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Elon Musk tra idee visionarie, guai recenti e un tweet misterioso

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Elon Musk tra idee visionarie, guai recenti e un tweet misterioso

Elon Musk, ceo di Tesla Motors
Elon Musk, ceo di Tesla Motors

Narra la leggenda mai smentita che l’ingegnere miliardario di Iron Man sia ispirato a lui. Quella volta che Elon Musk, fondatore di Tesla Motors, trasformò in evento anche la presentazione di contenitore di pile per la casa, c’era fra gli spettatori Jon Favreau, regista dei due film che osservava all’opera l’impreditore più cinematografico di Silicon Valley.

Narrano le cronache che dopo essere diventato ricco e celebre vendendo PayPal sedici anni fa, aver fondato l’azienda californiana che produce auto elettriche (doppia coolness), guidato la prima azienda privata (SpaceX) che ha lanciato in orbita un razzo e l’ha fatto tornare, Musk, sudafricano con passaporto canadese e americano, cerca da anni di mettere in pratica le adolescenziali letture di fantascienza - il genere che diede più risposte alle sue domande sull’esistenza, come non riuscirono Schopenauer e Nietzsche «uomini infelici che scrissero libri deprimenti».

Da anni Musk ripete che prima di morire andrà su Marte, anzi pensa pure di creare una colonia perché l’umanità prima o poi ne avrà bisogno. Nel frattempo lavora per abbandonare i combustibili a favore dell’energia sostenibile.

“Il più impressionante pensatore fuori dagli schemi che abbia mai conosciuto”

Walter Isaacson 

Gli elogi non si contano. «Il più impressionante pensatore fuori dagli schemi che abbia mai conosciuto» (Walter Isaacson, presidente dell’ Aspen Institute e autore della monumetale biografia su Steve Jobs). «Sono poche le persone con la visione del futuro che ha Elon, e quello che lo rende eccezionale è la sua capacità di farla diventare realtà» (Bill Gates). «Un uomo del Rinascimento in un’era che ne ha bisogno» (Favreau). «Ormai siamo al culto della personalità, ai suoi eventi ci sono donne che non si lavano la mano dopo avergliela stretta: sentiamo il bisogno di un eroe contro il cambiamento climatico» (New Yorker). Rapporto di minoranza che alimenta il personaggio, la prima moglie Justine, mora naturale: «Mi ordinò di farmi bionda, risposi no, mi disse che se fossi stata una sua dipendente mi avrebbe licenziata in tronco».

Con una presentazione così, è dura parlare di difficoltà sul mercato, inchieste della agenzia americana per la sicurezza stradale (NHTSA), banali trimestrali. Eppure il tweet qui sotto che Musk ha pubblicato ieri autorizza.

Già il fatto che un imprenditore annuncia un progetto top secret con un tweet non convince, come minimo il segreto tanto segreto non è o tale non deve rimanere. Infatti 140 caratteri bastano per precisare che si saprà tutto questa settimana. Come ogni supereroe però Musk è anche mago della comunicazione: stamattina i media su Twitter titolavano sul piano, buon diversivo per far dimenticare le inchieste della NHTSA sui due incidenti di maggio e luglio. Nel primo in Florida l’autista quarantenne è morto, nel secondo il 77enne alla guida è rimasto ferito.

In entrambi i casi sotto accusa è finito l’Autopilot, avanguardia dei modelli della casa - la macchina tiene la corsia a velocità costante anche se per un limitato periodo di tempo. Il modello è un successo, ve ne sono già 70mila in circolazione nonostante il software della vettura sia ancora alla versione beta, cioè non definitiva - successo che la compagnia con sede a Palo Alto non vuole mettere in discussione: in dichiarazioni ufficiali dice che in nessuno dei due casi è provato che la causa sia l’Autopilot e comunque il primo incidente è avvenuto dopo 130 milioni di miglia percorse da queste macchine.

È dura coniugare i progetti del Marziano con questi asciutti comunicati aziendali o con la notizia della settimana scorsa secondo cui Tesla non riuscirà a consegnare le 80-90mila vetture promesse quest’anno, ma si deve. Perché nell’agosto 2006 sul suo blog lo stesso Musk aveva fatto un annuncio quasi uguale per anticipare l’uscita dei modelli quattro porte e Sport, quindi ci si aspetta qualcosa di simile. Poi un tweet è il miglior modo per mettere a tacere le malelingue: l’annunciato interessamento di Tesla per SolarCity ha suscitato critiche sia perché l’azienda è guidata dal cugino di Musk, Lyndon Rive, sia perché è in difficoltà finanziarie (si parla di un’acquisizione da 2,5 miliardi di dollari mentre le azioni Tesla sono calate di circa il15% da fine aprile).

Cosa c’è dunque meglio di un breve e misterioso post per solleticare la curiosità di quelli che continuano a domandare se c’è un piano per fondere due innovazioni: le auto elettriche di Tesla e i pannelli solari di SolarCity Corp? C’è chi ipotizza che dopo la crisi finanziaria (quasi bancarotta nel 2008, l’azienda ha beneficiato degli aiuti governativi ai produttori di macchine elettriche voluti da Obama), Tesla viva adesso una crisi di identità. Dubbi che probabilmente interessano poco al «pensatore» che ha sempre ripetuto: Tesla non è un produttore di macchine come tutti gli altri.

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