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Nizza, la città più videosorvegliata di Francia non ha fermato la…

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le telecamere hi-tech

Nizza, la città più videosorvegliata di Francia non ha fermato la tragedia

(Fotolia)
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Place du Générale de Gaulle, nel cuore di Nizza. Qui c’è il Grande Fratello che avrebbe potuto salvare decine di vite umane dall’attentato terroristico del 14 luglio. Avrebbe, ma non ce l’ha fatta. Siamo a due chilometri in linea d’aria dall’Hotel Negresco sulla Promenade des Anglais e proprio qui, in un palazzo della Polizia municipale, ha sede il Centre de supervision urbain, il grande occhio dove 70 poliziotti controllano 24 ore su 24 le 1.256 telecamere che scrutano i comportamenti anomali e il traffico per le strade di Nizza, 170 delle quali sono collocate all'interno dei jumbo tram che collegano i quartieri periferici con il centro.

Alcune di quelle telecamere hanno tracciato il percorso del camion piombato sulla gente che affollava la Promenade des Anglais per festeggiare l’anniversario della presa della Bastiglia. Ora, quelle immagini «molto chiare - assicura il presidente della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Christian Estrosi -,sono state messe a disposizione degli inquirenti» e potrebbero fornire indicazioni utili per capire il tragitto compiuto dall'attentatore e la presenza di eventuali complici.


Estrosi, figlio di un immigrato italiano, ex pilota di moto, sindaco dell’area metropolitana di Nizza e deputato del partito di Nicolas Sarkozy, su quelle telecamere aveva puntato molte carte per vincere le elezioni che lo hanno portato a sconfiggere il candidato del Front National a Nizza. Nella città della Costa Azzurra il problema della sicurezza è al primo posto nell’agenda di qualsiasi politico e il Grande Fratello di Place du Générale de Gaulle era stato il fiore all’occhiello della campagna elettorale di Estrosi.

La città più videosorvegliata
Nizza è la città più videosorvegliata di Francia. Qui c’è una telecamera ogni 273 abitanti, contro una ogni mille a Parigi. Ma quel che più conta è che si tratta di telecamere intelligenti: i loro software sono basati su algoritmi in grado di individuare i comportamenti anomali delle persone o delle auto che si spostano lungo le strade della città. Le immagini viaggiano su una rete sicura dedicata in fibra ottica: Nizza è l'unica città della Francia a essere equipaggiata con una rete così tecnologicamente all'avanguardia e così potente.

L’interno del Grande Fratello di Nizza è la sala comandi di una war room. Quattordici maxi schermi, suddivisi a loro volta in altri schermi, indagano costantemente sul respiro della città. Auto incolonnate ai semafori, gente che fa shopping, facciate di edifici, l’interno di un tram: la vita di Nizza è ripresa in diretta in questa sala. Non è un Truman Show, qui tutto è reale e in gioco c’è la sicurezza delle tersone e dei 5-6 milioni di turisti che visitano ogni anno la città sulla Costa Azzurra.

“Grazie alle telecamere intelligenti 720 delitti sono stati sventati in flagrante. Senza videosorveglianza questo risultato sarebbe stato impossibile”

Christian Estrosi, presidente della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra 

La Polizia municipale, la Gendarmeria, la Procura di Nizza e i Vigili del Fuoco si servono di questa struttura per prevenire o risolvere le emergenze. Davanti ai computer della war room gli operatori zoomano con il mouse su un particolare che ha attratto la loro attenzione e possono seguire i movimenti di una persona da telecamera a telecamera. Si chiama videosorveglianza intelligente e, per esempio, ha permesso negli ultimi anni di ridurre le aggressioni a bordo dei tram da 0,53 casi per ogni milione di viaggiatori a 0,37 episodi.
«Grazie alle telecamere intelligenti - assicurava Estrosi due anni fa - 720 delitti sono stati sventati in flagrante. Senza videosorveglianza questo risultato sarebbe stato impossibile».

Come funzionano le telecamere
Gli algoritmi delle telecamere sono stati sviluppati da società che hanno sede nel vicino centro di ricerche e universitario di Sophia Antipolis, un incubatore di tecnologie innovative all'avanguardia in Francia. Grazie a questi algoritmi l'attenzione della telecamera viene catturata dai comportamenti anomali sia delle persone sia delle auto.

Il sistema si basa su dato molto semplice: ognuno di noi, solitamente, segue lo stesso tragitto per spostarsi da un punto all'altro e ripete gli stessi movimenti, con una identica velocità. Tutte queste informazioni vengono immagazzinate nella memoria del sistema, così che ogni movimento o velocità che si discosta dallo standard viene percepito come un campanello di allarme. Immeditamente nella sala operativa del Centre de supervision urbain, un monitor si accede sulla scena “inusuale” ripresa dalla telecamera, così che l'operatore può osservarla in diretta e avvisare gli agenti di polizia in quel momento più vicini. Cinquanta auto della polizia, 16 moto e 310 agenti a piedi sono collegati con Gps alla sala operativa per rendere più veloce l'intervento.

Il riconoscimento facciale
In occasione degli Europei di calcio, il Comune di Nizza aveva chiesto al governo di Parigi l'autorizzazione a utilizzare anche i software di riconoscimento facciale nelle telecamere dislocate per le vie della città.

«Il sistema può essere utilizzato immediatamente - aveva affermato Estrosi -. Abbiamo lavorato per molti mesi con diverse società e con i nostri servizi. Poiché la Francia è in guerra, ho chiesto a Manuel Valls di darci il via libera».

Ma il consenso non è arrivato: il nodo della liceità del riconoscimento facciale è infatti ancora al centro del dibattito della Commissione nazionale dell’informatica e della libertà. Nel frattempo Estrosi ha iniziato a sperimentarlo all’interno dell’aeroporto della città.

“Quando siete vittima di un’aggressione, che ci sia una telecamera o no, siete comunque vittima di un’aggressione”

Eric de Montgolfier, ex procuratore capo di Nizza 

Nonostante la macchina tecnologica e organizzativa all'avanguardia, il “grande occhio” di Nizza non è però riuscito a fermare il Tir che giovedì sera ha portato la morte sulla Promenade des Anglais. Forse non aveva tutti i torti l’ex procuratore capo di Nizza, Eric de Montgolfier, quando si mostrava scettico sull’efficacia delle videocamere: «Quando siete vittima di un’aggressione, che ci sia una telecamera o no, siete comunque vittima di un’aggressione». Giovedì, purtroppo, è quello che si è verificato.

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