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Scontro aperto tra fronte pro-Brexit e Banca d’Inghilterra. Carney: «Siamo indipendenti»

LONDRA – «Numerosi ed evidenti errori… la dimostrazione di un'errata concezione dell'indipendenza di una Banca centrale», firmato Mark Carney governatore della Bank of England. Il destinatario della bacchettata, inusuale per un banchiere centrale, è Malcolm Jenkins, deputato Tory esponente di prima linea di Leave che nei giorni scorsi aveva invitato – a nome di tutti i brexiters - il numero uno della BoE a correggersi e soprattutto a trattenersi da valutazioni in grado di interferire con il referendum.

Un messaggio, quello del deputato euroscettico, considerato dai militanti di Remain un esplicito tentativo di «mettere la museruola» a Carney. La replica di Threadneedle street, secondo quanto riporta la Bbc, è arrivata in queste ore e trascina a tutti gli effetti l'istituto centrale nell'arena dello scontro che lacera il Regno Unito. Nella lettera si ricorda il ruolo, i doveri e i diritti di un governatore, precisazioni destinate a riacutizzare la polemica sull'interventismo teorico di Mark Carney che da tempo irrita i conservatori schierati con l'addio alla Ue.

In autunno il numero uno della BoE aveva detto che la banca si sarebbe astenuta – volontariamente – dall'esprimersi sul referendum. In queste settimane sono però uscite analisi e valutazioni sulle conseguenze della “secessione” britannica che corroborano le tesi di Remain. Denunciare i rischi di recessione, secondo Leave è stato un colpo basso della Bank of England, nonostante la voce della BoE sia una delle tante – sebbene fra le più autorevoli – che si sono levate in questi giorni, confermando la possibilità di un rapido rinculare dell'economia del Regno.

L'accusa di interferenza politica non poteva passare sotto silenzio e Mark Carney ha deciso di replicare con poche ma sentite parole a Malcolm Jenkins e a tutti brexiters. «Non ho affatto reso nota la mia posizione personale – ha scritto in sostanza il governatore – mi sono limitato a far fronte alle mie responsabilità previste dal mandato assegnatomi…la Banca ha il dovere di rendere noto il suo provato giudizio in parlamento e al pubblico…». La querelle si accende, dunque, e non finirà qui. Pezzi da Novanta del partito, compreso l'ex Cancelliere euroscettico Normal Lamont, sono pronti ad attaccare le intromissioni presunte del governatore venuto dal Canada a guidare una fra le massime istituzioni del Regno.

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