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e-commerce cinese

Jack Ma diserta il Summit antifalsi in Florida dopo l'uscita di Alibaba dalla Iacc

Il fondatore di Alibaba, Jack Ma (Reuters)
Il fondatore di Alibaba, Jack Ma (Reuters)

PECHINO - Jack Ma avrebbe dovuto parlare domani, 19 maggio, a Orlando in Florida, teatro del Summit dell'International anticounterfeiting coalition, proprio della lotta di Alibaba ai falsi, ma negli Usa non ci andrà. Nel programma il suo intervento era previsto subito dopo quello dell'ambasciatore Usa a Pechino Max Baucus , ma Jack lo ha cancellato dopo la sospensione di Alibaba dall'associazione; il gigante dell'ecommerce di Hangzhou quotato a Wall Street era entrato nella IACC per dimostrare di essere virtuoso per davvero.

Jack Ma ha detto di volersi prendere una pausa di riflessione.
Alcune grandi multinazionali del lusso in realtà hanno masticato amaro contro l'ingresso di Alibaba nella IACC, tra queste Tiffany, perché a loro avviso non ci sarebbero sufficienti garanzie; ostili anche Michael Kors, Gucci, Yves Saint Laurent e altri brand di Kering SA che nel maggio scorso hanno citato in giudizio Alibaba a New York.
In casa, il governo cinese attraverso People's daily ha annunciato che lancerà una campagna per ripulire l'e-commerce, inclusi altri campioni locali come JD.com e Baidu.

Non solo, anche Alipay, la piattaforma finanziaria di Alibaba che permette i pagamenti in casa e all'estero su Tmall e Taobao, ha davanti a sé tempi duri, dal 1° luglio entrerà in una fase nuova, la nuova legge che regola i pagamenti bancari online prevede un nuovo sistema di controllo dei dati dei compratori online, si potrà usare la piattaforma solo se si daranno tutti i dati richiesti. Si dovrà avere già una vera e propria carta di credito in Cina, il che spiega come mai sarà più difficile usare Alipay e soprattutto c'è il rischio del congelamento dei portafogli online per chi non si adegua.

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