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Londra al voto, sfida tra Zac Goldsmith e il favorito Sadiq Khan

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Londra al voto, sfida tra Zac Goldsmith e il favorito Sadiq Khan

Da sinistra, Zac Goldsmith eSadiq Khan (Afp)
Da sinistra, Zac Goldsmith eSadiq Khan (Afp)

LONDRA - Londra va al voto per una svolta che si annuncia storica, opponendo candidati-simbolo di mondi divaricati, condannati a convivere sotto il cielo della capitale britannica, elevata ormai al rango di vera metropoli d’Europa. Il senso delle elezioni amministrative di oggi che ha nella scelta del nuovo sindaco di Londra l’evento-clou è tutto qui: il melting pot versus il consolidato establishment, ha scritto questo giornale esemplificando il duello fra il laburista musulmano Sadiq Khan e il conservatore di origine - per linea paterna - ebrea , Zac Goldsmith.

I sondaggi dicono che vincerà il figlio di un autista di origine pachistana, avvocato ed ex sottosegretario del governo di Gordon Brown, ovvero Sadiq. Zac, rampollo di Jimmy, fratello di Jemima, sposato con un’erede Rothschild sarebbe indietro e per molto più di un’incollatura.

I sondaggi, oltre la Manica, si rivelano spesso approssimativi e l’esito di questa consultazione resta incerto anche se l’affluenza di stranieri nella capitale britannica sposta il pendolo verso i “tifosi” del melting pot. Lo si saprà venerdì. Solo allora, infatti, lo scrutinio sarà concluso e dalle urne uscirà il nome del successore di Boris Johnson, il biondo, eccentrico esponente Tory che ora sembra scaldarsi per lanciare la sfida alla leadership del partito e quindi al suo (ex) amico e compagno a Eton, David Cameron.

Elezioni del sindaco di Londra, urne aperte fino alle 22

Una campagna elettorale sotto tono, travolta dal dibattito sul Brexit, ovvero la possibile uscita di Londra dall’Unione europea, ha lasciato il posto negli ultimi giorni a una dolorosa polemica su razzismo e antisemitismo. A infrangere le regole non scritte di una civile contrapposizione ci ha pensato Ken Livingstone, sindaco prima di Johnson, ed esponente dell’ala radicale del Labour party. Dare del sionista ad Adolf Hitler, come Livingstone fra mille caveat ha fatto, non si sta rivelando una mossa vincente a favore di Sadiq Khan. Ovviamente accade il contrario, se è vero - come suggeriscono in tanti - che il voto della potente e numerosa comunità ebraica di Londra ha trovato una valida ragione per non sostenere il candidato laburista. Lui, Sadiq, ha preso immediatamente e con durezza le distanze dalle parole di Livingstone in sintonia con tutto il partito guidato da Jeremy Corbyn - Ken il rosso è stato sospeso - che non intende farsi assimilare a una forza anti-semita.

Il caso monta ancora essendosi prestato, come era inevitabile, anche alle trappole della comunicazione politica. Lo scontro Cameron-Corbyn ai Comuni ne è stata l’ultima prova. Probabilmente influenzerà il voto – a favore di Zac Goldsmith – assai più di quanto abbiano fatto i programmi. Sui passaggi centrali per il futuro di Londra i candidati sono in linea. Per entrambi la casa è un’emergenza, per entrambi la terza pista all’aeroporto di Heahtrow non va fatta, per entrambi il Cross rail 2, che rafforzerà i collegamenti della capitale lungo l’asse nord-sud, va sostenuto. Zac, memore di un passato da ambientalista impegnato, promette anche una Londra tinta di verde con autobus e auto elettriche e super multe agli inquinatori. Sadiq mette l’accento sull’equità sociale, ma con grande attenzione al business e alle middle classes che vanno conquistate se vuole sperare di vincere. L’esito del voto è fortemente simbolico, ma nella sostanza non cambierà radicalmente il destino di Londra il cui controllo è radicato più nel governo centrale e nei consigli di zona che in un municipalità introdotta in tempi recenti.

Non lo stesso si può dire per le altre più attese elezioni di questa tornata amministrativa: il rinnovo dell’assemblea parlamentare scozzese. Lo Scottish national party vincerà anche se resta da capire con che margine. I sondaggisti immaginano che il partito di Nicola Sturgeon possa far saltare il banco del parlamentino di Holyrood, gettando il Labour al tappeto. I socialisti britannici potrebbero ritrovarsi terza forza di Scozia alle spalle anche dei conservatori. Ipotesi non esattamente probabile, ma da non escludere quantomeno per le conseguenze che porta con sé. Senza Scozia, infatti, il Labour non avrà mai i voti per vincere a Westminster.

Il voto scozzese è importante anche in chiave Brexit, servirà a tastare il polso di chi si oppone all’uscita dall'Ue. Edimburgo è compatto contro il divorzio da Bruxelles e se il 23 giugno dovessero vincere i “separatisti”, la Scozia invocherà un nuovo referendum per decidere la sua unione con Londra. Scenari di dissoluzione ? In realtà per la Gran Bretagna è cominciato il conto alla rovescia: da oggi alla fine di giugno si capirà che piega prenderà la storia oltre la Manica. E non solo.

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