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Domenica l’Austria potrebbe eleggere Hofer, il populista anti-immigrazione

Il candidato del partito di estrema destra austriaco Norbert Hofer
Il candidato del partito di estrema destra austriaco Norbert Hofer

VIENNA. Identità da salvare, basta spendere soldi pubblici per gli immigrati, bisogna difendere la patria. Le parole d’ordine sono dette da Norbert Hofer, il candidato di estrema destra austriaco, in mezzo a musica rock e walzer viennesi e urla entusiaste delle centinaia di sostenitori riunitisi venerdì alle 17,30 a Victor Adler Platz a Vienna nel quartiere popolare e un tempo “rosso” della Favoriten.

Ma sarebbe stato lo stesso nel quartiere di Simmering e anche di Meidling, un tempo operosa cintura industriale operaia e oggi quartieri dormitori senza futuro e testimoni di una difficile integrazione con i nuovi arrivati dall’est e Medio Oriente. L’ultima polemica locale parla di alcune decine di asili d’infanzia privati a Vienna in mano a fondamentalisti islamici che hanno educato alla separazione e non all’integrazione favorendo, tra l’altro, l’uso dell’arabo e il turco invece del tedesco. Il governo di coalizione tra socialdemocratici e conservatori aveva imposto l’obbligo di due anni di asilo prima della scuola proprio per favorire l'integrazione, ma il risultato è stato l'opposto.
Norbert Hofer, candidato del Fpoe, più che un discorso di fine campagna elettorale per il ballottaggio di domenica ha già parlato come presidente della Repubblica in pectore. E sarebbe la prima volta dal dopoguerra che un partito xenofobo ed euroscettico riuscisse a vincere la massima carica di uno stato europeo.

BOOM DI RIFUGIATI IN AUSTRIA
Numero di richieste di asilo (Fonte: Eurostat)

Il problema della Spoe, la socialdemocrazia austriaca, è che la classe operaia gli ha voltato le spalle stanca di una globalizzazione che gli ha portato via il lavoro, immigrati che non si integrano, un welfare troppo generoso con i nuovi arrivati a scapito dei pensionati locali e una vita che degrada e scolora come le case popolari del quartiere un tempo roccaforte della sinistra.


L’Austria è alla vigilia di un terremoto politico con effetti che arriveranno fino a Bruxelles. Le prime crepe sulla tenuta del governo austriaco di coalizione guidato dal socialdemocratico, Werner Faymann, si erano aperte lo scorso 24 aprile, quando al voto per il primo turno delle presidenziali erano stati chiamati 6,4 milioni di austriaci. Il suo partito, insieme ai popolari (democristiani), aveva subito una pesante sconfitta, la peggiore dal dopoguerra. Poi Faymann si è dimesso dalla segreteria del partito e dall’incarico di cancelliere ed è stato sostituito il 13 maggio alla guida del partito da Christian Kern, ex presidente delle Ferrovie austriache ed astro nascente della socialdemocrazia austriaca.
Questi drammatici avvicendamenti politici non sono stati che gli ultimi segnali dell’aria che tira al di là del Brennero, dove il candidato dell’estrema destra anti-immigrati, Norbert Hofer, il più votato al primo turno delle presidenziali austriache, ha ottenuto il 36,4% dei voti e ha 16 punti di vantaggio sul candidato dei Verdi, il suo rivale più vicino.

UN PIL SENZA SMALTO
Variazione % annua (Fonte: Eurostat)

Hofer favorito nel voto di domenica
I risultati ufficiali hanno confermato che il punteggio di Hofer, 45 anni, del Partito della Libertà (Fpoe, la formazione fondata da Jorg Haider) è stato il migliore ottenuto dal suo partito dal 1945 in un’elezione nazionale in Austria. Il secondo candidato più votato, l’ambientalista Alexander Van der Bellen, 72 anni, leader del partito Verde Die Gruenen per 11 anni (1997-2008), ha ottenuto il 20,4% dei voti. Saranno loro due a confrontarsi domenica 22 maggio. E non c’è da scommettere che sul candidato verde si concentreranno tutti i voti degli esclusi al primo turno. Anzi, secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano Ostereich24, il 70% degli elettori dei popolari e il 30% dei socialdemocratici voteranno per Hofer al secondo turno, tra cui molti operai spaventati dalla globalizzazione e dalle delocalizzazioni. Alla fine, a causa della crisi dei migranti, l’Austria potrebbe avere il primo presidente populista d'Europa. In terza posizione si è classificata l’indipendente, Irmgard Griss (18,5%); mentre il socialdemocratico Rudolf Hundstorfer (SPOe) e il popolare Andreas Khol (OeVP) sono stati eliminati con l’11,2% dei voti ciascuno.


Immigrazione e economia, i temi chiave della campagna
A determinare questo successo della destra nazionalista in Austria, tra rigurgiti populisti e paure xenofobe, sono stati due temi: l’immigrazione (in Austria sono transitati un milione di migranti nel 2015 e ci sono state 90mila domande d’asilo e 18.597 nei primi quattro mesi di quest'anno) e la difficile situazione economica del paese che sta vivendo un lento, ma inesorabile declino con perdita di competitività e un abbassamento del tenore di vita, con un welfare ormai insostenibile visti i tassi demografici di una popolazione sempre più anziana.

Le elezioni politiche si terranno nel 2018 ma se dovesse vincere Hofer già si parla di elezioni anticipate. Il voto sarà importante per capire i destini del libero passaggio al Brennero, un valico dove transitano 140 miliardi di euro di interscambio all’anno. Vienna ha più volte minacciato di alzare un muro al Brennero per fermare i profughi in arrivo dall’Italia, poi dopo un incontro avvenuto il 13 maggio al Brennero tra il ministro degli Interni Angelino Alfano e il suo omologo austriaco, Wolfgang Sobotka, è stato deciso di sospendere i lavori della costruzione della barriera in cambio di controlli rafforzati italiani sui treni e alla frontiera.

INTERSCAMBIO COMMERCIALE AUSTRIA/ITALIA
Valori in migliaia di euro (Fonte: Ice)

La «ricetta» vincente di Hofer
Ma perché Hofer, l’erede di Haider, ha stravinto e rischia di fare il bis al ballottaggio? Hofer nella sua campagna elettorale ha sottolineato la limitata capacità di assorbire nuovi arrivati in Austria, dicendo che «non siamo il dipartimento sociale del mondo». Poi ha criticato le concessioni in materia di visti e ingresso in Europa che la cancelliera tedesca Merkel ha fatto alla Turchia, nel tentativo di risolvere la crisi dei migranti e ha detto che l’Islam non diventerà mai parte della cultura austriaca. Infine ha ricordato che è tempo di togliere le sanzioni economiche dell’Occidente contro la Russia, sanzioni che stanno penalizzando l’economia del Paese alpino alle prese con gli strascichi del disastroso fallimento di Hypo Alpe Adria, l’ex banca della Carinzia, l’ex regno di Haider. Una bancarotta che è costata parecchi miliardi ai contribuenti austriaci.
Il voto austriaco segnala comunque un forte irrigidimento sul tema dei rifugiati e della condivisione delle responsabilità in Europa. Sebbene la partita per il nuovo capo dello Stato in Austria sia aperta, d’ora in avanti, se Hofer dovesse vincere, la chiusura del Brennero, da ipotesi congelata, potrebbe riaprirsi e diventare realtà con conseguente spaccatura tra Europa del Nord e del Sud.

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