Mondo

Pugno di ferro di Erdogan: ordinato l’arresto di 2745 giudici.…

  • Abbonati
  • Accedi
dopo il golpe fallito

Pugno di ferro di Erdogan: ordinato l’arresto di 2745 giudici. Manette al capo della base aerea Usa di Incirlik

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan mantiene fede ai propositi di punizione e vendetta nei confronti degli autori del tentato colpo di stato di venerdì sera. Il Consiglio supremo dei giudici e procuratori turchi (Hsyk) ha ordinato l'arresto dei 2.745 magistrati che erano già stati rimossi dai loro incarichi perché ritenuti fedeli a Fethullah Gulen, l'imam e magnate accusato da Ankara di essere lo stratega del fallito golpe. Il presidente turco non si ferma qui, indicando che il governo discuterà con l'opposizione la reintroduzione della pena di morte.

Il quotidiano Hurriyet riferisce che sono stati arrestati due giudici della Corte costituzionale, Alparslan Altan e Erdal Tercan. Sono finiti in manette inoltre 58 membri del Consiglio di Stato. Mandati d'arresto sono stati emessi per 140 membri della Suprema corte d'Appello, 11 dei quali sono stati già eseguiti.

Tra gli arrestati c’è anche il capo della base militare di Incirlik, il generale Bakir Ercan Van, è tra gli arrestati con l'accusa di complicità nel tentato golpe in Turchia. A confermarlo è un funzionario turco citato dal Washington Post. La base aerea, le cui operazioni sono state sospese ieri, è utilizzata dalla coalizione araba a guida americana per colpire in Siria le postazioni dell'Isis. Il generale Van sarebbe stato interrogato dalla polizia, in relazione ai movimenti aerei nella base. Il governo sospetta infatti che la base sia stata utilizzata per rifornire un caccia “dirottato” dai golpisti la notte di venerdì.

In giornata sono comunque riprese le incursioni aeree americane contro l'Isis in Iraq e Siria dalla base di Incirlik. Sabato gli Stati Uniti avevano sospeso i raid a causa della chiusura dello spazio aereo sull'area, decisa dalle autorita' turche dopo il fallito golpe.

Il ministro della Giustizia Bozdag aveva puntualizzato stamane che per il golpe fallito “ci sono circa 6mila arresti, e la cifra supererà i 6mila attuali. Continuiamo a fare pulizia”: così Bozdag, secondo quanto precisato dai media turchi dopo aver invece attribuito inizialmente al ministro la frase: “Ci saranno altri 6 mila arresti”, oltre ai 6 mila già effettuati.

“Faremo pulizia all’interno di tutte le istituzioni dello Stato del virus dei sostenitori di Gulen”

Recep Tayyip Erdogan  

Il bilancio ufficiale indica in 290 i morti nel fallito golpe, compito “senza alcun dubbio dall'organizzazione terroristica di Fethullah Gulen”, secondo qauanto afferma in una nota il ministero degli Esteri di Ankara, precisando che
più di 190 sono i civili e oltre 100 i militari golpisti uccisi.

Non si sono comunque esaurite le tensioni nel paese. Almeno 11 soldati golpisti sono stati arrestati all'aeroporto Sabiha Gokcen, sulla sponda asiatica di Istanbul, dopo un tentativo di resistenza contro la polizia. Altri scontri tra forze di sicurezza turche e militari golpisti che resistono all'arresto sono segnalati nella base militare di Konya, nell’Anatolia centrale.

All’indomani del fallito golpe tentato da una parte dell’esercito in Turchia Erdogan ha intanto ribadito anche a parole, oltre che con i fatti, il suo pugno di ferro nell’intento di fare terra bruciata attorno ai presunti golpisti: “Faremo pulizia all'interno di tutte le istituzioni dello Stato del virus” dei sostenitori di Fethullah Gulen. Il presidente ha parlato nel corso dei funerali di alcunedelle vittime degli scontri dell’altra notte a Istanbul. Erdogan ha ribadito le accuse contro l'ex imam per il golpe di venerdì notte e ha detto che la Turchia chiede agli Stati Uniti l'estradizione di Gulen, che in vive in auto esilio in Pennsylvania. La folla presente ha risposto intonando slogan come “Fethullah la pagherà” e “Vogliamo la pena di morte”.

Non si è fatta attendere la risposta americana: ''È irresponsabile accusare un
coinvolgimento americano'', ha affermato il segretario di Stato americano, John Kerry, quando gli Stati Uniti sono in attesa della richiesta di estradizione.

Con una mossa che sembra destinata ad alzare il nervosismo nei confronti degli Stati Uniti, Erdogan ha fatto sapere che incontrerà il presidente russo Vladimir Putin la prima settimana di agosto, in un appuntamento che sembra puntare a a consolidare i rapporti con Mosca dopo la recente ripresa dei contatti diplomatici, che già aveva irritato la Casa Bianca. A riferirlo sono fonti della presidenza turca, citate dall’agenzia stampa Anadolu.

Putin ha avuto una conversazione telefonica con Erdogan stamane, auspicando un rapido ritorno alla stabilità dopo il tentativo di golpe e ha chiesto rassicurazioni sulla sicurezza dei turisti russi nel paese anatolico. Il presidente russo ha “presentato le condoglianze per le numerose perdite di vite umane fra i civili e fra i poliziotti che si sono opposti ai cospiratori, e ha auspicato un rapido ritorno all'ordine costituzionale e alla stabilità”, secondo un comunicato del Cremlino.

© Riproduzione riservata