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Grecia, all’Eurogruppo scontro sul taglio del debito: generoso o minimo?

  • –dal nostro corrispondente
Alexis  Tsipras
Alexis Tsipras

BRUXELLES. I ministri delle Finanze della zona euro tornano a riunirsi questo pomeriggio a Bruxelles per parlare della crisi greca. Due i temi sul tavolo: l’esborso di una nuova tranche di aiuti e un primo accordo su un eventuale alleggerimento del debito pubblico del paese mediterraneo, oggi pari a circa il 180% del prodotto interno lordo. Su questo secondo versante, continuano a dominare i contrasti tra i creditori, trasformando il negoziato in una partita a scacchi.

«L’obiettivo della riunione è trovare un accordo tra i paesi europei e il Fondo monetario internazionale – ha detto il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem prima dell’inizio della riunione, la seconda in due settimane dedicata alla perdurante crisi greca –. L’ipotesi di un taglio nominale del debito greco non si materializzerà. Non vi è maggioranza per questa idea. Ma siamo pronti ad aiutare la Grecia nel gestire il peso del passivo».

CREDITORI DI ATENE
Il debito dovuto in miliardi di euro


I due temi – l’esborso di aiuti e l’alleggerimento del debito – viaggiano in teoria su due binari separati. Nei fatti però tendono a incrociarsi, soprattutto perché da un accordo sul passivo dipende il continuo appoggio del Fondo monetario internazionale al salvataggio della Grecia, una condizione sine qua non per molti paesi europei. Pur non volendo più la ristrutturazione del debito d’emblée, l’Fmi ha chiesto un alleggerimento generoso, troppo controverso per molti europei.
«Tutti sono più o meno d’accordo per affermare che le recenti misure adottate dal governo greco sono sufficienti per ottenere l’esborso di una nuova tranche di aiuti finanziari – spiega un negoziatore –. Il problema è la questione del debito pubblico greco, e del suo alleggerimento. Finora i due dossier sono stati considerati insieme. Si possono separare l’uno dall’altro, ma questa è una scelta politica. Non è chiaro se i ministri vorranno andare in questa direzione».
Slegare le due questioni permetterebbe ai ministri delle Finanze di avere oggi una conversazione più serena, più rivolta all’esborso di nuovi aiuti (ormai accettato da tutti), piuttosto che alla riduzione del debito (sempre controversa).

Ma slegare i due dossier non è facile. Il mancato accordo sul debito potrebbe significare non avere l’appoggio del Fondo nel salvataggio della Grecia, una condizione che - come detto prima - per molti paesi europei è cruciale per versare nuovi prestiti.
«Tutti sono d'accordo con la necessità di alleggerire il debito greco», prosegue il negoziatore, anche perché faceva parte dei patti con Atene una volta raggiunto un attivo primario di bilancio. «Il problema è trovare una intesa su quanto alleggerirlo. Il nodo è complicato perché la posizione di ciascuno è influenzato da visioni politiche, ma anche da stime economiche. Quanto più si è pessimisti sull’economia, tanto più si crede che il paese debba ottenere un alleggerimento sostanzioso del suo debito».
Poco prima della riunione, il ministro dell’Economia italiano Pier Carlo Padoan ha ammesso qui a Bruxelles che «l’accordo riguarda molte variabili», ma ha detto di affrontare le discussioni con «sereno ottimismo». Il governo greco non ha urgentissimo bisogno di nuovi aiuti finanziari, ma è anche vero che prossimi rimborsi obbligazionari si stanno avvicinando rapidamente. In ballo, vi sono nuovi prestiti internazionali per circa 5-11 miliardi di euro.

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