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Il Venezuela verso il baratro. Dichiarato lo stato di emergenza

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Il Venezuela verso il baratro. Dichiarato lo stato di emergenza

Il presidente del Venezuela Nicolas Maduro
Il presidente del Venezuela Nicolas Maduro


Il Venezuela fa un altro passo verso il caos. Il presidente Nicolas Maduro ha annunciato lo stato di emergenza ma ha introdotto un’ulteriore elemento di potenziale instabilità: l’esercito farà esercitazioni per eventuali «interventi armati».

Altre misure emergenziali riguardano le imprese sequestrate in caso di interruzione della produzione. Mentre l’ipotesi di indire un referendum abrogativo è stata rigettata. L’opposizione avrebbe raccolto le firme necessarie ma il vicepresidente Aristobulo Isturiz ha dichiarato che vi sono irregolarità formale e quindi non verrà indetto.

Il Paese vive una vera e propria depressione economica, con un Pil in caduta libera (-5,7% nel 2015), un’inflazione al 700% . La crisi economica è aggravata dal crollo dei prezzi del petrolio che rappresenta la prima fonte di ingresso in valuta estera. Alla crisi economica si affianca quella sociale, ogni giorno si susseguono manifestazioni pro o contro il governo

Lo situazione è foriera di grandi preoccupazioni: il leader venezuelano, in merito alla proroga dello stato di emergenza, ha dichiarato che l’esercito si prepara a «qualsiasi scenario». Sul fronte politico istituzionale è stato annullato il referendum chiesto dall’opposizione.

«Il Paese è una bomba pronta ad esplodere», ha dichiarato ieri Maduro durante il suo discorso, trasmesso da radio e tv, davanti a migliaia di sostenitori nel centro di Caracas. «Nell’ambito del decreto di stato di crisi - ha detto il presidente - prendiamo tutte le misure per recuperare l’apparato produttivo paralizzato dalla borghesia. Chiunque voglia fermare la produzione per sabotare il Paese dovrà andarsene». E poi ancora: «Fabbrica ferma, fabbrica restituita al popolo!» ha gridato il presidente. «Mi aiuterete a recuperare tutte le fabbriche paralizzate dalla borghesia».

Inoltre Maduro ha ribadito, come altre volte, la responsabilità degli Stati Uniti sottolineando che lo Stato di emergenza è un’indiretta conseguenza degli Stati Uniti che appoggiano la destra venezuelana.
Infine ha insinuato che anche l’impeachment della presidente del Brasile, Dilma Rousseff, sia stato supportato dagli Stati Uniti, il cui obiettivo di fondo è quello di «porre fine alle correnti del progressismo in America Latina».

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