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Klaus Iohannis: «L’Europa riparta dai valori fondamentali»

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INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLA ROMANIA

Klaus Iohannis: «L’Europa riparta dai valori fondamentali»

«L’Europa deve ripartire dai suoi valori fondamentali. E deve procedere con soluzioni condivise. Solo così potrà superare le sfide di questi anni e riconquistare la fiducia dei cittadini». Klaus Iohannis, presidente della Romania dal 2014, chiede a tutti i governi dell’Unione uno sforzo per gestire «assieme» le crisi economiche, l’emergenza dei migranti, le tensioni con la Russia e anche il rischio di Brexit. Laureato in Fisica, 57 anni, liberale di centro, ha guadagnato consensi e popolarità come sindaco di Sibiu, importante città della Transilvania, fino a diventare la prima carica della Repubblica romena.

La crisi della Grecia, il referendum su Brexit, le tensioni sui migranti: l’Unione europea si sta dissolvendo?

L’Unione sta attraversando un momento difficile, segnato da numerose sfide interne ed esterne. Gli Stati e i cittadini europei sono messi alla prova, sono chiamati ad agire con coerenza e solidarietà per trovare soluzioni comuni. Questioni come i migranti, il terrorismo o la sicurezza alle frontiere richiedono una risposta unitaria dell’Europa. Senza una risposta unitaria, aumentano le barriere e il progetto strategico della Ue a livello globale perde valore. Penso, quindi, che il posto della Gran Bretagna sia all’interno dell’Unione: per il bene della Gran Bretagna e dell’Unione. E credo sia necessario, forse ora più che mai, promuovere politiche che rafforzino il progetto europeo nel tempo. Servono nuove soluzioni e nuovi strumenti, con una visione.

L’adesione all’Unione è stata un vantaggio per la Romania?

Per la Romania, l’adesione alla Ue nel 2007 ha avuto effetti benefici evidenti per l’intera società: l’ammodernamento delle amministrazioni, il progresso economico, lo sviluppo sociale. Adesso è il momento di agire insieme per il rilancio del progetto europeo, per riconquistare la fiducia dei cittadini europei nella costruzione dell’Europa, che deve portare risultati tangibili per ognuno di noi. La Romania è pronta a contribuire in maniera attiva - al fianco dell’Italia, della Germania, della Francia e degli altri Stati membri - a questo sforzo concettuale e di costruzione.

Sui migranti, qual è la sua posizione e come giudica l’azione dell’Unione Europea?

Così come noi abbiamo sostenuto sin dall’inizio, non è sufficiente affrontare l’emergenza, ma servono misure che rinforzino il dialogo e la cooperazione con i Paesi d’origine e di transito dei migranti, come anche misure per combattere le cause profonde del fenomeno. Vediamo con soddisfazione che l’azione della Ue si è gradualmente orientata verso questa direzione, così come confermato dalle recenti proposte presentate dalla Commissione. Il messaggio politico della Ue ai Paesi d’origine e di transito è molto chiaro: pieno sostegno ma dovete assumervi la vostra parte di responsabilità nella gestione dei migranti. Allo stesso tempo, però, dobbiamo continuare l’implementazione delle azioni già accettate all’interno dell’Unione. La Romania è uno dei principali sostenitori di Frontex, partecipa alle operazioni di salvataggio in Italia e in Grecia, sostiene le autorità greche nell’implementazione dell’accordo Ue- Turchia con esperti nelle procedure di asilo.

Che posizione avete sulle quote per ripartire i migranti tra i Paesi europei?

Esistono preoccupazioni, comprensibili, in materia di asilo e di migrazione. Noi continuiamo a pensare che le soluzioni non possono essere fondate su meccanismi obbligatori di distribuzione, né tantomeno su sanzioni finanziarie. L’esperienza ci dimostra che tali meccanismi non garantiscono una gestione efficace del problema. In più, ci troviamo in un contesto in cui le proposte di questo tipo non fanno altro che peggiorare i dissensi tra gli Stati membri e ci allontanano dal principio di consenso politico su questioni di grande impatto per il futuro dell’Unione.

Come giudica i governi euroscettici e i movimenti xenofobi che stanno crescendo anche nell’Europa dell’Est?

Come dicevo, i problemi che si sono accumulati hanno contribuito, negli ultimi anni, alla diffusione di tendenze euroscettiche. In Romania tuttavia, la fiducia dei cittadini nel progetto europeo si è sempre mantenuta molto alta e non abbiamo dovuto affrontare derive euroscettiche significative, con carattere estremista o xenofobo. Spero che il nostro Parlamento riesca a mantenere questa peculiarità anche alle elezioni di questo fine anno.

Qual è la posizione della Romania sulle sanzioni imposte alla Russia dall’Europa e dagli Stati Uniti?

Le sanzioni alla Russia sono state adottate con una certa sequenzialità, nel contesto dell’annessione illegale della Crimea e poi del sostegno da parte della Russia alle forze separatiste del Donec. Le sanzioni non rappresentano una politica o uno scopo in sé, ma devono rimanere valide fino alla sparizione degli elementi negativi che le hanno generate. Perciò credo che le sanzioni legate alla situazione dell’Est Ucraina non possono essere rimosse prima che vengano pienamente realizzati gli accordi di Minsk.

Quali sono gli obiettivi del suo mandato per l’economia della Romania?

Il mio obiettivo è la modernizzazione dell’economia e la creazione di un modello di sviluppo economico accettato e perseguito con continuità nonostante i cambiamenti politici e l’avvicendarsi dei governi. A mio parere, la modernizzazione della Romania deve fondarsi sulle seguenti dimensioni essenziali: proprietà privata e libertà economica per il sostegno dell’iniziativa privata, industria competitiva e agricoltura moderna, valorizzazione intelligente delle risorse naturali e del potenziale già esistente nei diversi settori economici. Abbiamo però bisogno del sostegno di politiche e sistemi pubblici.

Che fase economica sta attraversando la Romania?

La Romania ha un quadro macroeconomico stabile e favorevole con una crescita economica che nel 2016 è prevista oltre il 4 per cento: siamo sul podio dell’Unione Europea. Nel 2015 sono aumentati gli investimenti stranieri a ulteriore dimostrazione della fiducia degli investitori. Per i prossimi anni dobbiamo far crescere gli investimenti, pubblici e privati, e aumentare la produttività e la competitività economica. La priorità è lo sviluppo delle infrastrutture con grandi progetti di investimento che ci aiuteranno a recuperare il divario nei confronti di altri Paesi europei. Considero poi altrettanto importante la valorizzazione dell’area del Mar Nero che fa parte del nostro Paese.

Quali sono le maggiori opportunità di investimento in Romania?

La Romania presenta opportunità di investimenti e business da valorizzare in molti settori. L’energia può e deve diventare un vettore costante della nostra competitività economica. Il progetto Brua (Bulgaria-Romania-Ungheria-Austria) è un buon esempio di un investimento strategico in campo energetico che aumenterà la nostra sicurezza economica e spingerà lo sviluppo regionale seguendo i principi dell’Unione energetica europea.

Cosa state facendo per migliorare le condizioni di business in Romania?

Le performance economiche dipendono anche dalla qualità delle regole per le imprese. In questo senso, la Romania sta agendo per migliorare la qualità del clima generale di business. Le politiche a favore delle imprese porteranno trasparenza e certezza per chi investe: già oggi, la presenza record delle imprese italiane in Romania, conferma l’esistenza di un ambiente favorevole al business.

Come si possono migliorare le relazioni fra Romania e Italia?

Siamo riusciti a costruire un rapporto di massima fiducia e apertura partendo dai nostri molti interessi comuni. Un rapporto rafforzato dalla presenza di una grande comunità romena in italia di quasi 1,2 milioni di persone, dall’esistenza di un’importante comunità di affari italiana in Romania alla quale si aggiunge la minoranza storica italiana nel nostro Paese, dagli scambi commerciali. La costante collaborazione politica potrà far crescere ulteriormente gli scambi economici, gli investimenti italiani in Romania e potrà valorizzazione il potenziale della comunità romena in Italia.

Tornando all’Europa. Di cosa ha bisogno oggi il progetto dell’Unione?

Per poter rispondere con forza alle attuali e future sfide, dobbiamo agire insieme nello spirito dei trattati e soprattutto dei valori dell’Unione: democrazia, unità, solidarietà e prosperità. Solo in questo modo potremo rafforzare il progetto europeo e riconquistare la fiducia dei cittadini europei. Non possiamo permetterci nessun passo indietro, nessun fallimento. È questa la responsabilità comune per il nostro futuro e sono contento che l’Italia, assieme alla Romania, condivida questa visione.

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