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Assalto in chiesa a Rouen, ucciso un prete. I killer gridano Isis in…

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Assalto in chiesa a Rouen, ucciso un prete. I killer gridano Isis in arabo

(Afp)
(Afp)

L'orrore ormai è quotidiano, il pericolo ovunque. Questa volta la vittima del terrorismo islamico è un prete, sgozzato nella sua chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, cittadina di 29mila abitanti nella cintura meridionale di Rouen, a circa 130 chilometri a Nord di Parigi. Due uomini, armati di coltello, hanno fatto irruzione proco prima delle dieci nella chiesa cattolica del quartiere più popolare della città, prendendo in ostaggio cinque persone: il parroco, due suore e due fedeli. Una terza suora è riuscita a fuggire e a dare l'allarme. In pochi minuti l'intero quartiere è stato isolato e sul posto sono arrivate le squadre speciali della polizia. Che poco dopo le undici hanno dato l'assalto e ucciso i due uomini.

In chiesa gli agenti hanno trovato il corpo del prete (Jacques Hamel, 84 anni), appunto sgozzato, e almeno un fedele gravemente ferito, che si trova tutt'ora tra la vita e la morte. Altri due ostaggi sarebbero feriti più leggermente.

Sulla matrice dell'attacco non ci sono dubbi, visto che l'inchiesta è stata affidata ai magistrati della sezione antiterrorismo della Procura di Parigi (che centralizza tutte le indagini per terrorismo). Tanto più che stando alle prime informazioni, secondo la suora che è riuscita a fuggire almeno uno dei due assalitori aveva una lunga barba e portava il copricapo di lana tipico dei musulmani. E al momento dell'assalto delle teste di cuoio della polizia entrambi avrebbero urlato “Allah Akbar” (Allah è grande) e “Daesh”, l'acronimo arabo dell'Isis.

Il presidente François Hollande ha esplicitamente parlato di «due terroristi che si richiamano a Daesh». E lo Stato islamico, attraverso la sua agenzia Amaq, ha peraltro rivendicato l'attentato, compiuto «da due nostri soldati». Si tratta della seconda volta che nel mirino dei terroristi – o degli squilibrati che trovano ispirazione e motivazione nei messaggi dello Stato islamico – c'è una chiesa. Il primo progetto di attacco - a Villejuif, nella cintura Sud di Parigi - era fallito poco più di un anno fa. Questa volta i terroristi sono invece riusciti a colpire, a compiere l'ennesima barbarie.

La gravità dell'attacco – che alimenta la paura, la diffidenza, il rischio della divisione e dello scontro tra comunità sociali e religiose - è peraltro dimostrato dalla decisione di tutte le autorità, a partire dal presidente Hollande, di recarsi immediatamente sul posto. L'attacco sembra inoltre destinato ad accentuare le polemiche politiche, già molto vive dopo la strage di Nizza del 14 luglio, e indebolire ulteriormente il presidente e il Governo, in particolare il ministro dell'Interno Bernard Cazeneuve.

Anche perché, stando alle prime rivelazioni, uno dei due terroristi (entrambi francesi nati a Rouen, secondo fonti citate da BFM-TV, un terzo uomo è stato arrestato oggi), la cui famiglia abita a Saint-Etienne, era schedato “S”, cioè ritenuto un potenziale pericolo per la sicurezza nazionale. L'anno scorso era stato fermato dalla polizia turca mentre stava cercando di recarsi in Siria per unirsi all'Isis. Rispedito in Francia, era stato brevemente incarcerato e poi, a marzo di quest'anno, rimesso in libertà vigilata con un braccialetto elettronico per assicurarne (teoricamente) il controllo. La Procura antiterrorismo aveva fatto ricorso contro questa decisione (che gli consentiva comunque di uscire tra le otto e mezza e mezzogiorno e mezza), ma la sua richiesta era stata respinta.

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