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Dossier | N. 10 articoliG-7 in Giappone, focus sull'economia globale

G7: priorità è la crescita, risposta globale a migrazioni e terrorismo

ISE – «La crescita globale è la nostra priorità urgente». Davanti a un'espansione dell'economia mondiale che è «modesta e al di sotto del potenziale, con persistenti rischi di debolezza», il G-7 si è impegnato ad adottare politiche «più vigorose», usando tutti gli strumenti a disposizione, la politica monetaria, quella di bilancio e le riforme strutturali.

I capi di Stato e di Governo delle sette più grandi economie industriali (che il prossimo anno si riuniranno sotto guida italiana in Sicilia, probabilmente a Taormina, come ha annunciato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi) alzano un po' il tono rispetto al linguaggio dei loro ministri finanziari, che si erano riuniti il fine settimana scorso. Ma la presidenza giapponese, pur avendo ottenuto che nel comunicato finale del vertice di Ise-Shima si parli di «strategie fiscali da adottare cooperando» per rafforzare la crescita, non ha raggiunto il suo obiettivo di annunciare un'azione di stimolo di bilancio coordinata, per la prevedibile opposizione tedesca e britannica.

“La presidenza giapponese non ha raggiunto il suo obiettivo di annunciare un'azione di stimolo di bilancio coordinata, per la prevedibile opposizione tedesca e britannica”

 

Ogni Paese procederà sulla base delle proprie circostanze specifiche. Abe, intanto, si sta orientando a rinviare l'aumento dell'Iva, già previsto per l'anno prossimo, in modo da non far abortire la ripresa. C'è il riconoscimento da parte del G-7 che la politica monetaria da sola non basta a generare un'espansione forte e sostenibile e che tassazione e spesa pubblica vanno orientati alla crescita, assegnando la priorità a investimenti di alta qualità.

Il comunicato, come le conclusioni dei ministri finanziari, sottolinea che l'aumento dei conflitti geopolitici, il terrorismo e i flussi di rifugiati complicano la situazione economica globale, ma evita di usare la parola «crisi», come voleva il primo ministro giapponese, un'interpretazione su cui i suoi colleghi non si sono trovati d'accordo. La riaffermazione dell'impegno a evitare svalutazioni competitive e a non fare del tasso di cambio un obiettivo è anch'essa una sorta di implicito rimbrotto alle dichiarazioni giapponesi della vigilia, che invocavano l'opzione di interventi sui mercati valutari per contrastare l'apprezzamento dello yen. La cosiddetta “Iniziativa economica di Ise-Shima” è più che altro una riaffermazione di posizioni già note.

Fra i rischi geopolitici viene citata la possibile uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea in seguito al referendum di giugno. Ma sono soprattutto i flussi di rifugiati «una sfida globale che richiede una risposta globale». Questa comprende un aumento dell'assistenza ai rifugiati e ai Paesi che li accolgono, l'aumento dello sviluppo delle regioni coinvolte, con particolare attenzione all'Africa, al Medio Oriente e ai Paesi vicini, di origine e di transito dei flussi. Il G-7 incoraggia anche l'ampliamento delle opportunità di ricollocamento, ma alla fine riconosce che la crisi si risolverà solo con la pacificazione dei Paesi d'origine, compresa la Siria.

L'altro strumento su cui conta il G-7 è l'espansione del commercio mondiale, che negli ultimi anni si è indebolita. Fra gli obiettivi da raggiungere entro quest'anno, peraltro un difficile risultato viste le difficoltà politiche, l'accordo transatlantico Ttip e quello fra Ue e Giappone. Sul fronte commerciale, il G-7 punta il dito sull'eccesso di capacità di alcuni settori industriali, specialmente l'acciaio, favorito anche da sussidi che distorcono la concorrenza. Il riferimento implicito è alla Cina, con il richiamo all'abolizione di questi sussidi.

Un G7 diviso di fronte ai populismi

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