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Favori a Bono Vox e al principe del Bahrein: le nuove mail che inguaiano…

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la corsa alla casa bianca

Favori a Bono Vox e al principe del Bahrein: le nuove mail che inguaiano Hillary Clinton

Nelle nuove mail che inguaiano Hillary Clinton candidata alla Casa Bianca ci sono un manager sportivo - fra i maggiori donatori della Clinton Foundation - che ha aiutato un giocatore di calcio con precedenti penali a ottenere un visto. C’è il principe del Bahrein che ha donato 50mila dollari alla organizzazione di beneficenza dei Clinton che chiede un incontro last-minute con Hillary ai tempi in cui la candidata era Segretario di Stato. C’è addirittura Bono Vox, leader degli U2 e altro sponsor regolare della coppia, che scrive per avere un collegamento live alla stazione spaziale internazionale durante i concerti della band irlandese.

Tutte richieste indirizzate alla assistente e vice capo dello staff Huma Abedin che chiede direttamente ai capi del team Clinton e a volte a Hillary stessa cosa deve rispondere.

Lo scandalo e-mail continua dunque a perseguitare Clinton e stavolta non riguarda solo l’uso della mail privata, ma la condotta della candidata quando dirigeva la diplomazia americana e i favoritismi apparentemente chiesti in quel periodo.

Mentre il Republican National Committee, l'organo che gestisce il partito repubblicano, insinua che «Hillary Clinton sembra incapace di dire la verità», un giudice federale fa pressione sul dipartimento di Stato affinché analizzi velocemente e fornisca una tempistica della pubblicazione di quasi 15mila nuove e-mail lavorative che la candidata democratica ha inviato o ricevuto su un account privato di posta elettronica quando era segretario di Stato, ma che non sono stati consegnati al dipartimento di Stato. Quelle email non sono parte infatti delle 55mila pagine già inviate al dipartimento stesso e diffuse a cadenza mensile fino al febbraio 2016.

La nuova corrispondenza è stata scoperta dall'Fbi nel corso dell'inchiesta che ha portato il direttore James Comey a non incriminare Clinton, pur accusandola di negligenza. Delle 30mila email originariamente consegnate, circa 2mila hanno contenuti diventati top secret dopo il loro invio. Sono 110 invece quelle che erano già “classified” quando sono state scambiate. Le nuove email potrebbero essere pubblicate a ottobre, ossia prima delle elezioni presidenziali.

La campagna di Clinton ha spiegato di avere consegnato nel 2014 al dipartimento di Stato tutte le email di lavoro di quando lei era a capo della diplomazia americana. «Non sappiamo con sicurezza quale materiale ulteriore il dipartimento di Giustizia possa avere individuato», ha detto Brian Fallon, portavoce della campagna di Clinton. «Ma se il dipartimento di Stato determina che è di lavoro, allora ovviamente sosteniamo che i documenti siano resi pubblici».

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