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presidenziali in francia

Macron, l’ex banchiere di Rothschild pronto a rottamare la «Douce France»

Martedì 12 luglio una folla variegata si è radunata intorno alla Maison de la Mutualité, teatro del primo meeting del movimento creato dal ministro dell'Economia Emmanuel Macron, 38 anni, En Marche, (In marcia). Verso dove? e perché? Alle 21 sul palco è arrivato il protagonista, l’ex banchiere presso Rothschild, camicia bianca e completo blu, senza cravatta, per spiegare dove vuole portare la Francia. « Stiamo cominciando a scrivere una nuova storia». Macron ha indicato la necessità di aggiornare o rottamare la “Douce France”, l’espressione con cui i francesi parlano della eccezione culturale francese che in tempi di globalizzazione ormai non regge più.

Ma la tanto attesa ufficializzazione di una candidatura del giovane e popolare ministro all'Eliseo, un iconoclasta del sistema attuale o di un suo addio al
governo, però, non c'è stata. Bisognerà attendere ancora. Macron, 38 anni, ha “ringraziato” Hollande per averlo chiamato a far parte del suo governo nel 2014. Ma poi ha tolto il velo sui molti errori della sua politica, stigmatizzando «le promesse non rispettate». Nel corso dei suoi due anni in seno all'esecutivo, Macron ha potuto constatare fino a che punto il sistema non voleva cambiare: «Non sono riuscito a fare alcune cose».

In passato ha attaccato le 35 ore e e la tassa sulla ricchezza, due mosse che lo hanno reso molto polare tra gli elettori centristi e tra chi ha lasciato polemicamente la Francia per sfuggire a una tassazione sempre maggiore. Il job acts alla francese ha incontrato molte resistenze sia in Parlamento e sia nelle piazze.
Martedì invece l'aspirante, sebbene non dichiarato, presidente ha declamato la sua volontà di scrivere una nuova pagina della storia in un mondo rivoluzionato dagli sviluppi tecnologici. Due i pilastri del suo programma :«liberare il paese» dalle zavorre economiche e assicurare «le reti della sicurezza» per la popolazione.

Vuole semplificare le regole e combattere i gruppi di interesse come i tassisti e i sindacati che lottano per mantenere lo staus quo a svataggio di chi è fuori dal sisema di protezione. In altre parole «Macron vuole persuadere la classe operaia francese - ha detto Bruno Cautres, professore di Scienze Politiche a Science Po al Financial Times - che una dose di liberalizzazioni e riforme pro mercato è la risposta ai loro problemi». Il problema che solo il 15% dei vontanti ha dichiarato in maggio che avrebbe scelto Macron nelle elezioni presidenziali del 2017 secondo un sondaggio di Science Po Cevipof. La percentuale sale al 24% per chi guadagna più di 6mila euro al mese. Non sarà facile far entrare una ventata di liberismo nel cuore europeo del colbertismo statalista.

«Macron vuole prima di tutto partire da una diagnosi condivisa sul lento declino del Paese - spiegava a Le Figaro Benjamin Griveaux, eminenza del suo entourage - Sviluppare delle idee e una nuova offerta politica, prima di passare ai ragionamenti sulle persone». Certamente vuole anche esaminare con cura i sondaggi prima di fare un passo che, se si dovesse rivelare prematuro, potrebbe bruciarlo non solo per la corsa presidenziale del 2017.

I tempi e i modi scelti da Macron per questo primo meeting, però, non possono che suonare come un guanto di sfida lanciata al presidente François Hollande. La data, due giorni prima del 14 luglio e del rituale discorso presidenziale, sembra fatta apposta per generare confronti, così come il luogo, sala simbolo della militanza della gauche in cui furono incoronati candidati all'Eliseo Lionel Jospin e Segolène Royal. Una mossa che ha fatto storcere il naso a molti nel partito socialista, a cui Macron resta ufficialmente non iscritto, che si mostra sempre meno paziente con il ministro ribelle. «Bisogna che questo finisca», ha commentato secco il Premier Manuel Valls a chi gli chiedeva il suo parere sul meeting di En Marche. E probailmente non bisognerà attendere ancora molto perché questa attesa finisca.

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