La Corea del Nord è uno «Stato nucleare responsabile» e userà armi atomiche solo per difendersi da violazioni della sua sovranità da parte di altri Paesi dotati di armamenti nucleari. Lo ha dichiarato il leader nordcoreano Kim Jong Un al Congresso del Partito dei Lavoratori in corso a Pyongyang, al quale partecipano oltre 3.400 delegati, che dovrebbe concludersi domani. Una dichiarazione apparentemente distensiva, alla quale ha aggiunto che il Paese è in favore della non proliferazione e del disarmo nucleare globale.
Belle parole. Tuttavia, Kim ha anche sottolineato che la Corea del Nord continuerà in modo permanente a perseguire la politica “Byungjin Line”, introdotta nel 2013, che prevede lo sviluppo in contemporanea sia dell'armamento nucleare sia dell'economia: a tal fine, Kim ha annunciato un nuovo piano economico quinquennale sia un rafforzamento «in quantità e qualità» dell'arsenale atomico.
Le sue dichiarazioni sono state riferite dall'agenzia ufficiale Kcna, in quanto ai giornalisti stranieri non è stato consentito l'ingresso al luogo dove si svolge il primo congresso del partito in 36 anni.
Secondo l'interpretazione di alcune rilevazioni satellitari, peraltro, nel sito di Punggye-ri si starebbe preparando un quinto test nucleare per il prossimo futuro, nonostante l'inasprimento delle sanzioni internazionali deciso dal Consiglio di sicurezza dell'ONU a marzo in seguito ai nuovi test nucleari e missilistici di inizio anno.
L'esaltazione del successo dei precedenti test atomici e missilistici, unita alla conclamata volontà di rafforzare l'arsenale nucleare, rende più che mai improbabile la riattivazione di negoziati internazionali e la firma di un trattato di pace con gli Usa (in sostituzione dell'armistizio del 1953), che Kim è tornato a chiedere.
Quanto all'economia, il piano quinquennale è per ora privo di dettagli. Secondo l'esperto Michael Madden però, è molto significativo il fatto stesso che un piano economico sia stato varato: «In contrasto con la linea di suo padre, Kim Jong Un si assume pubblicamente la responsabilità per lo sviluppo economico».
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