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Erdogan attacca l’Italia per le indagini sul figlio. Renzi difende i…

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tensioni con Roma

Erdogan attacca l’Italia per le indagini sul figlio. Renzi difende i giudici

Non accenna a placarsi la polemica tra Erdogan e l’Europa dopo le purghe in corso per il fallito golpe militare in Turchia dove circa 70mila persone tra militari, accademici, pubblici dipendenti e giornalisti sono state arrestate, sospese o licenziate dal lavoro. Dopo le tensioni con la Corte costituzionale tedesca, che aveva proibito la diffusione di un video del presidente turco durante la manifestazione a suo favore domenica a Colonia, è ora la volta dei rapporti con la magistratura italiana, accusata di mettere sotto accusa suo figlio.

L'indagine avviata dai magistrati italiani su Bilal Erdogan «potrebbe mettere in difficoltà le nostre relazioni con l'Italia», ha detto il leader turco in un'intervista esclusiva concessa a RaiNews24, in cui afferma polemicamente che le autorità italiane dovrebbero «occuparsi della mafia, non di mio figlio». In un discorso tv oggi ad Ankara Erdogan accusa più in generale l'Occidente, che «sostiene il terrorismo e sta dalla parte dei golpisti». Ha aggiunto: «Quelli che avevamo pensato fossero amici stanno invece dalla parte dei golpisti e dei terroristi».

«Mio figlio dovrebbe tornare a Bologna per terminare il dottorato - ha detto Erdogan a Rainews - in quella città mi chiamano dittatore e fanno cortei per il Pkk (partito curdo dei separatisti, ndr, organizzazione ritenuta terroristica dalla Ue, Usa e Turchia). Perché non intervengono? È questo lo stato di diritto? Questa vicenda potrebbe perfino mettere in difficoltà le nostre relazioni con l'Italia. Mio figlio è un uomo brillante che viene accusato di riciclaggio di denaro. Che si occupino della mafia in Italia, non di mio figlio».

La reazione di Renzi
Pronta la reazione del governo italiano. I giudici italiani rispondono alla «Costituzione» e «non al presidente turco», ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi. «In Italia c’è una magistratura autonoma e indipendente che agisce secondo le leggi e che combatte tutte le forme di illegalità. I giudici rispondono alla Costituzione italiana e non al presidente turco. Chiamiamo questo sistema 'Stato di diritto' e ne siamo orgogliosi».

«La Farnesina - afferma inoltre una nota del ministero degli Esteri - sottolinea come in Italia sia in vigore lo stato di diritto e il pieno rispetto dell'autonomia della magistratura. Magistratura che insieme alle forze dell'ordine è impegnata con successo nel contrasto alla mafia e non ha certo bisogno per farlo dell'incoraggiamento da parte di alcuno. Quanto ai rapporti tra Europa e Turchia, la Farnesina ribadisce la ferma condanna del tentativo di colpo di stato del 15 luglio e conferma la preoccupazione comune all'intera Europa per gli accadimenti in corso».

Bilal Erdogan era tornato a Bologna alla fine della scorsa estate per completare il dottorato alla Johns Hopkins University, iniziato nel 2007. A marzo ha però lasciato l'Italia per imprecisati «motivi di sicurezza». Anche in questa occasione Erdogan pare non tenere conto della divisione dei poteri e quindi non può chiamare in causa il governo italiano per iniziative della magistratura che è indipendente dal potere esecutivo ma risponde solo alla legge.

Erdogan: l'Occidente sostiene il terrorismo

Mogherini sotto accusa
Erdogan, sempre nell’intervista a RaiNews 24 ha attaccato anche l'Unione europea e il suo capo della diplomazia, Federica Mogherini, per come hanno reagito al golpe in Turchia. «In Turchia c'è stato un golpe contro la democrazia che ha fatto 238 martiri e nessuno è venuto qui», ha detto il presidente turco. «E Mogherini -ha aggiunto- non avrebbe dovuto parlare da fuori: “Mogherini, prima di tutto -ha detto idealmente rivolto alla diplomatica italiana- saresti dovuta venire in Turchia”». «Se viene bombardato il Parlamento italiano che cosa succede? La Mogherini, che è italiana, come reagisce? Dice che hanno fatto bene, che è preoccupata dai processi che ne deriverebbero? Ora vi chiedo una cosa: l'Occidente è dalla parte della democrazia o del golpe?»

Erdogan ha poi aggiunto le consuete accuse al predicatore islamico Fethullah Gulen, autoesiliatosi in Pennsylvania, e di cui il presidente turco chiede l’estradizione per cospirazione golpista contro il governo turco: «Questa struttura (di Gulen) assomiglia alla loggia P2. Spiegherò al presidente del Consiglio d'Europa (che sarà questa settimana in Turchia) che è peggio della mafia». Erdogan, la cui nazione è membro storico della Nato, dovrebbe incontrare il presidente russo, Vladimir Putin, la prossima settimana: oggi intanto nel discorso tv accusa gli Usa di non essere un alleato perché non concede l’estradizione di Gulen.

Senza visti salta l’accordo sui migranti
Nel corso dell’intervista a Rai News 24, Erdogan ha invece ribadito che se la Ue non concederà la liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi diretti nella Ue, Ankara non rispetterà più l'accordo di marzo sui migranti. Erdogan ha così confermato le parole già pronunciate dal ministro degli Esteri, Mevlut Cavusgolu che aveva rilasciato queste affermazioni nel corso di una intervista alla Faz tedesca. Quanto alla reintriduzione della pena di morte Erdogan ha ribadito che «il popolo chiede la pena di morte, i sondaggi dicono che il 57% dei turchi la vuole», implicitamente dichiarandosi pronto alla sua reintroduzione, fatto che allontanerebbe definitivamente, secondo le parole del presidente della Commissione Jean-Claude Juncker la Turchia dal processo di allargamento nell’Unione europea.

Disciolto il Mit, il controspionaggio turco
A quasi tre settimane dal fallito golpe del 15 luglio in Turchia il governo si appresta a modificare radicalmente l'attuale configurazione dei servizi segreti (Mit) finora gestiti dai militari e struttura unica che si occupava sia del controspionaggio esterno che delle operazioni all'estero. In futuro il Mit sarà disciolto e di fatto diviso in due - come in ogni Paese, in Italia 'Aisi' e 'Aise' - con competenze divise: ad una struttura la sicurezza interna e all'altra quella esterna. Lo ha annunciato il vice premier Numan Kurtulmus spiegato che la ristrutturazione dell'intelligence «è' in agenda». La decisione segue l'irritazione del presidente Recep Tayyip Erdogan contro i vertici del Mit che non sono stati in grado di avvisarlo in tempo del golpe.

Il controspionaggio sarà gestito prevalentemente dalla polizia e dalla gendarmeria (forza simile ai Carabinieri italiani) che riferiranno non più al ministero della Difesa ma a quello dell'Interno L'intelligence esterna (lo spionaggio) riferirà invece direttamente alla presidenza della repubblica da cui dipenderà anche una struttura di coordinamento (ruolo che nel nostro Paese spetta al Dis) tra le due intelligence oltre che ad effettuare proprie azioni di analisi.

I costi del golpe
Il fallito golpe in Turchia del 15 luglio potrebbe costare alla Turchia fino a 90 milioni di euro. Questa la stima del ministro del Commercio, Bulent Tufenkci al quotidiano liberale Hurriyet, cui ha comunque garantito che i fondamentali dell'economia di Ankara restano solidi. «I golpisti hanno fatto sembrare la Turchia un Paese del terzo mondo», ha sostenuto il ministro perché «gli investitori internazionali non verranno più in Turchia dopo le immagini dei carri armati nelle strade ed il Parlamento bombardato».

I danni maggiori li ha subiti il turismo, già messo in difficoltà prima del golpe quando gli arrivi erano calati a giugno del 40%. Ora nell'immediato la situazione peggiorerà perché sono stati richiamati in servizio ed hanno dovuto sospendere le ferie centinaia di migliaia di dipendenti pubblici: «Questo ha portato alla cancellazione di un milione di prenotazioni», ha riferito il ministro che però conta sul ritorno dei turisti russi dopo il riavvicinamento tra Vladimir Putin ed Erdogan. La lira turca ha recuperato le ultime perdite portandosi a 2,99 contro il dollaro dopo aver superato di parecchi punti quota tre contro la valuta americana.

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