Mondo

Ok Ue a Lisbona: salvata un’altra banca

  • Abbonati
  • Accedi
mercati globali

Ok Ue a Lisbona: salvata un’altra banca

Lisbona, Caixa Bank
Lisbona, Caixa Bank

Una ricapitalizzazione in termini di mercato da 4,6 miliardi di euro, oltre la metà dei quali con fondi pubblici ed emissione di nuovo debito sovrano, è stata autorizzata a tambur battente dalla Commissione europea per Caixa Geral de Depositos (Cgd), una banca pubblica portoghese che si trova in gravi difficoltà.

L’accordo con il governo Lisbona è stato approvato dalla Commissaria europea alla concorrenza Margrethe Vestager.

«La Commissaria Vestager la scorsa notte ha raggiunto un accordo di principio con le autorità portoghesi nella direzione di consentire una ricapitalizzazione di Cgd a condizioni di mercato», ha annnunciato un portavoce della Commissione Ue aggiungendo che il fatto che l’accordo sia a condizioni di mercato e cioè preveda un ricavo per le casse dell’Erario significa che non si qualifica come aiuto di Stato. Naturalmente la banca dovrà ridurre i costi, fare pulizia nei bilanci e probabilmente rinnovare il consiglio di amministrazione.

«Sono soddisfatta che ieri si sia raggiunto con il ministro Centeno un accordo di principio sulla via da seguire per ricapitalizzare la Cgd a condizioni di mercato. Questa è una buona notizia, che consentirà alla banca di prendere le misure necessarie per diventare di nuovo completamente redditizia e stabilizzerà il settore bancario portoghese nel suo complesso», ha affermato la commissaria Vestager.

I CREDITI DETERIORATI
Non performing loans, in percentuale del totale

Secondo i termini dell’accordo, il governo portoghese immetterà fino a 2,7 miliardi nella Cgd e convertirà in capitale 900 milioni di bond mentre la banca stessa ha promesso di raccogliere capitale per un miliardo in titoli subordinati. La Commissione Ue si appresta ad assumere una decisione formale sull’accordo.

La Caixa Geral de Depositos (Cgd)aveva già ricevuto nel 2012 fondi pubblici per 1,65 miliardi di euro attraverso una iniezione di obbligazioni. La banca lusitana ha messo a segno una perdita di 205 milioni di euro nel primo semestre del 2016 a causa di sofferenze sui crediti. Il nuovo esecutivo portoghese ha ordinato una revisione indipendente sui conti dell’istituto dopo sospetti di irregolarità nella concessione di crediti. La banca ha 99 miliardi di asset. L’istituto ha 8.370 dipendenti e 1.200 filiali. E’ presente in 23 paesi, tra cui l’Angola, il Mozambico e Brasile.

Le banche portoghesi si sono trovate sotto pressione dopo il crollo del maggior istituto del paese, il Banco Espirito Santo, avvenuto nel 2014 a causa di operazioni ad alto rischio speculativo. L’agenzia di rating Fitch ha stimato che le sofferenze bancarie portoghesi alla fine del 2015 avessero raggiunto i 33,7 miliardi di euro equivalente al 12% del totale dei prestiti. Il Fmi nel mese di aprile ha messo in allerta il governo di Lisbona affermando che il sistema bancario portoghese «è appesantito da una bassa profittabilità e da una scarsa qualità degli asset di bilancio». Non proprio un buon viatico per un paese appena uscito dal salvataggio della troika.

Antonio Costa, il primo ministro socialista, aveva già lanciato l’idea di creare una bad bank per aiutare gli istituti di credito appesantiti da crediti problematici, ma aveva dovuto scontrarsi con le difficoltà di raccogliere capitali sul mercato.

Questa opzione, secondo il premier preferibile al bail-in, avrebbe consentito alle banche di tornare a concedere prestiti alle imprese, e avrebbe evitato il ricorso ad altri soldi dei contribuenti facendo affidamento sul finanziamento del settore privato, magari con l’ausilio di garanzie statali. Ma finora non se ne è fatto nulla.

Moody’s (BA1) , S&P’s (BB+) e Fitch (BB+) non hanno ancora concesso l’investment grade al debito sovrano portoghese ad eccezione della agenzia DBRS che ha fornito una tripla B .

Fitch ha definito la capacità del Portogallo di finanziare una “bad bank”, come «limitata», dato l’alto livello di debito pubblico, stimato a più di 129% del Pil, e la gravità dei problemi bancari. Lo stato di salute delle banche portoghesi è uno dei problemi principali del governo, che cerca di rassicurare sia i creditori internazionali che la Commissione.

A novembre, il governo socialista è stato costretto a mettere sul piatto 2,2 miliardi di euro per salvare Banif, una piccola banca di Madeira. Poca cosa ma la fiducia degli investitori ha subìto una nuova scossa poco dopo, quando la banca centrale ha reso noto un capitale incerto per 2 miliardi di euro per il Novo Banco, la banca uscita dalle ceneri del fallimento del Banco Espírito Santo.

Il Portogallo dal 2008 ha concesso 10 miliardi di euro ad altre quattro banche private.Lisbona ha chiesto 78 miliardi di euro di prestiti nel 2011. Solo metà dei 12 miliardi di euro destinati alla ricapitalizzazione delle banche sui 78 miliardi di salvataggio complessivo è stata destinata agli istituti di credito. Tra il 2008 e il 2014, le banche portoghesi sono state costrette ad accusare 40 miliardi di perdite. Nello stesso periodo hanno raccolto 26 miliardi di euro di capitale, compresi gli aiuti di Stato. Nessuno a Bruxelles vuole far ripartire una nuova crisi europea.

© Riproduzione riservata