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Euro 2016 al via, Parigi sfida la paura ma le tensioni sociali restano

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DOPO LA PARTITA DI ESORDIO

Euro 2016 al via, Parigi sfida la paura ma le tensioni sociali restano

La cerimonia di inaugurazione di Euro 2016 allo Stade de France di Parigi
La cerimonia di inaugurazione di Euro 2016 allo Stade de France di Parigi

PARIGI. E ora spazio alla festa, allo spettacolo, al gioco, al divertimento. Spazio al calcio, insomma. È il messaggio che politici, organizzatori e media hanno rilanciato per l’intera giornata di ieri. In vista dell’incontro tra Francia e Romania che in serata ha inaugurato gli Europei 2016. Persino l’agguerritissimo Philippe Martinez – il baffuto segretario della Cgt, il sindacato vicino al partito comunista che guida da tre mesi la protesta contro la legge di riforma del mercato del lavoro – ha invitato i militanti a non ostacolare l’afflusso allo stadio. Nonostante i timori della vigilia, alla fine i treni delle due linee Rer che portano a Saint-Denis hanno viaggiato al 70%, assicurando alle decine di migliaia di tifosi (gli 80mila posti erano ovviamente tutti occupati) di poter raggiungere senza problemi la struttura di Saint-Denis, nella periferia Nord della capitale.

Dove hanno trovato un sistema di sicurezza assolutamente eccezionale e inedito, con due barriere e tre controlli successivi: per i biglietti, le verifiche di borse e borsette, la palpazione. Che ha ricordato a tutti (anche ai 90mila che hanno invece affollato la “fan zone” del Champs-de-Mars) come il pericolo vero – al di là degli scioperi, delle proteste, dell’immondizia e della piena della Senna – rimanga quello del terrorismo. Tanto più al momento di entrare in quello Stade de France davanti al quale, il 13 novembre scorso, si sono fatti esplodere tre kamikaze dello Stato islamico. Tre terroristi che appartenevano al commando della morte che ha ammazzato 130 persone a Parigi e che a loro volta avrebbero potuto compiere una strage.

Che la festa cominci, quindi. Anche se il presidente del comitato organizzatore di Euro 2016, Jacques Lambert, ha detto che «ormai è rovinata perché l’immagine che abbiamo fornito al mondo è disastrosa». Anche se la festa del calcio non può cancellare le difficoltà e le tensioni sociali che rimangono (malgrado la fine delle proteste nelle raffinerie e al terminal petrolifero di Le Havre). Il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, ha assicurato ieri mattina che i rifiuti – grazie agli straordinari dei netturbini che non scioperano e al costoso ricorso alle aziende private che già si occupano della raccolta in metà dei quartieri della città – scompariranno nel giro di qualche giorno e tutto tornerà alla normalità.

Ma ieri pomeriggio la situazione non era sostanzialmente cambiata. Negli arrondissement di competenza della municipalizzata l’immondizia continuava ad accumularsi e i passanti dovevano fare lo slalom tra sacchi puzzolenti e contenitori debordanti. «I nostri rifiuti – ci ha detto un cuoco della famosa Brasserie Lipp di Saint-Germain-des-Prés – sono lì da ormai quattro giorni. E siamo stati costretti a chiamare una società privata che ci costa 600 euro al giorno».

Rifiuti che peraltro vengono portati in discarica, perché il principale centro di trattamento della regione parigina rimane bloccato e gli altri tre sono ormai alla saturazione.

Il braccio di ferro tra Governo e sindacati oltranzisti – che hanno annunciato altre iniziative clamorose nei prossimi giorni – continua. Almeno fino a martedì, quando ci sarà «la grande manifestazione nazionale», si spera pacifica, a Parigi.

Seppure una prospettiva di dialogo sembra essersi aperta. Il ministro del Lavoro, Myriam El Khomri, ha detto ieri di essere «pronta a ricevere in qualsiasi momento il leader della Cgt, se questo può consentire di riportare la calma nel Paese». E Martinez le ha risposto di essere «disponibile a discutere in ogni momento, anche nel week end». Entrambi hanno ribadito le loro posizioni («La legge non verrà ritirata e nemmeno stravolta», «La mobilitazione continua»), ma forse si è accesa una luce. Nella speranza che il confronto non si concluda con l’ennesima marcia indietro del Governo su una legge già ampiamente svuotata di contenuti e di cui il Paese ha disperato bisogno. Sarebbe un prezzo troppo alto.

Va infine segnalata la maxi rissa di giovedì sera al Vecchio Porto di Marsiglia tra alcune centinaia di tifosi inglesi ubriachi (al Velodrome si gioca questa sera Inghilterra-Russia) e giovani francesi. Che la polizia ha impiegato alcune ore a sedare e ha risvegliato i ricordi delle follie degli hooligans nel giugno 1998, ai tempi dei Mondiali. Nuovi tafferugli, tra tifosi inglesi e polizia, ci sono stati ieri pomeriggio.

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