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Manifestazioni in Francia: gravi scontri a Parigi, ferito un…

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proteste contro la riforma del lavoro

Manifestazioni in Francia: gravi scontri a Parigi, ferito un fotografo a Nantes

PARIGI. Scontri a Parigi, ma anche in altre città francesi (soprattutto a Nantes, Rennes, Marsiglia), durante le manifestazioni – le ennesime manifestazioni, si tratta della sesta giornata di protesta in due mesi – contro la legge di riforma del mercato del lavoro. Come avviene ormai da settimane, giovani dell'estrema sinistra e dell'area movimentista, anarchici, black bloc o semplici teppisti si sono infiltrati nei cortei organizzati dai sindacati più radicali (in particolare Cgt, Force Ouvrière e Sud) e hanno ingaggiato una vera e propria battaglia con la polizia. Ma anche con gli uomini del servizio d'ordine sindacale.

I tafferugli più violenti si sono verificati appunto nella capitale. Mentre il corteo – partito dalla piazza dell'Ecole Militaire e diretto a piazza Denfert-Rochereau - stava sfilando tranquillamente in Boulevard de Montparnasse, da una piccola strada laterale, Rue Péguy, sono improvvisamente sbucati circa duecento di giovani con il volto coperto da fazzoletti o passamontagna, mascherine antigas, occhiali da sci e caschi, molti vestiti di nero, armati di spranghe, bastoni, mazze da baseball (cioè in vero assetto da guerriglia) che sono riusciti a inserirsi in testa al corteo, tra i poliziotti che aprivano la strada e il servizio d'ordine, e hanno attaccato le squadre antisommossa della polizia e della gendarmeria (l'equivalente dei nostri carabinieri) ma anche i sindacalisti del servizio d'ordine (al grido di “SO collabos”) con lanci di pietre, bottiglie incendiarie e “bombe” di vernice. La polizia ha risposto con cariche e il lancio di lacrimogeni.

Gli scontri si sono ripetuti all’angolo tra Montparnasse e il Boulevard Raspail e al momento dell'ingresso della testa del corteo – che è stato quindi più volte costretto a fermarsi – a Denfert.
Secondo le prime cifre fornite dal ministero dell’Interno, sarebbero state fermate circa 50 persone. Che vanno ad aggiungersi al migliaio delle manifestazioni precedenti (con 60 condanne, 350 poliziotti feriti e il divieto a manifestare per una quarantina di ragazzi, deciso dai prefetti grazie alle norme dello stato di emergenza).
Scene e numeri che danno la misura della situazione di altissima tensione sociale che si registra in tutto il Paese, dov’è in atto un vero braccio di ferro tra il Governo, alcuni sindacati e l’estrema sinistra. Tensione che ieri è ulteriormente salita con l’adesione alle proteste degli autotrasportatori, i quali hanno organizzato blocchi stradali e “operazioni lumaca”. Domani entreranno in scena i ferrovieri – che hanno unito l'iniziale agitazione in difesa delle loro condizioni contrattuali alla contestazione della legge – e giovedì ci sarà un’altra giornata di mobilitazione nazionale.

Di fronte a questa protesta diffusa, il presidente François Hollande ha deciso di tirare dritto e giocarsi sulla “volontà riformatrice” le ultime, scarsissime possibilità di superare il primo turno delle presidenziali dell'anno prossimo. «Sulla legge di riforma del lavoro non cederò – ha detto Hollande – perché già troppi Governi in passato hanno ceduto. Preferisco che si conservi di me l’immagine di un presidente che ha fatto delle riforme, anche impopolari, a un presidente che non ha fatto nulla». Anche se annuncerà la propria candidatura solo a fine anno, Hollande sembra ormai entrato in campagna elettorale, spiegando che «a sinistra non ci sono alternative» e di voler «portare i francesi verso una nuova forma di socialdemocrazia in cui lo Stato ma anche i partner sociali avranno tutto il loro spazio». Ha citato la Germania e la battaglia riformista che costò la rielezione al cancelliere Schroeder. Su temi simili a quelli che stanno incendiando la Francia. Soprattutto dopo la decisione del Governo guidato dal premier Manuel Valls di porre la fiducia sulla legge e in attesa dell'ultimo e definitivo scontro parlamentare di fine luglio.

“Il ministro dell’Interno Cazeneuve: «Massima fermezza» con i violenti”

 

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