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Trionfo per Sadiq Khan: Londra elegge il primo sindaco musulmano

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LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE

Trionfo per Sadiq Khan: Londra elegge il primo sindaco musulmano

Sadiq Khan con la moglie (Lapresse)
Sadiq Khan con la moglie (Lapresse)

LONDRA - «Questa è una storia di Londra: fatta di lavoro duro, una mano che ti aiuta, la consapevolezza che puoi arrivare dove vuoi». Sadiq Khan, 45 anni, due figli, avvocato, è il primo sindaco musulmano di una grande metropoli occidentale. Ha schiantato Zac Goldsmith, candidato conservatore, e con il 44% dei voti succede al biondo eccentrico esponente Tory, Boris Johnson. Una vittoria annunciata da sondaggi compatti nel disegnare il profilo del figlio di un autista di bus di origine pachistana come quello dell'uomo prescelto da una popolazione eterogenea, incline, però, al voto trasversale. Per vincere, Sadiq Khan ha dovuto pescare anche nella riserva delle classi medie e medio alte, naturalmente vicine ai Tory e quindi al volto, rassicurante, di Zac Goldsmith, sposato Rothschild, quintessenza di una Old Britannia che galleggia ancora sulle acque del Tamigi.

È la Londra capitale universale, che schiaccia la Londra squisitamente e solamente inglese? Anche. La vittoria di Sadiq Khan ha molte letture – non ultima il sì a Brexit sventolato da Zac Goldsmith - ma la più evidente è che questa città non ha avuto paura di sé stessa, non ha ceduto alla reazione, bocciando, in nome del conflitto fra fedi e fra razze che il terrorismo di matrice islamica tenta di esportare in Europa, un candidato musulmano. E non solo per la religione. Sadiq Khan è partner in uno dei maggiori studi legali specializzato in diritti umani nel Regno Unito. Ha difeso personaggi in odore di preoccupante radicalismo, s'è battuto per loro davanti ai tribunali di mezza Europa compresa la Corte di Giustizia. Impegno che non gli ha evitato minacce di morte quando fu fra i firmatari della legge su matrimoni fra persone dello stesso sesso.

Zac Goldsmith aveva creduto di scorgere nelle pieghe di una vita in prima linea la scorciatoia verso la vittoria, denunciando la “contiguità” del suo avversario con gran brutta gente. La replica di Sadiq è sempre stata una franca ammissione “ho difeso persone sgradevoli” lasciando intendere che ne avevano diritto al di là delle convinzioni personali. La strategia di Zac non ha pagato, mentre l'origine umile, la storia da self made man, l'aver scalato tutti i gradini della politica messa in scena da Sadiq è stata premiata dalla Londra del melting pot, dalla Londra espressione di un mondo un po' meno inglese.

Sadiq Khan è nato cresciuto e rappresenta ai Comuni l'area di Tooting nel sud di Londra dove si concentrano immigrati asiatici e caraibici. A 23 anni era consigliere di zona per il Labour, a 35 deputato, a 40 sottosegretario nel governo Brown e poi ministro nei governi-ombra di Ed Milliband e Jeremy Corbyn con il quale non condivide – non del tutto almeno - l'approccio spesso radicale. Ora va alla prova di governo di una metropoli che rappresenta più di un quarto del pil britannico e dovrà smentire David Cameron che lo accusò di voler “applicare la Corbynomics a Londra”, ovvero un ritorno all'alta tassazione, seppure nei limiti, angusti, concessi a un sindaco. E dovrà pertanto tenere fede alle promesse fatte alla City. Consapevole di dover prendere voti anche al centro, Sadiq, fu chiaro in un'intervista allo Spectator smentendo la sua fama di “mangia-ricchi”. Diede il semaforo verde a milionari e miliardari, schiavando l'accusa di voler alzare le imposte. Il suo programma si concentrerà sulla casa, cronica emergenza di Londra e sui trasporti priorità di una metropoli che solo ora cresce in altezza ma da secoli si espande per linee orizzontali. La prova più importante sarà però l'esempio che la sua nomina stessa potrà avere: un musulmano sindaco di Londra resta passaggio epocale e non solo per la Gran Bretagna.

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