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PER DEFICIT ECCESSIVO

Deficit eccessivo, la Ue apre procedura contro Spagna e Portogallo. Sanzioni, parola ai governi

Il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy
Il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy

BRUXELLES – Ritenendo che né Madrid né Lisbona abbiano adottato sufficienti “misure efficaci” per risanare il loro deficit, la Commissione europea ha annunciato l'apertura di una procedura che potrebbe comportare controverse multe ai danni di Spagna e Portogallo. Consapevole del delicato contesto economico e preoccupata all'idea di contribuire alla disaffezione nei confronti dell'Unione, Bruxelles ha già lasciato intendere che l'eventuale ammenda potrebbe essere uguale a zero.


In % del Pil (Fonte: Commissione Ue)

In una conferenza stampa, il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis e il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici hanno cercato del loro meglio di presentare la propria decisione come un atto dovuto, ricordando che la decisione finale spetta al Consiglio. Riferendosi al Patto di Stabilità e di Crescita, Moscovici ha detto: “Queste sono regole complesse ma intelligenti, devono essere applicate in modo intelligente dalla Commissione e dal Consiglio”.

Spagna e Portogallo sono in posizioni diverse. Madrid ha ottenuto nel 2015 un anno in più per ridurre il proprio deficit sotto al 3,0% del prodotto interno lordo. I dati del 2016 mostrano chiaramente che il paese non riuscirà a raggiungere questo obiettivo. Lisbona, invece, avrebbe dovuto ridurre il disavanzo sotto al 3,0% del PIL già l'anno scorso, senza riuscirvi. I due paesi sono in una situazione politica difficile. In particolare, la Spagna è stata chiamata due volte alle urne in sei mesi.
Con la controversa decisione - attesa fin dal 18 maggio quando la Commissione aveva spiegato che avrebbe preso posizione sui conti spagnoli e portoghesi in luglio - si apre una procedura tortuosa. Il dossier passa al Consiglio che ne discuterà martedì. Ai paesi membri spetta decidere se l'analisi della Commissione sia corretta o meno. Se i governi decidono di confermare la posizione di Bruxelles, l'esecutivo comunitario ha 20 giorni entro i quali proporre una multa.

La proposta di penalità pecuniarie – che possono ammontare fino allo 0,2% del prodotto interno lordo (per la Spagna: 2,1 miliardi di euro) - è ritenuta adottata dal Consiglio se non viene respinta a maggioranza qualificata entro 10 giorni. Peraltro, la stessa legislazione europea permette al paese oggetto della procedura di chiedere, e alla stessa Commissione europea di proporre, una riduzione o una cancellazione dell'amontare della sanzione in presenza di “circostanze economiche eccezionali”.
A proposito della multa, Dombrovskis ha spiegato che, nel decidere l'eventuale ammenda, Bruxelles terrà in conto “le conseguenze della crisi finanziaria” e “gli sforzi già effettuati” dai due paesi. “Nella procedura – ha aggiunto - vi è la possibilità per gli Stati di presentare la richiesta di ridurre l'ammenda o addirittura probabilmente di portarla a zero”. Dal canto suo, Moscovici ha voluto insistere per dire che le regole europee non sono “né rigide né punitive” e non ha escluso “ammende uguale a zero”.

Stretta tra l'obbligo di applicare le regole, la necessità di salvaguardare la fragile ripresa e l'urgenza di evitare nuove tensioni nazionali, la Commissione ha tratteggiato un possibile compromesso: multa sì, ma simbolica. Da Lisbona, il presidente Antonio Costa ha detto di temere “un sentimento anti-europeo” nel caso di ammende, mentre da Madrid, il ministro delle Finanze Luis de Guindos ha detto di essere “assolutamente convinto che non vi sarà alcun tipo di sanzione contro la Spagna”.

“Tutti sanno che a nessuno conviene aizzare nuove tensioni, tanto più dopo la decisione del Regno Unito di lasciare l'Unione Europea”

 

Al di là della multa, la Commissione - una volta decisa l'ammenda - deve anche proporre al Consiglio di sospendere una parte dei fondi strutturali europei. Poiché la misura è relativa all'anno successivo, la sanzione è nei fatti sospesa per alcuni mesi, che possono essere usati per correggere la situazione e quindi evitare la sanzione. A leggere le regole si capisce bene che vi è spazio di manovra, nella sostanza e nella tempistica, prima di arrivare al punto di sanzionare nei fatti un paese membro.
Ciò detto, la procedura aperta rischia di peggiorare l'immagine di una Commissione ritenuta - a torto o a ragione - poco attenta alle situazioni nazionali. Moscovici si è detto fiducioso che il Consiglio martedì approverà la posizione di Bruxelles, in attesa che lo stesso esecutivo comunitario proponga successivamente una ammenda ridotta, se non addirittura inesistente. Tutti sanno che a nessuno conviene aizzare nuove tensioni, tanto più dopo la decisione del Regno Unito di lasciare l'Unione.


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