Mondo

Referendum in Svizzera: «no» al reddito di cittadinanza,…

  • Abbonati
  • Accedi
passa la linea del governo

Referendum in Svizzera: «no» al reddito di cittadinanza, «sì» a tempi più veloci per l’asilo

  • –di Lino Terlizzi
A Basilea,   sostenitori  dell’iniziativa per un reddito di base incondizionato: la proposta è stata bocciata dal referendum
A Basilea, sostenitori dell’iniziativa per un reddito di base incondizionato: la proposta è stata bocciata dal referendum

LUGANO - Sì a procedure più veloci per le richieste d'asilo, no al reddito di cittadinanza. In Svizzera passa la linea del Governo nella tornata di votazioni popolari di oggi. È stato ampio il consenso dato dagli elettori elvetici all'Esecutivo sui due quesiti di maggior rilevanza. I risultati definitivi indicano un 66,8% di sì a procedure più rapide per l'asilo e un 76,9% di no al “reddito di base incondizionato”.

Il progetto del Governo approvato oggi prevede la conclusione della maggior parte delle procedure d'asilo entro 140 giorni, con un parere positivo o negativo.

È prevista anche la creazione di appositi centri da parte della Confederazione, con il patrocinio giuridico gratuito per i richiedenti; il tutto con una riduzione dei tempi e dei costi.

Le misure del Governo, sostenute dalla maggioranza del Parlamento, erano di fatto un tentativo di compromesso con lo schieramento anti-immigrazione; ma l'Udc, partito della destra nazionalista che gode di consensi ampi, si è comunque opposta a queste misure, indicandole come insufficienti e rischiose. È passata però appunto la linea della maggioranza dell'Esecutivo e del Parlamento, che tende a tenere sì sotto controllo asilo e immigrazione, ma senza arrivare a misure più drastiche.

“La proposta sul reddito di base prevedeva un importo mensile per gli adulti di 2.500 franchi (circa 2.300 euro) e per gli adolescenti e i bambini di 625 franchi (570 euro)”

 

L'iniziativa sul reddito di base incondizionato, lanciata da un comitato senza colore politico ma sostenuta concretamente soprattutto dalla sinistra sociale, ha trovato pochi consensi. Il Governo e la maggioranza del Parlamento si erano schierati nettamente contro, sia per ragioni finanziarie sia per ragioni più complessive legate al mercato del lavoro.

I promotori avevano proposto come base di discussione un importo mensile di 2.500 franchi (circa 2.300 euro al cambio attuale) per gli adulti e di 625 franchi (circa 570 euro) per adolescenti e bambini. Secondo i calcoli del Governo, ciò avrebbe comportato versamenti annuali pari a 208 miliardi di franchi (circa 190 miliardi di euro). Una cifra che avrebbe potuto esser coperta, non per intero, da prestazioni della sicurezza sociale e da prelievi sui redditi da attività lucrativa. Alla fine, pur con questa copertura, sarebbero comunque mancati all'appello 25 miliardi di franchi (circa 23 miliardi di euro), da reperire per forza di cose con aumenti delle imposte o con tagli alle spese.

Il Governo si è opposto per questioni di conti ma anche perché il reddito di base a suo parere avrebbe inciso sul necessario legame tra lavoro e reddito, con conseguenze negative sul mercato del lavoro e sulla sicurezza sociale.

Gli elettori elvetici hanno votato oggi anche sull'utilizzo per le strade dell'intero gettito, e non più solo della metà, dell'imposta sugli oli minerali (no del Governo, proposta bocciata), sull'obbligo di utilizzare gli utili delle grandi società di servizi pubblici per investimenti nelle stesse società (no del Governo, proposta bocciata); sulle regole per la diagnosi pre-impianto nella fecondazione assistita (proposte del Governo, approvate).

In Ticino sì alla «tassa di collegamento»
In Ticino, gli elettori si sono pronunciati anche su una serie di quesiti legati alla sola realtà del cantone. Tra questi, quello che riguardava la “tassa di collegamento”, passata sul filo di lana con il 50,7% di sì. La tassa, sostenuta dal Governo cantonale, riguarda circa 200 imprese e centri commerciali proprietari di parcheggi con più di 50 posti ciascuno, a diposizione di dipendenti e clienti. Di questa tassa si è discusso soprattutto sull'onda del dibattito sul traffico stradale legato ai frontalieri italiani che ogni giorno si recano in Ticino in auto, ma la misura proposta e ora approvata tocca alla fine tutte le imprese maggiori attive in Ticino, a prescindere da chi siano i dipendenti e i clienti. Il Governo ha sostenuto la tassa per ragioni di difesa dell'ambiente e come parte del riaggiustamento dei conti pubblici, molte associazioni economiche si sono opposte indicandola come un onere eccessivo e sbagliato.

© Riproduzione riservata