La ripresa economica in Spagna continua a farsi sentire anche sul mercato del lavoro. Tra aprile e giugno la disoccupazione è scesa al 20%: il livello più basso
dall’estate del 2010 prima che il Paese iberico entrasse nella più lunga recessione della sua storia democratica, travolto dalla crisi finanziaria internazionale, dal crollo dell’immobiliare dal default delle casse di risparmio. È calato di 7mila unità, a luglio, anche il numero di disoccupati in Germania con il tasso di disoccupazione fermo al 6,1%, il livello più basso dopo la riunificazione. E nonostante Brexit è rimasto stabile nell’Eurozona il clima di fiducia nell’economia registrato dalla Commissione con l’economic sentiment.
La ripresa della Spagna nonostante la politica
In Spagna i dati ufficiali diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica certificano un ulteriore miglioramento del mercato del lavoro nel secondo trimestre. Il tasso di disoccupazione è sceso al 20% sfruttando soprattutto la forte crescita del turismo: la Spagna è stata in questo favorita dalle tensioni internazionali che hanno frenato i flussi turistici verso l’Africa del Nord orientandosi invece verso mete considerate più sicure. Nel turismo tuttavia l’occupazione è in gran parte legata alla stagione e comunque il tasso dei senza lavoro registrato da Madrid è il più alto di tutta l’Unione europea, se si esclude la Grecia.
La Spagna è riuscita a chiudere senza ricevere sanzioni il contenzioso con la Commissione europea sul deficit e continua a crescere più delle altre grandi economie continentali. Il ministro dell’Economia Luis de Guindos ha alzato le stime per il Pil per il 2016 dal 2,7 al 2,9 per cento. Sul Paese pesa tuttavia l’incertezza politica: dopo le inconcludenti elezioni di dicembre anche il voto di fine giugno non sembra aver cambiato le cose: la frammentazione del Parlamento rende difficili i negoziati tra i partiti che non riescono a formare una coalizione che possa governare: troppo forti i contrasti tra i popolari, i socialisti, Podemos e Ciudadanos che si sono spartiti consensi e seggi. Da ormai quasi sette mesi il premier popolare Mariano Rajoy guida un esecutivo senza poteri. E per molti analisti non è escluso che la Spagna sia costretta a una nuova tornata elettorale da qui alla fine dell’anno. Le consultazioni avviate da re Felipe Vi - questa mattina ha visto il leader di Ciudadanos, Albert Rivera, e quello di Podemos, Pablo Iglesias - per ora non alimentano le speranze di una rapida soluzione della crisi.
La solidità della Germania
Nuovo calo dei disoccupati anche Germania. A luglio il numero dei senza lavoro - in base ai dati destagionalizzati - è diminuito di 7mila unità a 2,682 milioni. Si tratta di un risultato migliore rispetto alle attese degli economisti che puntavano su un calo di 4mila unità. Il tasso di disoccupazione è fermo al 6,1%, il livello più baso dalla riunificazione.
La fiducia nell’Eurozona resiste a Brexit
Il clima di fiducia nell’economia europea è rimasto stabile nell’Eurozona in luglio «sull’onda del referendum per la Brexit» e ha registrato un netto calo nella Ue a causa della flessione registrata nel Regno Unito dopo il voto per la sua uscita dall’Unione. È quanto emerge dai dati diffusi oggi dalla Commissione europea, che calcola mensilmente l’insieme degli indicatori sulla fiducia nei diversi settori economici e fra i consumatori. Nell’Eurozona l’indice che misura l’economic sentiment è leggermente aumentato: di 0,2 punti a 104,6. Mentre nella Ue è sceso di 0,9 punti a 104,8: la media risulta dall’aumento della fiducia registrato nel settore dell’industria (+0,4), del commercio al dettaglio (+1) e, più moderatamente, dei servizi (+0,2) mentre è decisamente in calo quella dei consumatori (-0,7).
L’Italia è il solo fra i grandi Paesi europei in cui l’indice è aumentato più della media di 0,4 punti, mentre in Germania è salito di 0,2 punti, in Francia è sceso di 0,4 e in Spagna di 0,5. A determinare il forte calo della media Ue è comunque lo scivolone del dato registrato nel Regno Unito, dove l’indice sul sentimento economico ha perso, in luglio, 4,4 punti. Infine, l’indicatore sul business climate che la Commissione calcola solo per l’Eurozona: il dato di luglio è decisamente positivo con +0,17 punti a +0,39.
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