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Merkel: «Il Burqa è un ostacolo all’integrazione»

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apertura a divieti parziali

Merkel: «Il Burqa è un ostacolo all’integrazione»

La cancelliera tedesca Angela Merkel (REUTERS/Axel )
La cancelliera tedesca Angela Merkel (REUTERS/Axel )

Il burqa è un «ostacolo all'integrazione». Lo ha detto la cancelliera Angela Merkel e il ministro dell'Interno Thomas de Maizière ha il suo pieno sostegno nell'indicare eventuali divieti parziali. È quanto riferisce l'agenzia Dpa citando dichiarazioni della cancelliera alla rete giornalistica Rnd. «Dal mio punto di vista, in Germania una donna completamente velata ha poche possibilità di integrarsi», ha detto la cancelliera aggiungendo che è aperta la possibilità di divieti in alcuni settori.

«Si tratta di una questione politica e giuridica per la cui soluzione il ministro dell'Interno Thomas de Maizère ha il mio pieno sostegno», ha detto la cancelliera riferendosi all'esponente del suo partito cristiano-democratico
(Cdu) che ha già escluso un divieto totale.

I ministri dell'Interno regionali dell'Unione Cdu-Csu stanno discutendo un documento, la cui pubblicazione è attesa per domani, in cui dovrebbe essere chiesto il divieto di portare il burqa (e altri tipi di veli islamici come il niqab che coprono il volto) negli uffici pubblici dove è necessario farsi riconoscere, in manifestazioni e alla guida di auto.

Merkel ha anche negato, a una manifestazione politica del suo partito, la Cdu, mercoledì sera, che i rifugiati siano stati veicolo per il materializzarsi del terrorismo. Le responsabilità vanno semmai imputate alla propaganda dell’organizzazione terroristica nota come Stato islamico, e i rifugiati, ha spiegato Merkel, possono subirne la manipolazione. In questo contesto l’obiettivo è fare ogni sforzo possibile per garantire la sicurezza, ha concluso la cancelliera.

Le dichiarazioni della Merkel arrivano in un un momento di accese polemiche sull’uso del “burkini” sulle spiagge. Il premier francese ieri si è detto a favore della messa al bando del costume per donne musulmane che copre interamente il corpo, messa al bando attuata da alcune amministrazioni locali che hanno adottato sanzioni. «Il burkini è incompatibile con i valori della Francia», ha detto Valls. In Italia il governo ha preferito non esacerbare i toni della questione, con il ministro dell’Interno, Alfano, che si è spinto a sostenere l’opportunità di non provocare reazioni violente.

«La nostra bussola - ha detto Alfano - è sempre stata il buon senso. Noi siamo severi, facendo controlli, arresti e espulsioni, ma non facciamo provocazioni su questioni che non investono l'ordine pubblico, realizzate come atto ideologico e
che possono attirare reazioni violente». Si tratta anche, ha spiegato il ministro, «di un fatto pratico. Non c'è violazione di legge. Io ho grande rispetto per i francesi, ma finora L'Italia è stata un paese sicuro anche perché la comunità nazionale non ha mai avuto comportamenti che hanno fatto pensare ad una crisi di rigetto per i musulmani».

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