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Dossier Benvenuti nel Delaware, l’Eldorado delle società-fantasma

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    Dossier | N. 10 articoliI Panama Papers

    Benvenuti nel Delaware, l’Eldorado delle società-fantasma

    La Buconero Llc è ancora lì, nello stato americano del Delaware. Quando fu scoperta 12 anni fa, nel pieno dello scandalo Parmalat, il suo nome suonò quasi come una beffa. O come un presagio. Buconero era una Limited liabilities company, fondata formalmente da Citibank ma al servizio del gruppo di Collecchio e rappresentava uno dei tanti virtuosismi contabili che aveva permesso a Calisto Tanzi di trasformare un prestito di 117 milioni di euro in un patrimonio netto. Un gioco di prestigio, una passività contabilizzata come un attivo, una piccola porzione dei 14 miliardi finiti nel tritacarne della Parmalat.

    Dopo 12 anni Buconero è ancora domiciliata negli uffici della Corporation Service Company al numero 2711 di Centerville Rd Suite 400, Wilmington, come risulta dal registro delle società dello stato americano, anche se molto probabilmente inattiva da tempo. Negli elenchi compaiono ancora altre società della galassia Parmalat dell’epoca di Tanzi: la Vialattea Llc e la Web Holdings, entrambe a Wilmington, mentre la Nyte Conglomerates e la Nyte Investmens sono nella capitale Dover. Già da tempo le architetture societarie costruite per nascondere soldi e identità passano da qui.

    Il boom di nuove società
    Le entità registrate in Delaware dal 2013 al 2015. Fonte: Delaware Division of Corporations. (LLC: Limited Liability Company; LLP: Limited Liability Partnership)

    Benvenuti nel Delaware, il paese candidato a diventare uno dei principali beneficiari degli scandali finiti sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo sotto il nome di OffshoreLeaks, SwissLeaks e Panama Papers.

    Nel paradiso dell'anonimato non ci sono le spiagge bianche delle Isole Cayman né il sole caldo di Curaçao e neppure le palme di Niue, l'isoletta del Pacifico dove lo studio legale panamense Mossack Fonseca ha domiciliato per anni migliaia di società fantasma degli evasori fiscali. A Wilmington, cittadina dello stato del Delaware a 169 chilometri da New York, non c'è niente di tutto questo. Eppure da anni la città più popolosa del più piccolo stato degli Usa dopo il Rhode Island, è una delle mete predilette di chi vuole nascondere le proprie fortune dagli sguardi del fisco.

    In Delaware il 60% delle società nella classifica Fortune 500

    Per capire cosa sia il Delaware oggi è sufficiente affidarsi a poche cifre. Con 870mila abitanti, lo 0,3% della popolazione americana, e 154 chilometri quadrati di superficie, lo 0,07% del territorio federale, il Delaware ha attratto il 60% delle società della classifica Fortune 500. Più della metà delle maggiori compagnie statunitensi, che nel 2015 hanno incasellato 12,5 trilioni di dollari di fatturato, 945 miliardi di profitti, capitalizzano 17 trilioni di dollari in borsa e impiegano 26,8 milioni di persone in tutto il mondo, sono domiciliate qui.

    Nella periferia nord di Wilmington c'è un edificio che meglio di ogni altro fotografa questo successo. Il palazzo si trova al numero 1209 di North Orange Street, dove ha sede il Corporation Trust Center della Ct Corporation, specializzata nella costituzione e domiciliazione di società. Qui sono registate più di 285mila imprese, parte delle quali sono società fantasma. Un solo edificio ospita un numero quattro volte superiore ai 71mila abitanti dell'intera Wilmington.

    Società del calibro di Coca Cola (nell'edificio sono registrate la Coca Cola company e altre 100 controllate del colosso di Atlanta) hanno scelto il Delaware grazie ai vantaggi fiscali che il piccolo stato offre alle società. Pur non essendo uno stato a tassazione zero come Nevada, Wyoming e Sud Dakota, il Delaware non prevede alcuna imposizione sugli utili derivanti da asset intangibili (proprietà intellettuale, brevetti, marchi) controllati da “Delaware holding company” o da “Passive investment company”. Secondo il New York Times questo “buco” nella legislazione del Delaware è costato agli stati Usa circa 9,5 miliardi dollari di mancati introiti in un decennio. Sotto questo aspetto il Delaware può essere considerato un paradiso fiscale interno degli Stati Uniti.

    A gonfie vele il business delle registrazioni

    L'Annual Report 2015 di quello che negli Usa è anche chiamato il First State per essere stato il primo a ratificare nel 1787 la Costituzione degli Stati Uniti d'America, snocciola le cifre dell'attrattività del paese. Alla fine dell'anno fiscale 2014, il numero di nuove società registrate in Delaware è cresciuto di 16.140 unità rispetto all'anno precedente, portando la cifra totale di società domiciliate nel territorio a più di 1.114.000. Il Delaware vanta il primato di avere più società che abitanti. I residenti, infatti, sono solo 935mila.

    Che il business della domiciliazione di società vada a gonfie vele è lo stesso Annual Report ad affermarlo. L'economia del Delaware, scrive il Segretario alle Finanze, Thomas Cook, è basata in larga parte sulla fornitura di servizi alle imprese, specialmente attività finanziarie. Il 26% delle entrate statali ruota attorno al business delle società domiciliate nel territorio: in tutto 927,8 milioni di dollari di introiti nell'anno fiscale 2014. Le imposte incassate dalle società sono cresciute del 164,2% (+167,5 milioni di dollari). In aumento del 24,8% anche le tasse provenienti dalle Limited partnership (Llp) e dalle Limited liabilities companies (Llc), due formule societarie che riscuotono grande successo.

    Insomma, almeno dal punto di vista delle entrate il Delaware sembra marciare a tutta velocità: gli introiti complessivi sono cresciuti del 10,7% (+382,4 milioni di dollari) rispetto all'anno precedente. Nello stesso tempo il tasso di disoccupazione è diminuito dal 6,7% al 5,7%. Qual è il segreto di questo successo? Forse è proprio il segreto. Aprire una società in Delaware è un'operazione che richiede poche ore e consente la totale riservatezza. Basta ricorrere, anche online, a un “agente residente”, agenzie specializzate che offrono ai clienti un servizio completo: dal nome della società alla nomina degli amministratori. L'identità del proprietario non comparirà mai nei registri pubblici.

    Gli azionisti schermati nelle Llc

    Come Buconero, la gran parte delle società registrate in Delaware sono Limited liability company. Nessun amministratore o manager della Llc è responsabile personalmente dei debiti e delle obbligazioni della società. Il proprietario non deve essere una persona fisica né è obbligato a risiedere negli Stati Uniti. Non c'è nessun obbligo neanche di svolgere attività economiche o di stabilire una propria sede: l’ideale per società scudo che esistono solo sulla carta e con l'unico obiettivo di schermare i reali proprietari del business. Una legge del 2006 obbliga gli agenti residenti a conoscere fisicamente i beneficiari della società ma la regola può essere facilmente aggirata se la Llc è controllata da un'altra società domiciliata magari alle Bermuda o da un trust.

    Il Certificato di formazione della Llc costa 90 dollari e le informazioni obbligatorie da registrare sono solo il nome della società, l'indirizzo e il nome dell'agente residente. Nient'altro. Chi ci sia dietro non è un problema del Delaware.

    E questo non accade solo nel First State. In Wyoming, altro stato americano che garantisce il più completo anonimato, sono registrate 128mila società su una popolazione di 586mila residenti. La maggior parte delle business entity, circa 70mila, sono Limited liabilities company. Bastano 100 euro per registrare una compagnia, più altri 50 da versare per il bilancio annuale.

    Barak Obama adesso cerca di correre ai ripari riproponendo al Congresso una legge che obbligherebbe le società registrate negli Usa a indicare i reali beneficiari economici al Financial crimes enforcement network, un'agenzia federale. Attualmente, infatti, gli Stati Uniti - che non hanno aderito agli accordi dell'Ocse sullo scambio automatico di informazioni - non registrano i nomi dei beneficiari delle società. Ma la Customer due diligence prevista dalle nuove norme - secondo alcuni esperti - non sarebbe sufficiente a garantire la piena trasparenza sui proprietari.

    Per capire come vadano le cose negli Stati Uniti si può fare una prova sul campo e chiedere, per esempio, al Dipartimento di Stato di New York chi siano i reali beneficiari economici di una determinata società. La risposta che riceverete è la seguente: «Questo ufficio non richiede o conserva le informazioni riguardanti i nomi e gli indirizzi dei funzionari, direttori o degli azionisti di società. I nomi e gli indirizzi dei soci sono registrazioni interne e sono conservati dalla società. Il Dipartimento di Stato può avere il nome del Chief executive officer se una società ha presentato una dichiarazione biennale».

    Il buco nero, forse, non è solo il Delaware.

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