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Un autista tunisino di 31 anni: cosa sappiamo del killer

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L’IDENTIKIT

Un autista tunisino di 31 anni: cosa sappiamo del killer

La foto di Mohamed Lahoujaiej Bouhlel (Ansa)
La foto di Mohamed Lahoujaiej Bouhlel (Ansa)

Un uomo violento, con precedenti penali, ma senza legami provati con organizzazioni terroristiche. Sono queste le prime informazioni raccolte sul killer di Nizza che ha ucciso almeno 84 persone prima di essere a sua volta ucciso dalla polizia. Si chiamava Mohamed Lahouaiej Bouhlel ed era un tunisino di 31 anni residente nella città francese (è stata smentita la notizia che avesse la doppia cittadinanza). L'autore della carneficina, padre di tre figli, «era nato a Sousse», città del Sud della Tunisia, e «non è inserito in nessuna lista di ricercati per terrorismo», secondo quanto rivela una fonte del ministero dell'Interno tunisino citata da media arabi. Il giovane era un autista che lavorava come corriere per la consegna di merci.

La sua abitazione è stata perquisita stamane. L'appartamento si trova nella zona degli “Abattoirs” di Nizza, gli ex macelli cittadini, un quartiere della periferia settentrionale della città. L'operazione degli inquirenti francesi è scattata dopo la conferma ufficiale della identità dell'uomo - che corrisponde a quella dei documenti rinvenuti nell'abitacolo del camion - residente a Nizza. La perquisizione è avvenuta in boulevard Henri Sappia. La casa era quella in cui l'autista del camion ha vissuto con la moglie per un certo periodo ma poi ne era stato allontanato a causa di episodi di violenza domestica.

Il principale compito degli investigatori è adesso tentare di verificare se l'uomo - conosciuto dalla polizia per fatti di delinquenza comune (l’ultimo un atto di violenza nel marzo scorso) ma che non figurava nella famosa “Fiche S”, quella degli elementi in odore di radicalizzazione - avesse o meno dei complici. L’uomo si era separato nel 2012 dalla moglie, una vicenda che secondo le prime ricostruzioni lo avrebbe reso «depresso e instabile». L'attentato, ha detto il procuratore di Nizza Francois Molins, «anche se non è stato ancora rivendicato, corrisponde esattamente agli appelli di omicidio delle organizzazioni terroristiche islamiche diffusi sulle loro riviste» e sui media. In marzo l’uomo era stato coinvolto in un litigio con un altro autista contro il quale aveva scagliato un pallet di legno. Per questo fatto era stato condannato a sei mesi di carcere con la condizionale.

La dinamica dell’attentato
Con il passare delle ore, si chiarisce anche la dinamica dell’attentato e il modo in cui Mohamed Lahouaiej Bouhlel è stato ucciso. L’uomo ha noleggiato il camion frigorifero due giorni prima a Saint-Laurent-du-Var, il comune alle porte di Nizza che confina con l’aeroporto internazionale della città, e lo ha parcheggiato in un quartiere periferico. Bouhel è arrivato al posteggio in bicicletta, è salito alla guida del Tir ed è poi arrivato sul lungomare di Nizza giovedì sera intorno alle 22.30 proveniente da sud-ovest: lì ha fatto irruzione nella Promenade des Anglais sfondando le transenne della zona pedonalizzata per la Festa della Repubblica. Lì è salito sul marciapiede del lungomare e ha cominciato a investire i pedoni che stavano guardando lo spettacolo dei fuochi d’artificio. Una folle corsa a zig zag di 1.700 metri. L’uomo era armato di una pistola calibro 7.65 ma nella prima fase non ha sparato. Secondo le prime ricostruzioni, tre agenti della polizia francese hanno rincorso a piedi il camion fino a quando il grosso mezzo è andato a sbattere contro un pergolato. A quel punto il mezzo è ridisceso sul viale, davanti all’hotel di lusso del Palais de la Méditerranée, nel cuore della Promenade, dove la folla era ancora più densa, e lì ha provocato almeno 30 vittime in pochi secondi.

A quel punto un passante (o un agente) definito «eroico» dalle autorità sarebbe salito sull’abitacolo e a mani nude avrebbe cercato di neutralizzarlo. Grazie a questo intervento due agenti sono riusciti a colpire il terrorista e dopo uno scontro a fuoco lo hanno ucciso. A bordo del camion sono state trovate armi vere e false. Oltre alla pistola automatica calibro 7,65, un caricatore, cartucce, una seconda pistola automatica finta, due repliche di fucili d'assalto, kalashnikov e M16 finti, una granata, un cellulare, diversi documenti, una patente e una carta bancaria.

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