La decisione di Nigel Farage di lasciare la leadership dell'Ukip tenendosi ben stretto seggio e prebende nel Parlamento europeo è il tentativo degli eurofobi britannici di sedersi al tavolo delle trattative con l'Europa. «Controllerò come un falco il buon esito del negoziato», ha detto il leader uscente nell'annunciare la sua volontà di «riprendersi la vita» dopo aver portato a termine la sua missione di frattura anglo-europea. Parole che confermano in realtà la consapevolezza di Nigel Farage di essere figura divisiva, capace di suscitare sentimenti contrastanti e quindi capace di allontanare l'Ukip dalla prima linea della Gran Bretagna che verrà.
“Controllerò come un falco il buon esito del negoziato”
Nigel Farage
I populisti inglesi, quindi, cercano di entrare nella politica dei grandi in vista della trattativa europea e anche con una prospettiva di più lungo periodo. Dopo aver scardinato i Tory, ora puntano al nord del Paese facendo saltare i bastioni del Labour che hanno votato per la Brexit contro la linea del partito.
Battaglie politiche future. Per ora resta l'esigenza di emancipazione per trasformare l'Ukip da partito di lotta a partito - non di governo perchè il sistema elettorale britannico è stato argine all'avanzata dei populisti – che gli oppositori dovranno considerare reale interlocutore. Non a caso la candidata alla leadership dei Tory, Andrea Leadsom sta già strizzando l'occhio all'Ukip in vista di un rimescolamento delle carte della politica britannica che non ha precedenti nella storia contemporanea.
Resta infine la percezione della grande fuga dei brexiters. Dopo Boris Johnson se ne va anche Nigel Farage, i due leader che hanno massimamente contribuito al successo della campagna per l'addio all'Ue non saranno nella partita del dopo voto, aggiungendo altro amaro alla bocca di un popolo che ci pare sempre più inconsapevole del passo compiuto.
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