Si infiamma la polemica sul burkini, il costume da spiaggia per le donne islamiche, che copre completamente il corpo ad eccezione del viso, delle mani e dei piedi. E scende in campo anche il premier francese Manuel Valls a sostegno del bando emesso da alcuni comuni francesi per il burkini in spiaggia. Tutto mentre arrivano le prime multe anti-burkini. Tre donne, riferisce Le Parisien, sono state multate a Cannes lo scorso week-end: l’ammenda è di 38 euro.
Valls: incompatibile con i valori della Francia
Il burkini è «incompatibile con i valori della Francia», non è un costume da bagno ma «l’espressione di un’ideologia basata sull’asservimento della donna», ha sottolineato il premier francese. Primo esponente del governo francese a esprimersi in materia era stato il ministro dei Diritti delle donne Laurence Rossignol, d’accordo con la necessità di «combattere il burkini».
Alfano: vietarlo sarebbe una provocazione
Non la pensa allo stesso modo il ministro dell’Interno Angelino Alfano, che intervistato dal Corriere della sera, ha bocciato l’idea del divieto. «Le nostre risposte, seppur dure, non devono mai diventare una provocazione potenzialmente capace di attirare attentati», ha dichiarato , spiegando la decisione di non seguire la Francia nel divieto del burkini. «Non mi sembra - ha detto ancora Alfano - che il modello francese abbia funzionato per il meglio».
Ucoii: su burkini Francia sbaglia, veti dannosi
Izzedin Elzir, presidente dell'Ucoii, l'associazione islamica più vicina alla fratellanza musulmana, condivide le posizioni espresse dal ministro
dell'Interno. «Mi spiace - dichiara - che in Francia invece di garantire la sicurezza, si parli di burkini sì, burkini no. Abbiamo acquisito spazi libertà: non dobbiamo tornare indietro». Per Elzir i divieti sui burkini scattati in Francia, che hanno avuto il sostegno del premier Valls, sono «inutili e dannosi. Hanno iniziato col divieto di indossare il velo nelle scuole, hanno finito col costringere gli islamici a fare scuole private. I divieti non aiutano a trovare la via del confronto pacifico».
Appello di Salvini ai sindaci: copiate il divieto della Francia
Diametralmente opposto il parere del leader leghista Matteo Salvini. «Chiedo ai sindaci che amministrano città di mare in tutta Italia di copiare l’esempio dei francesi» che hanno messo fuori legge il velo integrale in spiaggia, è l’appello del segretario del Carroccio, che ha parlato di «simbolo di arroganza, sopraffazione e violenza nei confronti della donna». Il vice capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale, Fabio Rolfi, ha annunciato una mozione per chiedere alla Giunta regionale della Lombardia, proprio come avvenuto circa il divieto di burqa negli ospedali, che venga impedito l’utilizzo del burkini in piscine, spiagge e centri acquatici della regione.
Burkini divide le parlamentari
Vietare o meno l'uso del burkini fa discutere le parlamentari italiane. Se nel centro sinistra si condivide, con sfumature diverse, la posizione di Alfano sul no al divieto del burkini, nel centrodestra il divieto dell’uso del costume integrale per le donne musulmane è un passaggio fondamentale per aiutare le donne ad emanciparsi e a rimettere al centro i valori della cultura e tradizione italiana e occidentale. «L’uso del burkini purtroppo spesso è segno di sottomissione più che simbolo religioso - ragiona Loredana De Petris, capogruppo di Sinistra italiana al Senato- e quindi il tema non è il divieto o meno ma la necessità di investire in politiche vere di integrazione ed emancipazione della donna». Di tutt'altro avviso Barbara Saltamartini, deputata della Lega: «Sono assolutamente a favore del divieto del burkini e del burka - spiega - Del resto ho sottoscritto la proposta di legge della collega Sbai (Lega, ndr)».
Capezzone: la provocazione è il burkini, non il suo divieto
Favorevole al divieto del burkini è Daniele Capezzone, deputato Conservatori e Riformisti, per il quale è «avvilente che Alfano confonda la libertà religiosa con la segregazione delle donne». Rivolto al ministro dell’Interno, Capezzone ha incalzato: «Pensa davvero che le donne che indossano in spiaggia il burkini lo facciano liberamente, o che tutte lo facciano liberamente, come atto individuale di volontà e come affermazione delle loro convinzioni religiose? O al contrario - come io invece credo, all’opposto di Alfano - sono indotte o addirittura costrette a farlo, in nome di una concezione medievale e oscurantista della donna?». Per Capezzone la “provocazione” contro la libertà è il burkini, non una sua messa in discussione. E per battere l’Islam fondamentalista non basta l’attività di sicurezza e intelligence: serve anche una difesa orgogliosa e consapevole dei nostri principi e dei nostri valori».
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