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Se Brexit infrange i sogni dei giovani imprenditori inglesi

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la storia di tom e debs

Se Brexit infrange i sogni dei giovani imprenditori inglesi

Piccole storie all’appuntamento con la Storia. Manca ormai un giorno al B-Day e non ci sono solo i grandi nomi dell’industria, della finanza e dello star system schierati per restare nell’Unione europea. Lo spettro di Brexit turba i sonni e il futuro anche di tanti giovani inglesi, sconosciuti ai più. Tom Cridland e Deborah Marx, per esempio. Hanno 25 anni e si sono incontrati all’Università dove hanno studiato lingue: francese, portoghese, spagnolo. Sono diventati una coppia nella vita e nel lavoro e due anni fa, grazie a un prestito di 6mila sterline del governo, hanno avviato una start-up nella moda, la Tom Cridland.

«Disegniamo e produciamo maglie e pantaloni sostenibili, destinati a durare al fine di non distruggere risorse e limitare così anche lo sfruttamento dei lavoratori in paesi come Cina, India, Bangladesh» dice Tom. L’ultima creatura del marchio è The 30 Year Sweatshirt, garantita - come dice il nome - per trent’anni. L’hanno indossata anche alcuni attori di Hollywood, la Cridland ha avuto buona stampa in Inghilterra e negli States. Ma se arriva Brexit il sogno di Tom e Debs svanirà: «Abbiamo lavorato duramente per crescere fino a un fatturato di 500mila sterline - spiegano - il nostro abbigliamento viene disegnato qui a Londra e prodotto in Portogallo, a Serra da Estrela». Non riescono a immaginate cosa succederà, l’incubo di dazi e tariffe oscura il loro cielo, non la paura di masse di immigrati in cerca di lavori poco pagati.

Thomas è per metà di origine portoghese, Debs ha sangue italiano nelle vene. La loro è la storia di una generazione internazionale nata e cresciuta senza barriere, con la gioia della libertà. Felici di muoversi attraverso il continente, grati di avere mercati aperti dove far crescere la propria piccola azienda. Terrorizzati alla sola idea delle possibili restrizioni in arrivo se vincerà Leave. «Vendiamo online ed esportiamo in tutta Europa - spiega Tom Cridland - posso usare Londra come base e viaggiare liberamente e lavorare dove voglio all’interno dell’Unione europea. È fantastico. Perché mai dovrei rinunciare a tutto questo con Brexit?».

Da giovane imprenditore Tom vuole che il suo paese resti nell’Unione europea e non crede affatto alle rassicurazioni che arrivano dal fronte Leave. «Non sono credibili quando escludono conseguenze sull’economia». I sostenitori dell’uscita dalla Ue «rispondono alle nostre preoccupazioni dicendo che un accordo commerciale verrà raggiunto ma non credo che questo avverrà abbastanza velocemente e il danno causato al nostro amato lavoro sarà a quel punto irreversibile».

Il governo di Londra, in caso di uscita, dovrà rinegoziate tutti gli accordi nei quali è parte con l’Unione europea, Wto compresa. I partner Ue in questi lunghissimi mesi di attesa e passione hanno espressamente minacciato di chiudere la porta in faccia al commercio. «Quando si è fuori si è fuori» ha tuonato Wolfgang Schäuble, potente ministro delle Finanze della Germania.

«Il governo, l’opposizione, tutti gli ex primi ministri, il presidente americano, le principali autorità economiche, tutti concludono che Brexit danneggerà la nostra economia». Sarà molto dura, pronosticano Tom e Deborah pregando che il futuro dell’Unione continui a essere un sogno a Ventotto voci.

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