» ma gli Stati Uniti hanno perso tutto il rispetto «lasciando che approfittasse di noi». (An. Man.)
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