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CORSA ALLA CASA BIANCA

Obama appoggia Hillary Clinton: «Nessuno è meglio di lei»

Reuters
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NEW YORK - Barack Obama è sceso oggi in campo, prima della conclusione formale delle primarie, offrendo tutto il suo appoggio alla candidatura di Hillary Clinton per la Casa Bianca 2016.
L'endorsement di Obama è giunto poco dopo il suo incontro nella mattinata con Bernie Sanders, l'irriducibile candidato della sinistra del partito che è riuscito a mobilitare i giovani e a galvanizzare la base dei democratici portando un messaggio “socialista”, come ama ripetere nei suoi comizi, in difesa dei privilegi perduti della classe media americana.

«So quanto sia difficile fare il presidente degli Stati Uniti, per questo credo che Hillary Clinton sia la persona giusta. Non credo ci sia una persona migliore di lei per questo lavoro: ha il coraggio, la compassione e il cuore per portare a termine le cose». Queste le parole di Obama in un video trasmesso nel primo pomeriggio dal sito elettorale di Hilary e immediatamente ripreso da tutte le reti televisive americane. Il presidente ha poi aggiunto: «Sono con lei. Sono pronto e non vedo l'ora di uscire là fuori e fare campagna elettorale con Hillary».

“So quanto sia difficile fare il presidente degli Stati Uniti, per questo credo che Hillary Clinton sia la persona giusta. Non credo ci sia nessuno migliore di lei”

Barack Obama 

Obama dunque ha voluto giocare d'anticipo, i democratici si rendono conto che la macchina elettorale non può perdere il ritmo né può perdere tempo nel momento in cui ci si deve confrontare con un candidato imprevedibile e aggressivo come Donald Trump. Per ora l'unico elemento di unità che abbiamo recepito all'interno del partito democratico riguarda proprio il fronte comune contro Trump, «inadatto», «impreparato», «pericoloso». Se per ora da parte di Sanders non c'è stata una sottoscrizione della campagna di Hillary, abbiamo capito dall'incontro che il candidato della sinistra democratica ha avuto con il presidente Barack Obama che è solo questione di tempo. Del resto un progresso verso l'unificazione del partito lo abbiamo già visto ieri. Sanders ha bisogno di essere corteggiato, ha bisogno che la sua piattaforma riceva un minimo di riconoscimento, ed è in questo contesto che dobbiamo leggere l'incontro di ieri alla Casa Bianca fra lui e il presidente degli Stati Uniti.

Hillary Clinton, nomination storica

Durante l'incontro Obama ha fatto il possibile per rendere l'onore delle armi a un candidato che, partito da zero, è riuscito a conquistare numerosi stati durante il corso delle primarie, finanziando la sua campagna con donazioni medie di 27 dollari in arrivo da milioni di persone. Sanders ha criticato e respinto l'attuale struttura per il finanziamento delle elezioni americane e ha promesso che avrebbe reso illegali i “Super Pac”, entità giuridiche autonome che possono ricevere donazioni pressoché illimitate per sostenere la campagna dell'uno o dell'altro candidato.

È ovvio che Hillary Clinton ha bisogno dell'aiuto di Bernie Sanders per sconfiggere Donald Trump e Sanders stesso ha chiarito, subito dopo l'incontro con Obama, che a questo punto la sua sarà una battaglia per sconfiggere Trump: «Farò tutto ciò che è nelle mie possibilità, e lavorerò più che posso, per fare in modo che Trump non diventi presidente». Il Senatore del Vermont ha poi aggiunto: «È incredibile per me, e lo dico sinceramente, che i repubblicani abbiano un candidato per la presidenza che nel 2016 fa dell'intolleranza e della discriminazione le pietre miliari della sua campagna».

Obama ha cercato di rendere la visita di Sanders il più amichevole possibile. Lo ha accolto intorno alle undici alla Casa Bianca, i due hanno passeggiato nei portici antistanti al giardino delle rose e si sono poi ritirati nello Studio Ovale, per una lunga conversazione durata quasi due ore. Obama ha detto di averlo «ringraziato per averci mostrato la strada su problemi come l'ineguaglianza economica e l'influenza dei soldi sulla nostra politica e per avere coinvolto i giovani nel processo politico. Accettare questo messaggio ci aiuterà a vincere a novembre. Ma più importante, rafforzerà il partito democratico e renderà l'America stessa più forte».

Non c'è dubbio che questa rapida successione di eventi, la conquista di Hillary Clinton del numero sufficiente di delegati per la nomination, la vittoria della California e di altri tre stati, l'appoggio di ieri di Obama, l'apertura alla creazione di un fronte comune di Sanders - il quale per altro ha chiarito che correrà fino a martedì, le ultime primarie - dia un vantaggio psicologico alla campagna democratica. Ma la partita è appena iniziata e la settimana prossima Trump, reduce dall'incidente in cui criticò un giudice texano per la sua radice messicana, tornerà all'attacco. E sappiamo quanto letali i suoi affondi possono essere, soprattutto quando si sente stretto in un angolo.
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