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Brexit sì o no: le cinque ragioni dei due fronti pro e contro l’Unione Europea

La campagna referendaria per lasciare l’Unione europea (il fronte Leave) o rimanervi (il fronte Remain) è alle batture finali. La campagna dei due fronti è stata sospesa dopo l’assassinio della deputata laburista Jo Cox, impegnata con lo schieramento favorevole all’Unione Europea. Vediamo quali sono, secondo i due fronti opposti, le cinque principali ragioni per votare Leave, determinando la Brexit (British - exit) oppure Remain.

LE 5 RAGIONI DEL FRONTE «BREXIT»

1) Controllare l’immigrazione
L'immigrazione è fuori controllo. Fare parte della Ue significa accettare la libera circolazione delle persone senza poterla limitare in alcun modo. Troppe persone arrivano dai Paesi Ue - 250mila nell’ultimo anno – e rappresentano un peso eccessivo per i servizi pubblici, i trasporti e la sanità. Molti immigrati Ue o sfruttano il sistema di sussidi pubblici britannico oppure accettano di lavorare a basso costo, spingendo al ribasso i salari e quindi danneggiando i lavoratori britannici. Inoltre il numero di immigrati non farà che aumentare. Già i Paesi sono passati da 8 a 28. Ora in lista d’attesa per entrare a far parte della Ue ci sono Albania, Macedonia, Montenegro, Serbia e soprattutto Turchia, che ha una popolazione di 72 milioni di persone. Uscire dalla Ue è l’unico modo possibile di limitare gli arrivi e riprendere il controllo dei confini.

2) Tutelare la sicurezza
La sicurezza del Paese va tutelata. La libera circolazione delle persone significa campo libero e spostamenti facili per armi, criminali e terroristi all’interno della Ue. L’emergenza immigrazione ha dimostrato l’impotenza della Ue. La Gran Bretagna potrà garantire la sicurezza dei suoi cittadini solo chiudendo le frontiere e riacquistando il diritto di fare controlli all'ingresso.

3) Riconquistare la sovranità nazionale
La sovranità nazionale va riconquistata. Metà delle leggi in vigore in Gran Bretagna sono state approvate da burocrati Ue che nessuno ha eletto. La Corte di giustizia europea regolarmente impone le sue sentenze contro il volere dei giudici britannici e del Governo. Uscendo dalla Ue la Gran Bretagna potrà tornare a essere un Paese sovrano, soggetto a leggi che ha approvato e padrone del proprio destino.

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4) Spendere meno
La Ue costa troppo. La Gran Bretagna versa 350 milioni di sterline alla settimana a Bruxelles, 20 miliardi di sterline all’anno e non ha il controllo di come vengono spesi. Lasciando la Ue questi soldi potrebbero essere investiti per il bene del Paese, per potenziare i servizi pubblici e in particolare il servizio sanitario nazionale.

5) Sottrarsi alla burocrazia europea
La Ue è macchinosa e burocratica. Oltre a essere poco efficiente, poco trasparente e poco democratica, la Ue ha una burocrazia eccessiva che impone restrizioni e regole in tutti i campi, rallentando i tempi, aumentando i costi e soffocando le imprese, in particolare piccole e medie. Lasciandola, la Gran Bretagna potrà rilanciare l’economia liberandola dai lacci imposti da Bruxelles, e sarà libera di negoziare trattati commerciali bilaterali con Paesi in crescita come India e Cina.

LE 5 RAGIONI DEL FRONTE PRO-UE

1) Evitare un salto nel buio
Uscire sarebbe un salto nel buio. Non ci sono precedenti, e soprattutto non ci sono vie di ritorno: sarebbe una decisione irreversibile. Restare nella Ue non significa accettare lo status quo ma piuttosto contribuire dall’interno a riformare e modificare le cose che non vanno. L’uscita della Gran Bretagna inoltre alimenterebbe i movimenti nazionalisti e populisti in altri Paesi europei e rischia di provocare una reazione a catena negativa. Lasciare la Ue senza avere alcuna certezza sul futuro sarebbe un gesto irresponsabile che danneggerebbe le generazioni future.

2) Godere dei vantaggi economici del mercato unico
Uscire sarebbe uno shock per l’economia britannica. Fare parte di un mercato unico di 500 milioni di persone ha arricchito la Gran Bretagna, e aperto le porte di oltre 50 Pesi con i quali la Ue ha stretto accordi commerciali. Per ogni sterlina che la Gran Bretagna versa a Bruxelles ne riceve dieci in investimenti e scambi commerciali. Metà delle esportazioni britanniche vanno in Europa e ogni anno la Gran Bretagna riceve 24 miliardi di sterline di investimenti dalla Ue. Un’uscita porterebbe il caos sui mercati finanziari, indebolirebbe la sterlina rendendo più costosa la vita per i cittadini britannici e potrebbe provocare una nuova recessione.

3) Mantenere il peso geopolico di Londra
Uscire ridurrebbe l’influenza e il potere della Gran Bretagna. Alzare il ponte levatoio non sarebbe chiudersi in uno “splendido isolamento” ma rinunciare ad avere una voce in Europa e nel mondo. La Gran Bretagna, come la Norvegia e la Svizzera, rischia di dover sottostare a regole Ue, libera circolazione compresa, senza avere contribuito a stabilirle. Il suo ruolo sul palcoscenico globale sarebbe ridimensionato.

4) Affrontare le minacce globali con la forza dell’unione
Uscire renderebbe la Gran Bretagna più vulnerabile. Nel mondo di oggi tutte le grandi minacce, dal terrorismo all’aggressività della Russia, sono globali e possono essere gestite e ridotte solo con la cooperazione tra Paesi. La collaborazione tra forze di polizia e servizi ha impedito molti attentati e il mandato di arresto europeo ha permesso di catturare, estradare e condannare terroristi e criminali.

5) Evitare il rischio dei separatismi interni
Uscire potrebbe distruggere il Regno Unito. La Scozia filoeuropea chiederebbe un secondo referendum che questa volta porterebbe all’indipendenza. L’Irlanda del Nord non vorrà perdere la libera circolazione nell’isola, che tra l’altro è prevista dagli accordi di pace tra cattolici e protestanti. Un’uscita inoltre danneggerebbe milioni di cittadini britannici: sia i giovani, che non potrebbero più viaggiare, studiare e lavorare liberamente in altri Paesi europei, che i pensionati, che perderebbero il diritto di vivere (e godere dei servizi sanitari gratuiti) di Paesi ospitali come la Francia e la Spagna.

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