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La Corea del Nord lancia altri due missili. Uno fallisce, l’altro…

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tensioni in asia

La Corea del Nord lancia altri due missili. Uno fallisce, l’altro ha un successo almeno parziale

(Ansa/Ap)
(Ansa/Ap)

TOKYO - Due missili a medio raggio in rapida successione: il primo lancio fallisce, il secondo ha un successo, almeno parziale. Questa mattina la Corea del Nord è tornata a sfidare le sanzioni internazionali con il doppio lancio (a distanza di due ore: uno alle 5.57, l'altro alle 8.05 ora di Seul) di missili - con tutta probabilità “Musudan” in grado di raggiungere bersagli a oltre 3mila chilometri - dalla sua costa orientale.

Se il primo di essi – secondo le prime indicazioni – si sarebbe disintegrato dopo soli 150 km, il secondo avrebbe viaggiato per circa 400 chilometri prima di inabissarsi nel Mar del Giappone. Quest'ultimo tentativo rappresenterebbe dunque il test più positivo – dal punto di vista di Pyongyang – dopo cinque tentativi sostanzialmente a vuoto (di cui tre in aprile e uno a fine maggio).

Il Giappone aveva già messo in allerta da ieri il suo dispositivo difensivo in previsione dei lanci, di cui era stata rilevata la preparazione. Il ministro della Difesa Gen Nakatani ha dichiarato che si tratta di «provocazioni serie» che non possono essere tollerate. Nakatani ha notato che Pyongyang potrebbe ricorrere a nuove iniziative provocatorie, anche perché sabato celebrerà il 66esimo anniversario dell'inizio della guerra di Corea. Il premier giapponese Shinzo Abe - in tour elettorale nella provincia di Kumamoto - ha dichiarato che «si tratta di una chiara violazione delle sanzioni internazionali che non può essere condonata».

Tokyo, Seul e Washington stanno preparando una reazione coordinata alle Nazioni Unite, il cui Consiglio di Sicurezza il due marzo scorso ha rafforzato le sanzioni collettive contro Pyongyang in seguito al suo quarto test nucleare effettuato a gennaio.

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Le sanzioni proibiscono ogni test balistico. Pyongyang ha più volte sostenuto che si tratterebbe di elementi di un pacifico programma satellitare.

Intanto, sono un centinaio i partecipanti al Northeast Asia Cooperation Dialogue (Neacd), che vede da oggi a Pechino coinvolti in «una riunione informale e a porte chiuse» rappresentanti diplomatici, esperti e accademici di Cina, Usa, Giappone, Russia e delle due Coree, a poche ore dai due missili testati da Pyongyang. Si tratta dei Paesi del Tavolo negoziale a Sei, in stallo da fine 2008 e lanciato per risolvere la questione nucleare della Corea del Nord: la riunione vuole favorire la «fiducia nella regione», secondo i promotori Institute on Global Conflict and Cooperation dell'Università della California e China Institute of International Studies, usando il format del “track 1.5 diplomacy”, dove funzionari governativi e altri inviati lavorano insieme alla soluzione dei conflitti. Per la prima volta dal 2012 c'è una delegazione nordcoreana guidata da Choe Son Hui, vicedirettore del Dipartimento per gli affari Usa del ministero degli Esteri. Per Giappone, Usa e Cina ci sono i rispettivi capi del dossier nucleare di Pyongyang.

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