Mondo

L’Europa riparte da Ventotene

  • Abbonati
  • Accedi
l’incontro tra merkel, hollande e renzi

L’Europa riparte da Ventotene

(Ansa/Ap)
(Ansa/Ap)

L’incontro di oggi a Ventotene tra i leader di Italia, Germania e Francia è un importante tassello in vista del vertice europeo a 27 (escluso quindi il Regno Unito) che si terrà a Bratislava il 16 settembre. L’obiettivo è di rilanciare l’integrazione comunitaria dopo la scelta britannica di lasciare l’Unione. Tra interessi divergenti e pressioni politiche, la strada è impervia, tanto più che l’agenda di breve termine – sanzioni alla Russia, rapporti con la Turchia e futuro dell’unione bancaria – è fonte di tensioni.

In queste settimane estive, la fragilità economica così come la situazione internazionale hanno confermato l’urgenza di maggiore integrazione. Ancora recentemente il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, che da qui al 16 settembre ha deciso di discutere con tutti i 27 leader europei, ha ribadito il suo obiettivo di massima: «Dare impulso a nuove riforme e allo sviluppo dell’Unione». In giugno, dopo il voto britannico, i 27 avevano dichiarato «di essere determinati a voler rimanere uniti».

L’incontro di Ventotene darà certamente al presidente Tusk alcuni spunti in vista del summit di metà settembre (che verrà seguito da altri vertici nei prossimi mesi). L’entourage dell’ex premier polacco fa notare che l’obiettivo dell’incontro slovacco è di iniziare una riflessione sul futuro a lungo termine dell’Unione, evitando di concentrarsi per quanto possibile sulle preoccupazioni nazionali del momento: la flessibilità di bilancio o l’emergenza sicurezza.

Nota un diplomatico: «Non c’è ancora nulla di concreto sul tavolo. Solo a ridosso del vertice si terranno le riunioni a livello diplomatico sulla base dei contatti di Tusk(…). La mia impressione, però, è che difficilmente i 27 potranno lasciare la questione del Regno Unito fuori dalla porta del vertice di Bratislava». Su questo fronte, c’è chi è pronto a dare a Londra tempo prima di notificare la scelta di uscire e iniziare i negoziati, e chi teme che rinviare la notifica indebolisca ulteriormente l’Unione.

In questo contesto, i diplomatici sperano che dal vertice slovacco escano, per lo meno, tracce su cui lavorare nei prossimi mesi. D’altro canto, la situazione politica rende le discussioni difficili. Tutti o quasi sono consapevoli che la risposta alle molteplici crisi europee – dall’immigrazione all’economia, dal debito a Brexit – richiederebbe maggiore integrazione. Non c’è leader tuttavia che non sia combattuto tra questa consapevolezza e il timore di provocare nuove tensioni nel proprio Paese.

La Francia è segnata dalla minaccia del Fronte Nazionale. L’Austria organizzerà in ottobre una nuova elezione presidenziale che potrebbe essere vinta dal partito nazionalista Fpö. Italia e Ungheria hanno indetto due delicati referendum – la prima sulla riforma del Senato, la seconda sulla politica migratoria europea – da cui dipendono le sorti politiche dei due paesi. Dopo i recenti attacchi islamisti, la stessa Germania ha assistito a un rafforzamento nei sondaggi di Alternative für Deutschland.

Renzi-Merkel-Hollande, a Ventotene per recuperare Europa

A complicare il dibattito sul futuro dell’Unione senza la Gran Bretagna è l’agenda del momento. A breve termine, i controversi temi sul tavolo sono almeno tre. Il primo verrà discusso dai ministri degli Esteri il 2 e il 3 settembre ed è il rinnovo o meno delle sanzioni alla Russia. La situazione in Ucraina è peggiorata nelle ultime settimane, e l’opzione di annullare tout court le misure economiche contro Mosca per il suo ruolo in Crimea è diventata improvvisamente più difficile.

Il secondo tema è quello dell’immigrazione e dei rapporti con la Turchia. Ankara chiede la liberalizzazione dei visti in cambio del suo aiuto nel gestire i flussi migratori. I Ventotto tentennano. Infine, tra le questioni aperte, c’è anche quella di dotare l’unione bancaria di una garanzia unica dei depositi, di cui i ministri delle Finanze discuteranno il 9 e 10 settembre. Il tema è delicato, e il successo della trattativa dipenderà tra le altre cose anche da una soluzione alla fragilità bancaria italiana.

© Riproduzione riservata